Quella settimana era stata relativamente tranquilla per il moro.
La situazione a scuola era sotto controllo ed anche i fantasmi sembravano essersi presi una piccola pausa dalle loro folli imprese suicide.
In oltre, Danny continuava a trovare rose bianche nel suo armadietto ed era davvero curioso di scoprire chi fosse il colpevole.
Si sentiva abbastanza elettrizzato in realtà, sapeva che quelle rose provenivano da uno studente e sapeva che quello studente in particolare doveva arrivare davvero presto la mattina per non essere scoperto da nessuno.
Solo il pensiero che qualcuno potesse fare una cosa del genere, per lui, lo faceva sentire davvero bene.
Era arrivato a parlarne anche con i suoi genitori, perché ormai portava una rosa diversa a casa ogni giorno ed era abbastanza ovvio che non andasse a coglierle nel roseto più vicino.
Anche a casa le cose sembravano andare bene, con la pausa dei fantasmi, si erano presi una pausa anche i Fenton e lui non poteva esserne più felice.
Quel giorno era sdraiato sul letto di sua sorella e teneva la testa poggiata contro il suo petto, mentre lei gli carezzava dolcemente i capelli. Era una cosa che facevano spesso in realtà, o almeno lo facevano da quando il loro mondo si era spezzato ed era caduto nel baratro.
<<Non hai ancora idea di chi potrebbe essere il tuo ammiratore segreto? >> chiese la rossa sollevando gli occhi dal libro di chimica che aveva in mano.
Il minore scosse solamente la testa, ma continuò a giocare con il fiore che aveva in mano, facendolo girare dal gambo.
Con la felicità di ricevere finalmente attenzioni da qualcuno che non fosse sua sorella, i suoi migliori amici ed a volte i suoi genitori, però, era arrivata anche l'ansia.
Come mai qualcuno doveva mandargli dei fiori? Al fatto che fosse uno scherzo di pessimo gusto ciaveva pensato, ma continuare per una settimana intera? Chi lo avrebbe fatto se la reazione di Danny era stata istantanea?
Aveva cominciato a chiedersi se qualcuno non avesse scoperto il suo piccolo e sporco segreto.
Si chiedeva se non fosse un suo ammiratore in tutti i sensi.
La sua doppia identità, non passava certo inosservata, questo sin dalla prima volta che si era presentato.
Quando Danny si trasformava cambiava il colore degli occhi e dei capelli, magari anche la pelle si faceva più scura, ma era pur sempre lui.
Era sempre Danny, con un cognome diverso ed una manciata di superpoteri in più, ma dettagli.
<<Penso che questo ragazzo sia davvero innamorato di te. >> disse Jazz, sua sorella, mettendo da parte il libro per potersi meglio dedicare al suo fratellino.
<<Oppure è innamorato dell'altro me.>> rispose semplicemente continuando a giocare ostinatamente con il fiore. <<E poi come mai deve essere per forza un uomo?>> chiese abbastanza stizzito.
Adesso, la sua sessualità non era mai stata un problema, né per lui né per la sua famiglia, né tantomeno per i suoi amici, ma a scuola? A scuola non aveva mai dato prova a nessuno del suo essere Gay.
Era sempre stato sin troppo attento.
<<Perché le ragazze non ti corteggiano con i fiori, Danny. E non capisco perché tu debba sempre guardare il lato negativo delle cose. Non è uno scherzo e non sei stato scoperto, cerca di stare tranquillo!>>
Danny sospirò ma, nel farlo, si attivò anche il suo sesto senso fantasma.
Aveva cantato vittoria decisamente troppo presto.
Corse in camera sua e chiuse a chiave la porta dall'interno, si trasformò e sgattagliolò fuori dalla finestra.
Si guardava attorno, ma non riusciva a vedere nessun fantasma, nessuno stava disturbando la quiete di Amity Parck.
Non poteva essersi sbagliato, almeno su questo non sbagliava mai!
Fece per andare via, ma un raggio di energia fantasma lo colpì in pieno facendogli perdere quota e facendolo schiantare a terra.
<<Felice di vederti, Daniel. >> E sapeva perfettamente a chi appartenesse quella voce fastidiosa dal tono baritonale.
<<Vlad! >> ringhiò tirandosi su per guardare la sua nemesi.
Vlad era un amico di vecchia data dei suoi genitori, non che il sindaco della città, ma era anche uno delle sue spine nel fianco.
Anche l'uomo aveva acquisito dei poteri fantasma in seguito ad un incidente in laboratorio e non faceva che presentarsi Ovunque.
Era innamorato da molto tempo di sua madre ed aveva anche cercato di convincerlo a diventare suo figlio, ovviamente senza troppo successo.
Gli occhi rossi e privi di espressione di Vlad plasmius, non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma lo inquietavano e non poco.
<<Nuova tecnica di abbordaggio verso mia madre?! >> chiese infastidito mentre si scagliava contro di lui, ma l'uomo fu più veloce e gli assestò un potente pugno in faccia, facendolo cadere di lato.
<<Troppo prevedibile, come sempre. In realtà ho pensato di fare un salto per salutarti, non saluti il tuo zietto preferito?!>> chiese sarcasticamente volando verso di lui per poterlo colpire nuovamente.
Ma questa volta, Danny fu più veloce.
Divenne invisibile ed una volta che Vlad lo ebbe superato, afferrò il suo mantello e lo fece sbattere contro un albero, sdradicandolo.
Vlad si stava alzando, quando venne colpito da una serie di palle di energia, dovette sparire per potergli sfuggire.
<<Non vieni ad abbracciarmi, zio? >> chiese il ragazzo al vuoto mentre si affidava al suo senso fantasma per poterlo localizzare.
Vlad spuntò dal pavimento, ma Danny riuscì a schivarlo ed ad allontanarlo, spingendolo via con i piedi.
Da lì iniziò la vera e propria lotta.
Si colpivano duramente con pugni ed energia fantasma. Si rincorrevano e si lanciavano, quasi, a vicenda.
Danny stava avendo decisamente K peggio quel giorno, infatti, Vlad lo teneva in alto dal collo, mentre il ragazzo cercava di divincolarsi con tutte le sue forze da quella stretta micidiale.
<<Perché non andiamo a salutare i tuoi genitori? Saranno contenti di sapere che orribile mostro ti hanno fatto diventare. Come ci si sente ad essere la cosa che odiano di più?! Eh, Daniel?! >>
E se c'era una cosa che il ragazzo odiava più dei suoi pugni, erano le sue parole.
Erano mirate a fargli male, a creare insicurezza e dolore, a renderlo inoffensivo giocando con la sua mente.
Danny smise di dimenarsi, punto nel vivo.
<<Se tu accettassi di diventare mio figlio adottivo, questo non succederebbe. Io ti accetterei.>> disse con una voce mielosa che Danny odiava più di quella derisoria. Ormai aveva le lacrime agli occhi che pungevano per poter uscire.
Era pronto a caricare il suo urlo fantasma, ma un raggio di energia colpì in pieno Vlad, facendolo volare di lato e facendo cadere lui con il sedere a terra e la testa bassa, sapeva perfettamente chi erano gli artefici di quel colpo.
Poco dopo, infatti, i suoi genitori spuntarono dagli alberi e non appena lo videro gli puntarono addosso due fucili, pronti a sparare.
Il ragazzo provò ad alzarsi per poter scappare, ma Maddie, sua madre, non glielo permise. Si fece avanti e gli accostò il fucile al naso, pronta a sparare.
Vlad ormai era volato via ridendo e lo aveva lasciato nella merda, come al solito.
<<È molto semplice, ragazzo. Dicci chi sei davvero e, forse, potresti salvarti.>> disse la donna venendo affiancata subito dal marito.
<<Mi creda, signora, non vuole sapere per davvero. La prenderebbe malissimo.>> disse cercando di fare lo sbruffone. <<Questo lo decido io.>> urlò lei caricando l'arma ed il ragazzo era decisamente terrorizzato. Strinse i denti, ma il suo cervellino, che funzionava a tratti, riuscì a collegare il fatto di essere un mezzo fantasma al fatto che poteva diventare invisibile o intangibile.
Divenne intangibile e riuscì a scappare sotto le bestemmie dei suoi genitori.
Si nascose nel primo vicolo che trovò e si portò una mano tremante sul petto, nella speranza di fermare il suo cuore che galoppava come impazzito per il terrore che aveva appena provato.
Reclinò la testa all'indietro e si lasciò cadere a terra con i denti e gli occhi serrati, cercando di non dare sfogo al pianto Che voleva uscire prepotente.
STAI LEGGENDO
Mine ~ Danny Phantom
FanfictionPUÒ ESSERE LETTO COME UN LIBRO ORIGINALE, MA IN REALTÀ PARLA DI UN CARTOON FANTASTICO: DANNY PHANTOM! Danny è un ragazzo normale con un segreto anormale. Non gli piace la scuola, adora i videogame ed uscire con gli amici. Ama la sua famiglia, sopr...