Capitolo 9

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BUONA LETTURA!

Come al solito, quando non passava a prendere il suo ragazzo a casa, Dash era arrivato a scuola decisamente prima del suono della campana.
Aveva bisogno di vedere Danny il più a lungo possibile. Di trattenerlo fra le sue braccia e proteggerlo dal mondo intero.
Sopratutto ora che tutti lo sapevano, che non dovevano e non volevano nascondersi, per loro sarebbe stato molto più facile.
Arrivò al solito posto, ma di Danny non c'era traccia e Jazz stava già civettando con Star di cose di poco conto, quindi decise di chiamarlo, magari era successo qualcosa.
Magari era in ritardo.
Compose il numero e si portò il telefono all'orecchio, ma non fu la voce del suo ragazzo a rispondergli, fu quella preoccupata di sua madre.
<<Tesoro, Danny non verrà a scuola per un paio di giorni. Non è stato molto bene questa notte e abbiamo preferito tenerlo a casa.>> disse. <<O-oh... Okay, magari passo più tardi a vedere come si sente...>> chiese, ponendo una domanda implicitamente. <<Penso che gli farebbe molto piacere se tu venissi a trovarlo dopo scuola, sei sempre il ben venuto, lo sai!>> Dash sorrise leggermente e si passò una mano fra i capelli biondi. Era preoccupato.
<<Potreste chiedergli di chiamarmi o di mandarmi un messaggio appena si sveglia? Vorrei essere sicuro che sta bene e non sia niente di grave...>> continuò mangiandosi le pellicine sulle dita. Avrebbe dovuto strappare qualche informazione a Jazz. Neanche Tucker e Sam sembravano sapere nulla, erano arrivati e anche loro e lo guardavano interrogativi. Stavano cercando Danny.
<<Non preoccuparti, non appena si sveglia ti farò contattare. Non preoccuparti, non è stato nulla di grave.>> disse sbrigativa la donna. <<Adesso devo proprio andare, tesoro. Ci vediamo questo pomeriggio.>> disse. <<Si, ci vediamo questo pomeriggio, signora Fenton.>> detto questo attaccò e sospirò ancora più preoccupato.
Come mai tutto quel mistero?!
Marciò dritto verso Jazz e la fermò da una spalla, facendola girare verso di lui. Doveva sapere che cos'era successo al suo ragazzo o sarebbe certamente impazzito.
La rossa sapeva bene cosa voleva il ragazzo, ma non poteva dirgli che Danny aveva passato la notte fra una crisi di pianto ed un attacco di panico perché i loro genitori avevano scoperto che il suo hobby preferito consisteva nel correre dietro ai fantasmi che minacciavano la quiete di Amity Parck.
La decisione di rendere o meno partecipe il suo ragazzo della sua vita da super eroe, spettava solo a Danny.
Anche Tucker e Sam si avvicinarono per chiedere informazioni e lei si sentí decisamente un verme, sotto quegli sguardi preoccupati.
<<Jazz, tua madre è stata molto vaga... Se è successo qualcosa a Danny...>> iniziò il biondo,ma la rossa lo fermò con un sorriso ed una scrollata di spalle. <<È stato un dei suoi attacchi. Niente di più, niente di meno. Non ne soffriva da un po' e mamma e papà hanno deciso di tenerlo a casa.>> disse stringendo le labbra subito dopo. Non era totalmente una bugia.
Dash si limitò ad annuire, sospettoso, ma non ebbe il tempo di chiedere altro, perché la campanella decise di richiamare gli studenti nelle proprie classi.
Il ragazzo si trascinò nella sua classe, parecchio giù di corda, proprio ora che aveva deciso di uscire allo scoperto non poteva sedersi neanche accanto al suo ragazzo ed entrare in classe con lui.
In realtà non poteva neanche contare sui suoi amici che si erano opposti fermamente alla cosa.
Dash varcò la porta della sua classe e si Guardò attorno, ma al suo passaggio tutti occupavano le sedie con le cartelle, o con dei libri.
La situazione non gli piaceva neanche un po'.
Per fortuna poteva sempre contare sul suo migliore amico e cognato, Kwan, che lo accolse con un sorriso ed un abbraccio.
<<Dovrai darmi i dettagli, lo sai questo, vero?>> Dash si limitò ad annuire ridacchiando. Glieli avrebbe dati, ma non in quel momento.

Quando Danny aprí gli occhi, quella mattina, il sole splendeva decisamente troppo.
Guardò l'ora sulla sua sveglia che segnava le 9:30 e sospirò passandosi le mani sul viso.
I suo genitori dovevano aver pensato che avesse bisogno di una pausa e, sicuramente, non avevano intenzione di rimandare la loro chiacchierata.
Si costrinse ad alzarsi dal letto, ma non aveva voglia di vestirsi, quindi si limitò a scendere subito di sotto. Per fortuna era sempre stato un acceso sostenitore della politica "via il dente, via il dolore", altrimenti avrebbe rimandato il momento all'infinito.
Arrivò in cucina e trovò suo padre intento ad armeggiare con un braccialetto metallico sul tavolo, mentre sua madre friggeva le uova in una padella.
Danny si schiarí la voce, attirando l'attenzione di entrambi i suoi genitori su di lui e gli rivolse un piccolo sorriso. <<Buongiorno...>> disse avvicinandosi a suo padre per dargli un bacio sulla guancia che non rifiutò, poi fece lo stesso con sua madre, quindi prese posto a tavola. <<Hai dormito bene?>> chiese suo padre, continuando ad armeggiare con i suoi attrezzi. Danny spostò lo sguardo curioso sulle sue mani, rivolgendogli un'occhiata stranita. <<Si, ho dormito bene, grazie. Quello che cos'è?>> chiese, sentendo una brutta sensazione dritta nello stomaco.
Sua madre gli mise il piatto sotto il naso ma Danny non aveva davvero voglia di mangiare. <<È un dispositivo per bloccare i tuoi poteri.>> disse senza mezzi termini, fissando il suo sguardo in quello del figlio e facendolo gelare sul posto.
<<Pensavo che... P-pensavo che per voi andasse b-bene... >> disse con le mani tremanti e lo sguardo basso sul piatto pieno.
Maddie prese posto accanto a lui e gli accarezzò una guancia con le dita. <<È solo per essere sicuri che non andrai in giro a farti prendere a calci quando non sei in condizioni di farlo, amore. Stai tranquillo.>>
Danny avrebbe davvero voluto crederci. Avrebbe davvero voluto farlo.
<<Non voglio metterlo..>> sussurrò senza alzare gli occhi. <<Lo metterai.>> disse Jack, guadagnandosi un'occhiataccia da sua moglie.
La donna sollevò delicatamente il mento del figlio e passò una mano sulla fasciatura che avevano messo a coprire il taglio che gli aveva fatto Skulker. <<Non vogliamo che succeda ancora questo. Hai bisogno di una pausa.>> disse con tanta di quella dolcezza che Danny si ritrovò ad annuire non troppo convinto.
<<Adesso mangia. Abbiamo una bella chiacchierata da fare.>> gli disse, infilando un boccone al suo posto, il ragazzo non sembrava troppo convinto. Sentiva lo stomaco stringersi e contorcersi su se stesso, ma un'occhiata omicida di suo padre lo convinse a non fare i capricci, ma non riuscì a mangiarne neanche la metà.
Maddie decise che andava bene lo stesso, quindi si spostarono tutti sul divano del soggiorno.
<<Prima che possiate dire qualsiasi cosa, neanche a me piace troppo l'idea, ma non ho avuto scelta.>> disse mettendo subito le mani avanti. <<Com'è successo?>> chiese Maddie. Danny si morse il labbro inferiore ed abbassò lo sguardo sulle sue mani che si torturavano a vicenda.
Se glielo avesse detto si sarebbero sentiti colpevoli della cosa e, davvero, non voleva.
Tuttavia, gli era stato insegnato ad essere sempre sincero e non sarebbe andato da nessuna parte se, proprio in quel momento, si fosse rifiutato di dire la verità.
<<Ho cercato di aggiustare il portale... Ma sono scivolato su un cavo e ho schiacciato un pulsante, ho preso la scossa e sono svenuto, quando mi sono svegliato ero...>> <<Morto?!>> gli chiese suo padre, beccandosi un poderoso schiaffo da Maddie.
Danny lo Guardò confuso e scosse la testa. <<no, no... Non sono morto, il mio DNA si è solo fuso con quello di Phantom. Io non sono morto, ma lui non è tornato in vita, n-non so se mi spiego...>> cercò di chiarire gesticolando.
<<E come mai hai deciso di tenercelo nascosto?!>> continuò a pressarlo Jack, ignorando le proteste di sua moglie. <<Va tutto bene mamma. Risponderò a qualsiasi domanda.>> disse il ragazzo con un sorriso sulle labbra. <<Perché mi faccio schifo da solo. Sono la cosa che odio di più. Non vedo perché per voi non sarebbe dovuto essere lo stesso.>> rispose con lo sguardo basso. <<Perché sei nostro figlio, forse?! Perchè non hai nessun tipo di cattiveria in corpo?! Perché stai semplicemente seguendo le nostre orme da cacciatori?!>> chiese Jack al culmine della sua frustrazione. Aveva gli occhi lucidi. Anche Maddie non era da meno. <<Io... Non capisco...>> ammise il ragazzo.
Maddie si sedette accanto a lui e prese le sue mani.
<<Danny, se solo tu ce lo avessi detto prima, avremmo potuto aiutarti, proteggerti. Sapere quello che fai... Non è brutto, lo so che dovremmo essere orgogliosi, e lo siamo. Ma perché proprio tu e non un'altra persona?>> chiese più a sé stessa che al figlio che la guardava sbalordito. <<Sei il mio bambino e dovrei proteggerti, non sei tu che devi proteggere la città... Esistono delle autorità, Danny...>> sussurrò la donna prendrndo il suo viso fra le mani.
<<Quando mio fratello cadeva da quel palazzo, finalmente libero da quel fantasma, le autorità si sono spostate per non essere contagiate. Come se fosse sporco.>> disse con gli occhi che bruciavano di collera mal celata. L'azzurro cominciava a sfumare sul verde brillante. <<Hanno lasciato che un bambino di sei anni cadesse giù e finisse in coma. A quelle autorità non frega niente delle persone, a loro importa solo raccogliere i loro stupidi dati! Fare i loro stupidi esperimenti!>> urlò cominciando a singhiozzare, lasciando di sasso i suoi genitori.
<<Alla città serviva qualcuno a cui interessasse davvero! Qualcuno disposto a fare qualunque cosa per salvarli! Ho capito che se avessi aspettato che lo facessero altri, non sarebbe mai cambiato niente, così mi sono addossato io il compito.>> concluse tremando leggermente per la rabbia nel ricordare quell'episodio tanto traumatico che gli aveva segnato la vita per sempre.
<<Non sto dicendo che tu non abbia fatto la scelta giusta.>> disse Maddie dopo cinque minuti buoni di silenzio, in cui tutti gli occupanti del soggiorno rimettevano insieme le idee. <<Sto solo dicendo che avrei preferito che lo avesse fatto qualcun altro al posto tuo. Sto dicendo che non voglio che tu soffra.>> concluse, attirando su di sé lo sguardo del figlio. <<Odio essere Danny Phantom... Ma... È così bello salvare le persone... Vedere tutte quelle facce riconoscenti e felici, mamma... Mi tiene vivo.>> disse il ragazzo dai capelli scuri mordendosi il labbro inferiore.
Jack sospirò pesantemente e si alzò per andare a piazzargli una mano sulla spalla. <<Avrei voluto solo che tu fossi abbastanza furbo da mettere la tua vita prima di quella degli altri. Ma sono davvero fiero di averti educato così bene.>> disse abbracciandolo come aveva fatto la sera prima, spingendolo a calmarsi nuovamente fra le sue braccia.
<<Voglio che tu metta il bracciale per un paio di giorni. Chiuderemo il portale, amore. Giusto il tempo di rimetterti in forze.>> disse scompigliandogli i capelli.
Danny annuì solamente, e gli porse il braccio. Era stanco di discutere.
I suoi genitori volevano solo proteggerlo.
Era la cosa più normale del mondo.
Jack gli mise il dispositivo e gli scompigliò ancora una volta I capelli, prima di lasciargli un bacio sulla fronte.
<<Sarà solo per qualche giorno.>> disse ancora, ma Danny aveva lo strano presentimento che stesse cercando di convincere sé stesso.

Mine ~ Danny Phantom Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora