Capitolo 10

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Qualche giorno dopo Danny era tornato a scuola come se niente fosse mai accaduto.
Vlad era sempre più presente in casa sua, promettendo ai suoi genitori che lo avrebbe protetto dalle autorità che si occupavano dei fantasmi, ma proprio il fatto che quelle autorità fossero costantemente fuori dalla porta di casa sua, lo spaventava a morte.
Vlad lo stava minacciando in silenzio, questa volta sotto gli occhi vigili dei suoi genitori e Danny non poteva farci assolutamente niente.
La rabbia che provava, la frustrazione, il senso di colpa per aver coinvolto anche la sua famiglia lo stavano rendendo pazzo, ma cercava quantomeno di vivere la sua vita il più normalmente possibile, come aveva sempre fatto.
Tornava da scuola e stava un po' con i suoi amici e con Dash, dipendeva dai giorni, poi Passava dall'ospedale, parlava un po' con suo fratello e Passava la notte a studiare insieme a Jazz quei calcoli che per lui non significavano assolutamente niente.
Erano riusciti a fare qualche tentativo ed i parametri vitali di Dan crescevano sempre di più. Danny era sempre più fiducioso. Suo fratello avrebbe finalmente riaperto gli occhi.
Ne ebbe la conferma quando l'ospedale chiamò i suoi genitori perché Dan aveva ripreso conoscenza per quche istante e l'unico suono che gli era uscito dalla bocca era stato un piccolo "Danny".
Dan sapeva perfettamente cosa stesse facendo, quanto ci stesse provando.
Intanto, però, per Dash le cose erano diventate difficili.
Tutti lo evitavano, gli ridevano dietro quando Passava nei corridoi, gli facevano capire di non essere più il benvenuto alle feste organizzate da quelli che prima giuravano di essere suoi amici.
Ma lui, per tutta risposta, sorrideva. Dentro di lui sapeva che quella vita gli sarebbe servita a ben poco, che la persona che amava non poteva aspettare oltre e che quei sorrisi idioti ed ironici, non lo toccavano affatto.
Al suo fianco erano rimasti Star e Kwan. Come sempre. E per certi versi, anche Paulina, che cercava ancora di capire le dinamiche di quella strana storia d'amore, cercando di accettare quello che stava succedendo.
Dash aveva smesso di sedersi al tavolo degli atleti, aveva smesso di riunirsi con loro la mattina e Danny si sentiva in colpa per questo, ma anche dannatamente felice.
Dash aveva scelto lui nonostante tutto.
Quel giorno era particolarmente irritabile, non era stato facile alzarsi dal letto dopo che la sera prima Vlad lo aveva riempirò di domande di cui già in prima persona conosceva la risposta, giustificando il suo interesse con il bene che non gli aveva mai voluto.
Dash era passato a prenderlo, come ogni mattina, era rimasto al suo fianco in silenzio, mentre lui riordinava i suoi pensieri e prendeva i libri dall'armadietto e lo aveva portato in classe, quando lui aveva solo voglia di scappare per rifugiarsi fra le braccia di sua sorella maggiore che, fra tutti l'aveva sempre capito ed amato.
Presero posto infondo alla classe e Dash gli passò un braccio sulle spalle, accarezzandolo con una dolcezza che qualche mese prima Danny non avrebbe mai scommesso gli appartenesse.
<<Un dollaro per ogni tuo pensiero.>> sussurrò attirando la sua attenzione e rubandogli un sorriso.
<<Non ti piacerebbero i miei pensieri. Al momento sono saturi di sensi di colpa e sto cercando il momento adatto per dirti una cosa.>> disse senza filtri, sapeva che con Dash non servivano.
<<Non vorrai chiedermi di sposarti.>> ironizzò quello, strappandogli una risatina e facendogli scuotere la testa. <<Peccato, avrei accettato, sai?>> disse piegandosi verso di lui per rubargli un bacio che il moro non gli negò.
Delle espressioni disgustate si sparsero per tutta la classe, mentre gli studenti più intelligenti avevano alzato un coro di piccoli "Aw" sapendo quanto avrebbero potuto averne bisogno per non pensare a quelli più ignoranti.
<<Prima o poi me lo chiederai tu e sarò io a dirti sì.>> disse Danny.
Dash stava per rispondere, ma Lancer entrò in classe come una furia, mandando all'aria i loro momenti e tirandosi dietro una pila di compiti in classe da fare.
Era finito il tempo della dolcezza per quel giorno, sia per il compito, sia per il suo senso fantasma che si era risvegliato, lasciandolo confuso ed arrabbiato.
Danny fu veloce a finire il test, a consegnarlo ed a chiedere di andare in bagno, sotto lo sguardo confuso del suo ragazzo che lo aveva osservato per tutto il tempo, come se si aspettasse una giustificazione che forse, prima o poi, Danny sarebbe riuscito a dargli.
Corse in bagno, bestemmiando contro il mondo fantasma. Il portale dei suoi genitori era ancora chiuso, quindi Vlad aveva per forza dovuto aprire il suo. Ma a quale scopo?!
Farlo impazzire.
Facile.
Danny sapeva che i suoi genitori non erano molto favorevoli al fatto che s'immolasse per quella città d'ipocriti, ma lui ne aveva bisogno.
Non riusciva proprio a stare con le mani in mano.
Si trasformò e volò fuori, cominciando a guardarsi attorno e beccandosi un pugno dal basso.
Cadde a terra e rotolò di lato appena in tempo, perché Vlad gli era saltato addosso e cercava di colpirlo.
Mistero risolto, non poteva chiudere Vlad nel portale, il sindaco della città che sparisce avrebbe destato troppi sospetti.
<<Non eri tu quello preoccupato per la mia salute mentale?>> disse il ragazzo fantasma, apparendo alle spalle del nemico e colpendolo con un raggio di energia che lo fece volare per quche metro.
Vlad aveva già cominciato a dirignare i denti.
<<Non doveva andare così! Non dovevano essere comprensivi verso di te! Avrebbero dovuto legati ad un tavolo e riempirti di esprimenti!>> urlò l'altro mezzo fantasma, cominciando a riscaldarsi per poter combattere seriamente.
Danny schivò ogni colpo, aveva imparato bene le tecniche di combattimento del sindaco e voleva che quello scontro finisse il prima possibile.
<<Sono i miei genitori, davvero pensi che avrebbero rinnegato loro figlio solo per un errore commesso in buona fede?!>> gli urlò addosso, rendendosi conto di quanto era stato stupido a pensare che potessero abbandonarlo.
<<Eri tu quello convinto!>> Danny non trovò altre parole, continuarono a combattere, colpendosi a vicenda con forza.
Il ragazzo non aveva troppa voglia di ferirlo, non l'aveva mai avuta in verità, ma l'uomo era furioso.
Voleva fargli del male, voleva fargliela pagare per qualcosa di cui lui, certamente non aveva colpa.
Vlad non era diverso dagli altri umani. Era guidato dalla frustrazione che si tramutava in odio ed infiammava la sua anima rendendolo marcio.
Aveva sempre e solo desiderato una famiglia, ma si era fissato su l'unica donna che non avrebbe mai potuto avere e che non avrebbe mai potuto amarlo nonostante tutto.
Non poteva avere figli e quando era riuscito a crearene una in laboratorio, dopo fiumi e fiumi di esperimenti, aveva sbagliato totalmente, spingendola a scappare via terrorizzata.
Vlad lo odiava perché avrebbe semplicemente voluto avere quello che lui era.
<<Non sei costretto a fare questo! Ti abbiamo sempre accolto come se fossi uno di famiglia.>> disse il ragazzo che, sulla base del miracolo accaduto qualche giorno prima, voleva davvero mettere le buone.
<<Non sono tuo figlio, ma potevo essere tuo nipote. Potevi essere il mio mentore. Potevi essere un buon amico per i miei genitori.>> disse, facendolo arrabbiare solo di più.
<<Jack continua a rovinare la mia vita da sempre e tu ti aspetti che io avrei fatto da babysitter a te e tua sorella?!Ti aspetti che sarei potuto rimanere al suo fianco dopo che è riuscito a portarmi via l'unica donna della mia vita?!>> urlò dandogli un pugno nel petto, che lo fece finire a terra senza fiato.
Si mise su di lui e lo prese dal collo, cominciando a stringere, sempre più forte.
<<S-se solo gli avessi p-parlato dei tuoi sentimenti v-verso la m-mamma.>> ansimò il minore lottando per liberarsi.
<<Il passato è passato Daniel. Ma riuscirò a distruggere la sua vita e la tua.>> Danny sentiva chiaramente che i suoi poteri cominciavano a venire meno.
Sentiva chiaramente che gli studenti stavano uscendo fuori dalla scuola per guardare lo scontro prima di tornare a casa in seguito all'annuncio del preside.
Ma non riusciva davvero a reagire.
Vlad voleva distruggere la sua vita in quel senso. Voleva distruggere il suo segreto la credibilità dei suoi genitori e non poteva permetterglielo.
Tutti avrebbero creduto che i suoi genitori avessero fatto esperimenti su di lui, tutti avrebbero creduto che erano dei mostri e lui avrebbe ottenuto la sua custodia se solo non fosse finito in una cella del governo per tutta la vita.
Ma non poteva lasciarglielo fare, perché la vicinanza di Vlad, avrebbe fatto emergere la sua parte cattiva, creando Dan Phantom, ma quello cattivo, non suo fratello.
Danny stava per cedere, ma una voce, fra tutte le altre, un grido che sovrastava gli altri, riuscì a cambiare le cose.
<<Coraggio Phantom! Lo sappiamo tutti che puoi batterlo!>> urlò Dash, facendosi largo fra gli studenti.
<<Guarda Daniel! Il tuo fidanzatino fa il tifo per te!>> urlò Vlad affinché lo sentisse.
Affinché lo sentissero tutti.
Vide chiaramente lo sguardo di Dash che collegava i puntini e metteva apposto le tessere mancanti in quel puzzle di caos.
Danny riuscì a toglierselo di dosso, ma il fantasma puntò dritto dritto verso Dash, prendendolo di sorpresa.
<<No! Lascialo in pace!>> urlò il ragazzo, mentre Vlad si alzava in volo tenendo Dash come una bambolina di pezza.
<<Ti prego non fargli del male! Farò quello che vuoi! Farò tutto quello che vuoi!>> disse disperato mentre cercava di prevedere i suoi movimenti per poter salvare Dash in caso lo avesse lasciato cadere.
Quella era la situazione peggiore nella quale si fosse mai trovato. Il suo ragazzo avrebbe potuto fare la fine di suo fratello. Le scene si sovrapponevano, lasciandolo senza fiato e senza troppa voglia di reagire. Ma doveva reagire, o per Dash non ci sarebbe stata la luce del giorno dopo e dove lo avrebbe trovato un fantasma con il suo stesso DNA per svegliarlo dal coma?
<<Però hai un bravo fidanzato, ragazzo. Devo ammetterlo.>> disse prima di lasciarlo cadere e di colpire Danny con un raggio di energia in pieno petto, per sbalzarlo indietro e non dargli il tempo di reagire.
Danny fu veloce a rialzarsi, ma Dash continuava a cadere, urlando, e gli sembrava che la realtà fosse stata messa in slow motion.
Prima che Dash toccasse terra, però, Vlad lo prese al volo, riportandolo a terra sano e salvo e ghignando nella sua direzione.
<<Il seme del dubbio è stato piantato, Daniel, supera questa.>> disse prima di scomparire, lasciandolo lì in mezzo, solo e tremante.
Le ginocchia non ressero e finí a terra, debole e traumatizzato per aver rivissuto quel momento saturo di dolore.
Dash lo raggiunse, senza sapere esattamente che cosa fare, lui gli rivolse uno sguardo vuoto, carico di scuse, di parole mai dette.
<<Sei tu? Danny, sei tu?>> chiese il biondo, aiutandolo a rialzarsi.
Le sensazioni che provò furono forti quanto quelle che provava con il suo di Danny e dentro di sé, sapeva bene chi aveva difronte. <<No.>> disse il mezzo fantasma, allontanandosi da lui e mordendosi il labbro inferiore.
Odiava non saper mentire, ma quello che era successo gli aveva dato la risposta che tanto aveva cercato. Dash non doveva sapere della sua identità segreta. Non avrebbe mai dovuto far parte di quella vita.
Prese il volo, scomparendo quasi subito per potersi ritrasformare in un vicolo lì vicino. Esausto e ancora sotto shock.
Si fece violenza da solo per poter uscire da lì.
Non sapeva neanche dove andare. Che cosa fare.
Vlad aveva ragione.
Il seme del dubbio era stato piantato.
Non lo avrebbero lasciato in pace. Dash aveva capito perfettamente. Come avrebbe fatto a proteggere le persone che amava?
Non ci fu bisogno di scegliere effettivamente che cosa fare, ad ogni modo, il biondo, era riuscito a seguire i suoi movimenti, raggiungendolo con un cipiglio arrabbiato e preoccupato in volto.
Come mai il suo Danny gli stava mentendo? Come mai cercava di spingerlo via?
<<Amore! Stai bene!>> disse il moro, cercando disperatamente di non barcollare. <<Grazie a te.>> disse duramente quello.
Anche gli altri studenti li avevano raggiunti, alcuni avevano il cellulare in mano, pronti a riprendere il dramma che stavano mettendo su.
Per quanto quella situazione lo richiedesse, Danny non sapeva mentire. Non faceva parte del suo carattere, del suo essere.
Sarebbe stato facile inventarsi qucosa, eppure decise di non farlo.
<<Ne parliamo dopo, ti prego riportami a casa, non riesco neanche a stare in piedi...>> sussurrò prima di cadere sul suo ragazzo che lo prese prontamente, prendendolo successivamente in braccio. <<Non c'è niente da vedere qui! Andate via!>> urlò il biondo cercando di farsi largo in mezzo alla gente.
Ma fu l'ultima cosa che Danny riuscì a percepire prima che il buio lo avvolgesse.

*ECCOCI QUA*
Ciao fantasmi i, lo so! Non sono in ritardo, di più.
Voglio scusarmi e spero davvero che questo capitolo, come al solito vi sia piaciuto e che vogliate farmelo sapere con qualche stellina o qualche commento.
Ormai il segreto di Danny non è più un segreto, si può dire, è ormai questa storia sta davvero arrivando alla fine!
Ma non disperate!
Il giorno stesso che questa storia arriverà al quindicesimo capitolo posterò anche una Os con la coppia Danny/Val.
Non chiedetemi il motivo, sono strana e basta hahahaha.
Detto questo, vi lascio un bacio e vi saluto!
Alla prossima! 👻

Mine ~ Danny Phantom Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora