Capitolo 4

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Erano passati pochi giorni da quando i due avevano deciso di mettersi insieme, e Danny era decisamente di umore migliore rispetto ai giorni precedenti.
Camminava per i corridoi affollati della scuola in compagnia di Tucker e Sam, ma non sentiva realmente le loro voci.
Il corridoio era pieno di gente che urlava, rideva, correva, scherzava, ma lui era chiuso nel suo piccolo mondo e non riusciva neanche a percepire, realmente, la loro presenza.
Si sentiva le testa incredibilmente leggera, come non lo era mai stata, il petto scoppiare di una sensazione calda e piacevole che gli faceva formicolare anche la pelle e non riusciva a smettere di sorridere in nessun modo.
Non voleva smettere di sorridere.
Non riusciva a capacitarsi di come le cose potessero essere cambiate così velocemente e si, era spaventato ed aveva passato sveglio a riflettere buona parte della notte, ma sentiva che era arrivato finalmente il suo momento di gioia dopo anni di buio e sofferenza.
Non ricordava quasi più come si ci sentisse a non avere responsabilità troppo grandi sulle spalle. Non ricordava come si ci sentisse a sorridere per davvero. A non indossare maschere, per una volta nella vita.
Non riusciva a ricordare come potesse essere fidarsi nuovamente di qualcuno, che non facesse parte della sua famiglia, o meglio, che non fosse Jazz.
Non riusciva a capire quale fosse la vera natura dei suoi sentimenti, né riusciva a spiegarsi il motivo per il quale aveva accettato così di getto la richiesta del biondo.
Non era riuscito a venire a capo della situazione neanche riflettendoci per ore, quindi alla fine, aveva deciso di lasciarsi andare e godersela fino a quando sarebbe durata.
Sentí una mano chiudersi sul suo polso e si sentí tirare fino a ritrovarsi nei bagni della scuola.
Adesso, qualche giorno prima, sarebbe andato nel panico ed avrebbe risposto in maniera aggressiva a chiunque lo avesse trascinato in quel modo nel bagno, ma ora sapeva perfettamente chi fosse il diretto soggetto in questione, ed aveva una vaga idea di quello che potesse volere da lui.
<<Hai per caso in mente di farci scoprire? >> Chiese con un grosso sorriso sulle labbra, mentre l'altro gli passava le braccia attorno ai fianchi per poterselo tirare più vicino.
Dash non rispose, si piegò verso di lui e fece combaciare con dolcezza le loro labbra. Danny gli diede subito l'accesso e si ritrovò coinvolto in un bacio passionale che sapeva di bisogno.
Dash aveva bisogno di lui, lo sapeva, e si sentiva bene ed importante per questo.
<<Ora posso davvero affrontare al meglio la giornata.>> disse il maggiore guadagnandosi uno sbuffo divertito dall'altro che poggiò la testa contro il suo petto e lo strinse forte.
<<In effetti, questo è molto meglio del caffè per iniziare al meglio la giornata.>> disse incapace di trattenersi e strappando una piccola risata divertita al biondo.
Dash si staccò leggermente e gli porse l'ennesima rosa bianca facendolo arrossire e sorridere felice e soddisfatto.
Danny la prese e, come al solito, se la portò vicino al naso sorridendo. Dash adorava quando lo faceva, davvero. Gli faceva capire quanto quel piccolo gesto fosse apprezzato, quanto quel ragazzo fosse facile da accontentare. Quanto fosse semplice essere innamorato di lui.
<<Oggi non tornare a casa, aspettami nel parcheggio, torniamo insieme e vieni da me, va bene? >> chiese il biondo mentre gli carezzava dolcemente il viso ed il moro annuiva. Si avvicinarono nuovamente e si baciarono ancora, con più dolcezza questa volta.
Danny era sicuro che il cuore gli sarebbe scoppiato molto presto.
<<Adesso dobbiamo andare...>> disse con un po' di delusione nella voce per poi lasciargli un ultimo bacio a stampo. Anche il biondo annuì ed uscì dal bagno sospirando e lasciandolo lì da solo con le guance arrossate, un piccolo sorriso sulle labbra e la rosa bianca in mano.
Anche lui si decise ad uscire da quel bagno che era diventato testimone di quei piccoli gesti d'affetto che li stavano legando sempre di più, e cominciò a guardarsi attorno per poter trovare i suoi amici.
Una volta individuati, corse da loro sorridendo come un idiota.
<<Danny, dove cavolo eri andato a finire?! Ti abbiamo cercato da per tutto! >> strillò Sam saltandogli al collo non appena lo vide. Il moro la abbracciò con un sorriso e scrollò le spalle mostrandole la rosa.
<<Ho solo scoperto chi è il mio ammiratore segreto...>> confessò grattandosi la nuca imbarazzato. <<Beh, dalla tua espressione deve piacerti molto.>> disse Tucker raddrizzandosi gli occhiali sul naso. Danny si limitò ad annuire, mettendo il fiore al sicuro nel proprio armadietto. <<Hai intenzione di dirci di chi si tratta o no?>> chiese la mora ghignando soddisfatta e provocante, ma il ragazzo scosse la testa e prese i libri che gli sarebbero serviti per le lezioni di quel giorno.
<<Non ancora ragazzi, lui... Lui non è dichiarato e non vuole avere problemi, così come me...>> confessò avviandosi verso l'aula di storia senza smettere di sorridere, allegro e soddisfatto.
<<Ma siamo i tuoi migliori amici! Manteniamo tale il tuo segreto da mesi! >> si alterò la ragazza sentendosi ferita.
<<Ma questo non è il mio segreto, Sam. Mi dispiace... >>
Anche il ragazzo mulatto mise una mano sulla spalla dell'amica sorridendole incoraggiate. <<Magari questa persona non può uscire allo scoperto... Ma sono sicuro che avremo l'onore di conoscerlo molto presto.>> disse calmandola definitivamente, mentre Danny lo ringraziava mentalmente in tutte le lingue.
Non gli era mai piaciuto nascondere le cose, mentire, non faceva parte della sua personalità e mai lo avrebbe fatto, ma in quel periodo era diventato indispensabile saperlo fare e lui si era semplicemente adattato alla cosa a testa bassa.
<<Non voglio perderti Danny, sei sempre così distante... >> confessò la mora tirando su col naso ed a Danny si spezzò definitivamente il cuore e dovette abbassare lo sguardo per paura di mettersi a piangere lì in mezzo. <<È solo un brutto periodo, mi passerà. Ma non mi perderete mai, ve lo giuro.>> dopo di che sorrise e si abbracciarono.
Anche quella era fatta, si sentiva più libero, più sereno. Le voci nella lista di cose da fare si stavano lentalmente esaurendo, ora come ora mancavano solo quattro punti base.
Avrebbe dovuto dire a Dash di suo fratello, in modo che potesse capire i suoi crolli emotivi, il suo scappare a gambe levate dalle situazioni che glielo ricordavano...
Avrebbe dovuto dire ai suoi genitori che Vlad non era il santarellino che fingeva di essere, o almeno, questo doveva dirlo a suo padre.
Avrebbe dovuto dire di Dash ai suoi amici, in modo che la situazione potesse essere messa subito a posto, non aveva voglia di lasciarlo andare e non aveva voglia di lasciare andare Tucker e Sam.
E poi c'era il punto critico. Dire ai suoi genitori, ed a Dash, di Danny Phantom, ma con quale coraggio?
Con queste rivelazioni, le altre, sarebbero state una cavolata enorme.
La campanella segnalò l'inizio delle lezioni ed i tre si separarono per poter seguire i propri corsi.

Mine ~ Danny Phantom Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora