Banshee

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«Eddai non fare la schizzinosa»
«Non sto facendo proprio niente!» risposi a modo.
Guardavo Albus che mi incitava ad entrare mentre Scorpius cercava di insultarmi affinché poi mi sarei stufata e avrei tirato lo sciacquone per non sentirlo più.
«Vado io» disse infine Scorpius.
Mi scostai dal grande buco pieno d'acqua e feci entrare il biondo, evidentemente elettrizzato per quel viaggetto insolito.
Pigiò il bottoncino sovrastante e finì per sgusciare via con un «Aloha». Sentii Rose ridacchiare e poi infilarsi nel water.
«Che fai?» le chiedo confusa.
«Seguo Scorpius» disse premendo timidamente lo sciacquone e filando via.
Eravamo io, mia madre ed Albus. Che situazione imbarazzante.
«Allora? Chi va per primo?» chiese Luna squadrandoci.
«Perché non ci vai tu?» chiesi critica. Mi pentii del tono che avevo utilizzato ma la rabbia si era presa gioco di me.
«Beh sono adulta. Devo controllare che nessuno di voi se la fili via»
«Pensi davvero che me ne andrei? L'ho voluto io tutto questo. Sarei già a casa se avessi accettato le stupide esigenze che mi avete imposto»
«Non parlare così. L'hanno fatto per il tuo bene»
«Per il mio o per il loro? Scommetto che se mi avessero lasciato continuare gli studi lì avrei causato troppe rogne e loro avrebbero dovuto occuparsene. Sai mi sono stupita che tutte le cavolate che dice mio padre ti siano rimaste tanto impresse»
«Forse è così ma non ho intenzione di ribellarmi agli ordini della preside,del Ministero e tantomeno a tuo padre che ha fatto molto per noi»
«Neanche per sua figlia?» chiese poi Albus. Io lo guardai esterrefatta. Mi stava difendendo?
«Non è una questione tanto semplice»
«A me sembra di sì» risposi.
«Non lo è» ripetè «Ci sono cose che non puoi comprendere Chloe e devi starne fuori» disse con aria minacciosa. Sentivo gli occhi lucidi. Non piangere Chloe. Non ora.
«Anche tu ne stai fuori!» sibilai «Perché ti lasci comandare da papà eh? Perché non puoi prendere una decisione di testa tua?» finii per urlare.
Sentimmo dei movimenti provenienti dal fast food probabilmente ma non mi importava. Finalmente stavamo avendo un confronto e potevo trarne delle risposte.
«Non urlare in questo modo!»
«Non è il nostro problema momentaneamente!»
«Invece lo è perché se ci fai scoprire, altro che espulsione!» disse infine.
Non potevo stare ancora ai loro giochetti. Volevano tenermi rinchiusa nella mia gabbia d'oro, volevano estraniarmi dal mondo intero. Ma io non ci stavo. Avevano persino lasciato che mi espellessero senza motivo. Non hanno lottato per me come dovrebbe fare qualsiasi genitore. Mi avevano lasciata cadere e ricadere, quando era rimasta in piedi solo la testa.
D'un tratto mi accorsi che da molto tempo non leggevo più i pensieri degli altri. Mi accorsi fissando Albus che vedevo soltanto una faccia confusa. Che mi era successo? Non funzionano più?
Aprii la bocca e ululai più che potei. Urlavo tutte le cose che non potevo dire. Urlavo tutti i pensieri che avevo letto e che mi erano rimasti impressi. Intanto piangevo. Perché piangevo?.
Urlai e mossi le braccia in direzione di mia madre che venne scaraventata contro la porta di un bagno. Cosa stavo facendo? Cosa succedeva?
Sentii delle braccia cingermi la vita è stringermi. Era lui. Il mio amore.
Lentamente smisi di urlare e cominciai soltanto a singhiozzare.
Avevo solamente dimostrato la mia pericolosità. Non avevo fatto altro che ferire. Ferire e ferire.
Piangevo ed intravedevo mia madre stesa sul pavimento, mentre pregavo che fosse ancora viva.
Albus mi slegò dalla sua presa anche se speravo non lo facesse e si avvicinò a Luna.
Cominciò a tossire furiosamente. Anapneo lanciò Albus e subito mia madre ricominciò a respirare affannosamente.
Io restavo a debita distanza. Non avrei dovuto scaraventare i miei poteri. Non a lei.
Avrei potuto trattenermi ma non ci sono riuscita. È fuoriuscita senza il mio permesso dirigendosi verso di lei. È la sofferenza. Micidiale dicono. Lo dico anch'io.
«...Chloe...» sussurrò tra un respiro e l'altro.
«...mi... dispiace» disse poi.
Mi avvicinai velocemente stringendola a me più che potevo. Da quel momento in avanti mi ripromisi che avrei dovuto in tutti i modi farla valere, sia davanti a mio padre che a decisioni importanti. Aveva passato tanto, troppo e aveva visto Neville diventare un mostro. Trasformarsi in una macchina da guerra a cui importava soltanto essere fedele e non alla famiglia. Dov'era finito mio padre?

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