Sedevo cupa a fianco al lettino bianco dell'infermeria. Ricordai l'ultima volta in cui Albus mi ci aveva portata. Sembrava essere passata una vita. Sembravo essere un'altra Chloe.
Mi ritrovavo lì ancora, a tenere stretta la mano di Luna e guardavo il suo petto alzarsi ed abbassarsi regolarmente. Rivissi per un secondo quel momento. Quello in cui l'avevo lanciata contro una porta in preda a una crisi. Come avevo potuto? Cosa mi era preso?
Avevo la mente affollata, colma di pensieri recriminanti e sentivo lo sguardo bollente di Neville puntarmi la schiena.
Lanciavo occhiate di qua e di là convinta che da un momento all'altro avrei ricominciato a ricevere miriadi di pensieri da chiunque mi passasse davanti, ma nulla. Mi sfiorai la gola pensando che forse era quello il mio nuovo potere. Il mio stupido nuovo potere che non aveva alcuna utilità se non fare del male.
La porta di quel piccolo e improvvisato ospedale si aprì e comparve la preside McGranitt. Percorse sontuosamente la Sala tenendo il collo dritto e la testa alta, non proferì parola finché non arrivò al lettino di Luna.
Mi lanciò un'occhiata per poi rivolgersi a mio padre, stava tanto dritto che pensai che prima o poi avrebbe fatto anche un inchino.
«Professoressa McGranitt» salutò mio padre.
Lei gli fece un cenno.
«Come sta la signorina Luna?»
Il fatto che la chiamasse "signorina Luna" mi fece sorridere, era un po' come se fosse ancora quella sua studentessa che alloggiava a Hogwarts e si faceva rubare dai compagni gli indumenti. Me ne aveva raccontate a bizzeffe di quelle storie.
«È stabile, ha soltanto bisogno di un po' di riposo. Non appena avremo finito qui la porteremo in un posto più adatto»
Entrambi volsero il loro sguardo a me, mi sentii avvampare e assunsi una posa probabilmente poco sciolta.
La preside fece un sospiro. Pensai che forse fosse stufa di avere a che fare con me e... un momento. Mio padre avrebbe perso il posto di lavoro? Era forse per questo che era sbottato in quel modo?
D'un tratto la rabbia si dissolse per fare posto al senso di colpa. Un sentimento di certo non nuovo ma che mi colpì nel profondo e mi fece pentire di tanti dei miei comportamenti.
La preside si rivolse a me «Se non le dispiace signorina Paciock, vorrei parlare con lei»
Aveva un tono pacato e mi parlò con una dolcezza che negli ultimi tempi avevo sentito utilizzare soltanto da Albus.
Feci sì con la testa, avevo paura persino ad aprire la bocca. E se involontariamente...
«Mi segua, prego»
La vidi girarsi e dirigersi verso l'uscita portandosi dietro quel suo lungo vestito marrone e decisamente vintage. Lanciai un'ultima occhiata a Neville che però stava tenendo la mano a mia madre. Gli promisi sottovoce che avrei sistemato tutto.Arrivate di fronte al massiccio gargoyle, la preside con un colpo di bacchetta lo fece muovere e noi ci intrufolammo nel suo studio. Era diverso da come Neville me l'aveva descritto, molto più accogliente di quanto immaginassi. Le pareti erano rivestite da una carta da pareti orribile color magenta, ma almeno dava un'aria natalizia alla stanza. Aveva mobilia d'ogni tipo: alta, bassa, rettangolare, quadrata, con i cassetti, con le ante o semplicemente mensole ed era tutto ricoperto da gingilli irriconoscibili. Non avevo mai osservato nulla del genere, pensai anche che ci fossimo sbagliate e fossimo finite in un museo d'antiquariato di qualche tipo. Il caminetto era acceso e le lingue di fuoco danzavano una addosso all'altra. Più che danzare sembravano combattere.
Mi avvicinai cauta a uno strano oggetto a forma di trottola, era piccolo, poteva starmi in tasca, chissà che cosa faceva....
«È uno spioscopio», sobbalzai sentendo la McGranitt dietro di me. Tolsi la mano e la misi dietro la schiena.
«A cosa serve?» chiesi sottovoce.
«Possiamo definirlo come un... detector oscuro?» tentennò «Comincia ad animarsi quando qualcuno che ha cattive intenzioni si trova nelle sue vicinanze»
Prese lo spioscopio, lo esaminò abbassandosi gli occhiali e poi me lo porse. La guardai confusa. Avrebbe forse dovuto muoversi? Avevo cattive intenzioni?
«Lo prenda» mi intimò.
Avvicinai la mano incerta finché non afferrai l'oggetto. Potevo... tenerlo?
«È tascabile» mi avvisò dirigendosi verso la sua scrivania. Allora lo infilai nella tasca della felpa e la seguii.
Lei mi fece cenno di accomodarmi così mi sedetti sulla sedia di fronte alla sua.
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𝔇rowning
FantasyEX "SWEET BUT PSYCHO" Il quinto anno. Il passaggio dalla vita da bambino a quella adolescenziale. Chloe Paciock, nata dall'unione di due grifondoro, sarà pronta ad affrontarlo? Cosa penserà una volta scoperta chi è la vera Chloe? Nel frattempo suo p...