La verità

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«Mi dispiace» sussurrai a mia madre, abbastanza sottovoce affinché mi sentisse soltanto lei.
Mi dispiaceva. Mi dispiaceva anche soltanto di averla fatta stare in pensiero. Anche soltanto di aver condotto la sua attenzione su di me, quando di certo aveva di meglio da fare.
«Anche a me» disse commossa. Ma di cosa? pensai.
Guardai di sottecchi Neville che guardava il pavimento, probabilmente intento a rimanere serio di fronte a me. Doveva cominciare a porre dei limiti è questo che pensava. Doveva cominciare a sgridare, era stato buono per troppo tempo, non solo con me.
«Chloe» disse alzandosi e porgendomi la mano.
Guardai la mano appiccicaticcia che aspettava di essere stretta, tanto male che lui la ritirò.
«Ciao papà» mi limitai a rispondere. E lui accennò un sorriso.
Con il pentimento di aver mandato quella lettera continuò comunque a mantenersi composto. Continuava a meditare sulle parole giuste da dire, il tono, persino l'espressione facciale, senza rendersi conto che ci ritrovavamo faccia a faccia da circa cinque minuti. Era una cosa nuova per mio padre.
Mi fece segno di sedermi accanto a lui.
«Potete lasciarci soli?» chiesi ai presenti. Non avevo voglia di mostrarmi vulnerabile.
I signori Potter lasciarono il salotto con un «Certo» bisbigliato e probabilmente vogliosi di lasciar spiegare a me l'accaduto.
«Io resto» disse Scorpius deciso mentre Rose gli prendeva la mano. Qualcosa tormentava la mente di Scorpius ma ero talmente occupata a preoccuparmi di Neville che non volli indagare. Notai però i suoi occhi lucidi e un senso di tristezza mi pervase.
«Siamo al corrente di quello che sei» disse subito mio padre.
«Conosciamo la tua vera natura e la rispettiamo Chloe» disse.
«Ma non posso accettare il fatto che tu ne faccia una scusa. Non posso accettare il fatto che tu la usi come pretesto, per farti un viaggetto con il tuo nuovo fidanzato a quanto pare» disse tutto d'un fiato. Questo era davvero quello che pensava. Potevo leggerglielo negli occhi. E il fatto che ne abbia parlato singolarmente mi faceva capire che mia madre era in disaccordo.
Ero talmente delusa. Delusa da tutto quello. Dall'insignificante discorso di mio padre. Dalla mia taciturna madre. Da me stessa.
D'un tratto mi accorsi delle lacrime che sgorgavano dai miei occhi e mi stupii del mio inaspettato autocontrollo.
«Sai che non è così» sentenziò Scorpius. Che gli prendeva? Piangeva a dirotto.
«Sai che non l'avrebbe mai fatto per quel motivo. Sai che ne aveva davvero bisogno»
«Stanne fuori Scorpius» disse secco Neville.
«Non trattarlo così» urlai senza volerlo.
«Non ne sto fuori! L'avete recriminata senza motivo. Avete cercato di farle una colpa soltanto per il fatto che questa è una situazione completamente nuova!» gridava. Aveva il viso bagnato dalle lacrime, le vene gli pulsavano ardenti.
«E ora l'hanno anche espulsa!» disse finalmente.
Il mondo mi crollò addosso. Mi avevano espulsa? Avevano davvero avuto il coraggio di espellermi?
Mi avevano rimessa in piedi ma in pochi secondi erano riusciti anche a farmi ricadere e non sapevo se mi sarei più alzata veramente.
La testa girava vorticosa mentre mi aggrappavo al ricordo di Scorpius che mi proteggeva più che mai.
Vidi mio padre allungarmi una busta perfettamente sigillata. Il timbro di Hogwarts ci era stampato sopra, come a voler sottolineare che non era un falso, come a voler dire che ero davvero espulsa e i miei genitori non avevano fatto niente per impedirlo.
«Perché?!» fu l'unica cosa che mi uscì dalla bocca anche se sapevo già la risposta.
«Perché hanno paura ecco perché!» urlò Scorpius che nel frattempo mi si era avvicinato.
«Hanno paura del nuovo, hanno paura persino di venirti a trovare! Hanno mandato tuo padre a darti la lettera perché sono troppo codardi per portatela di persona o per spiegarti il perché!»
«Basta così Scorpius!» gridò mio padre.
«Non costringermi ad immobilizzarti».
Lui mi cinse le spalle con un braccio e chiuse la bocca asciugandosi gli occhi.
Troppe cose mi affollavano la mente. Non riuscivo più a pensare o a "leggere".
«Forza Chloe. Andiamo a casa» disse Neville.
Volevano portarmi a casa?! Io non sarei andata a casa! Sarei finita dritta dalla preside. In cerca di una risposta valida!
«Io non ci vengo a casa con voi» esclamai in tono sprezzante.
«Visti i miei ottimi voti. Esigo una spiegazione. Si parte per Hogwarts» decisi per una volta in vita mia.

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