Lunedì mi alzai dolorante.
Dopo aver comunicato tutto a mio padre, non aspettai nemmeno che Luna si svegliasse; sapevo che una volta in sesto, sarebbero entrambi partiti, così le scrissi una lettera e la lasciai sul comodino dell'infermeria. In seguito mi rifugiai nella stanza delle necessità per il resto della giornata. Non ero pronta per affrontare tutte le persone che mi avrebbero chiesto chiarimenti, in più avevo davvero tanta voglia di urlare e in quel luogo non c'era pericolo di ferire nessuno. Mi posizionai sul divano, affondando la testa nei cuscini abnormi che lo imbottivano e urlai tutto ciò che non avevo potuto urlare fino a quel momento. Sentii un paio di vasi cadere e per fortuna non c'erano finestre o specchi da frantumare.
A un certo punto sentii la porta cigolare. Non mi girai neppure, rimasi di spalle alla porta; sapevo chi fosse, lo si capiva dai passi incerti. Albus doveva aver visto che non ero assieme ai miei genitori in infermeria e dopo la fine delle lezioni... beh c'era soltanto un posto in cui potevo essere, perciò...
Mi conosceva dannatamente bene.
«Posso?» chiese lui chiudendo la porta dietro di sé
«Sei già entrato» risposi sarcasticamente. Non vidi la sua espressione ma capii che se l'era aspettata. Insomma, lui sapeva tutto fin dall'inizio. Scommettevo che sapesse anche del processo e del Wizengamot. Ero certa anche del fatto che uomini dalle vesti prugna e una W d'argento stampata sopra avrebbero maneggiato i miei incubi per qualche tempo. Comunque sapevo che prima o poi l'avrei perdonato, lo amavo e non l'avrei lasciato andare per una stupidaggine del genere.
Lui si sedette al mio fianco e alzò gli occhi fino a incontrare i miei. Lo vidi, vidi che era dispiaciuto, che avrebbe voluto fare qualcosa per impedire al mondo di venirmi contro. Mi prese la mano e me la accarezzò dolcemente, mentre io tentavo di nascondere le lacrime che stavano per sgorgare. Si avvicinò a me e mi sfiorò la guancia, poi portò il viso molto vicino al mio.
«Scusami» sussurrò, guardandomi negli occhi, mentre tentavo di rimanere impassibile anche se tutto ciò che volevo era baciarlo e sentirlo veramente vicino. Gli posai la mano sulla spalla, la feci scorrere per il suo braccio e gli presi la mano, per poi annullare la distanza che avevamo, quei pochi centimetri che separavano le nostra labbra. Ci baciammo dolcemente, ma poi aumentai il ritmo perché avevo soltanto bisogno di lui.
Albus mi infilò una mano tra i capelli e l'altra sul fianco, mentre io mi misi a cavalcioni su di lui. Ci baciammo finché lui non si staccò per asciugarmi una lacrima che mi era sfuggita.
«Sei preoccupata?» mi chiese. Io mossi la testa per dire sì. Mi sfiorò ancora col dorso della mano e mi lasciò lievi baci sul collo mentre io chiudevo gli occhi per godermi quei pochi minuti di pace, estraniata dal mondo. Gli avvolsi le braccia attorno al collo e lo strinsi a me più che potei.
«Quindi... non senti più i pensieri della gente?»
Scossi la testa.
«Mi sa che sono definitivamente una banshee»
Lui aprì la bocca in un sorriso splendido che mi scaldò il cuore.
«Fico» cominciò «La mia ragazza è una banshee e può prendervi tutti a calci nel culo», poi mi poso un bacio sulle labbra ma durò troppo poco. Riuscì a strapparmi una risata fragorosa «Albus, tu non hai bisogno di me per difenderti»
Lui ci pensò un momento.
«Sì beh, se finissimo in una battaglia sarebbe molto più comodo se tu li stendessi tutti con un urlo» disse «Piuttosto che buttarli giù come birilli lanciando incantesimi alla caso...»
Si mise a ridere e cominciò a farmi il solletico.
Passò tutto il pomeriggio assieme a me, gli chiesi se non avesse qualche lezione importante, in fondo io sarei dovuta stare una settimana a non fare nulla ma lui doveva partecipare, mi disse che i professori avrebbero capito. A fine anno avremmo dovuto affrontare i G.U.F.O. e perdere tanti giorni di scuola sicuramente non avrebbe aiutato a farmeli passare sufficientemente, ma non potevo farmene una colpa. Stupido Wizengamot, sapevo come sarebbe andata a finire perché indire una riunione, addirittura un processo? Tutti pensavano già che fossi una serial killer, non mi avrebbero lasciata vagare per Hogwarts come mi pareva mettendo in pericolo tutti gli altri studenti.
Ma io sapevo di potermi controllare. Più i minuti passavano, più acquistavo sicurezza sul mio potere, più ne avevo il controllo, lo percepivo. Quei vecchi maghi raggrinziti mi avrebbero sentita.
STAI LEGGENDO
𝔇rowning
FantasyEX "SWEET BUT PSYCHO" Il quinto anno. Il passaggio dalla vita da bambino a quella adolescenziale. Chloe Paciock, nata dall'unione di due grifondoro, sarà pronta ad affrontarlo? Cosa penserà una volta scoperta chi è la vera Chloe? Nel frattempo suo p...