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Lui abbassò lo sguardo e se ne andò.
Rimasi lì pietrificata, mi sentivo una vera idiota.

Il mio telefono iniziò a squillare guardai il nome sullo schermo, era Roxy.
Tempismo perfetto pensai.

Accettai la chiamata, ma non risposi.
"Paris, ehi! Mi senti?"
"Si..si ti sento" ero in soprappensiero e confusa, ci provavo a nasconderlo, ma non ci riuscivo.
"Mamma mia quanto tempo! Sai oggi ho incontrato quel coglione di Brandon e mi ha fermato e mi ha chiesto di prenderci un caffè insieme! Ti rendi conto?!"
"A-Ah si, menomale"
"MENOMALE? Ma vuoi scherzare!"
"A-Ah"
Lei rimase in silenzio, avrei davvero voluto darle ascolto, ma ero come in una specie di trans, incantata a guardare il vuoto.
"Paris..che ti prende?" potevo capire la sua preoccupazione dalla sua voce.
Prima di risponderle, aspettai, rimasi in silenzio e poi l'unica cosa che riuscii a dirle fu:
"Ma io non capisco" nella mia testa c'era una girandola che continuava a girare.
"Senti Roxy ti posso chiamare stasera, ora ho una lezione" le dissi, non era vero, non avevo nessuna lezione, ma volevo stare da sola a pensare.
Lei mi rispose che andava bene e poi io riattaccai il telefono.

Camminando lentamente, e guardando a terra arrivai dove c'erano tutte le sale, alcune erano ancora piene, gente che provava, lezioni che si svolgevano, ma poi ne trovai una vuota.
Entrai dentro la sala e potete già immaginare cosa feci.
Attaccai il mio telefono allo stereo e iniziai a ballare, non so quante ore precise passarono, so solo che rimasi lì a ballare fino all'ora di cena.

Quando ballo i pensieri negativi se ne vanno, quando ballo so che nessuno può fermarmi, che nessuno può battermi; la musica è una forma d'arte così grande e così bella,che chi non l'apprezza non sa cosa si perde perché nella musica c'è tutto.
La mente entra in una realtà che nessuno può vedere a parte te e questo è fantastico.

Stavo ballando quando con una giravolta mi accorsi di qualcuno che mi stava guardando, mi spaventai all'inizio poi vidi che era Muso.
Fece una faccia come per complimentarsi e poi disse: "Paris, avevo proprio ragione. Sei proprio una Queen."
Sorrisi e corsi verso di lui.
"Stai bene?" mi chiese.
"Ehm, si.. insomma mi sono ripresa" lui alzò un sopracciglio, ma non fece altre domande.
Suppongo che qualcosa avesse già capito.
Mi disse che la mensa stava per chiudere e che se volevo mangiare dovevo sbrigarmi.
Gli dissi che non avevo fame e che avevo degli impegni e che molto probabilmente sarei stata tutta la sera in stanza.
[...]
21.45
Parlai con Roxy che mi spiegò le sue vicende con Brandon (ultimo ex) e io le spiegai le mie di vicende e parlammo per una mezz'ora circa.

Mi ero preparata per la notte, dopo tutto il tempo in sala mi ero stancata abbastanza, ma appena mi misi a letto per guardare i cartoni, bussarono.
Immaginate l'ansia...

Mi alzai dal letto e piano aprii la porta.
Mocassini neri, pantaloni neri e una maglietta bianca spuntarono da fuori la porta.
Alzai lo sguardo e Michael fece lo stesso, lentamente.
Aprii di più la porta e con la voce fine mi disse:
"Ciao" ricambiai il saluto facendogli un mezzo sorriso, dopo la situazione che si era creata tra noi pensavo di non vederlo per qualche giorno, invece era venuto da me.

Lo feci entrare e lui mi porse un sacchetto bianco, con dentro del cibo.
"So che non hai cenato e che non eri in camera tua, che sei stata tutto il giorno a provare in una sala da sola..tutto il giorno senza mangiare. Tieni."
Lo presi e sorrisi.
"Sei sempre così gentile" dissi sorridendo di più.
"Non so se lo sai ma anche quando sei ubriaca me lo dici"
"Infatti è la verità" risposi con la bocca piena.

Era così bello stare con lui, eravamo come la tigre e il drago.
Passammo la serata così, a mangiare e parlare e a guardare i cartoni sulla tv.

Sorry If I waited your eyes ||m.j||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora