22.Due di notte.

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Dylan:
Guardo l'ora sul telefono 01:20 mi alzo piano dal letto, esco di casa cercando di fare meno rumore possibile. Prendo la macchina che ho lasciato a qualche metro di distanza dalla mia abitazione. Sfreccio via sulle strade della città che non dorme mai. Mi lascio alle spalle i grandi grattacieli illuminati da tantissime luci colorate. Metto la musica in modo da farmi compagnia durante il viaggio.
I'm so tired of love songs, tired of love songs
Tired of love songs, tired of love ( Sono così stanco di canzoni d'amore, stanco di canzoni d'amore)
Risuonano forte le parole di I'm so tired nella macchina, stanco dell'amore, stanco delle relazioni difficili,della vita,stanco di tutto.
Ma ogni volta che ripenso a lei raccolgo le poche forze che ho in me e stringo i denti e continuo a camminare verso il mio obiettivo.
Arrivo con qualche minuto di ritardo al magazzino, parcheggio la macchina e subito dopo un auto accosta vicino alla mia è Lucas. Scendo e nel frattempo lui parcheggia l'auto.
"Pronto?" Mi dice venendomi incontro.
"Si certo" dico. Ci avviciniamo cautamente alla struttura, senza farci notare dalle varie persone che controllano il magazzino, Lucas tira fuori dalle tasche dei jeans scuri delle chiavi. Apre una porta situata sul retro ed entriamo. Accendiamo le torce dei telefoni e iniziamo a camminare in uno stretto corridoio. "Di qua" dice sussurrando e facendomi un cenno con una mano. Lo seguo e intanto osservo le pareti scolorite e piene di crepe. "Eccoci" dice fermandosi di colpo davanti a una porta. "La dobbiamo aprire" dico avvicinando la mano alla maniglia. "O cerchiamo la chiave o forziamo la serratura" dice "Ma se forziamo la serratura poi se ne accorgono" dico passandomi una mano tra i capelli. "Iniziamo a cercare delle chiavi magari ci sono sennò non abbiamo molta scelta" dice ed io mi giro e vado verso le scrivanie. Iniziamo a rovistare nei vari cassetti ma ci sono solo fogli e altre cose inutili.
"Trovato qualcosa?" Chiedo a Lucas.
"Aspetta aspetta, cos'è questo?" Dice alzando un foglio, mi avvicino ed osservo la foto dove lo sfondo è proprio quella porta, è un po' sbiadita e ci sono delle persone e su alcune c'è una X rossa sopra. Faccio una foto con il cellulare e la mettiamo a posto. "Dobbiamo forzarla per forza" dico avvicinandomi alla porta e Lucas è d'accordo con me. Dopo vari tentativi riusciamo ad aprire questa benedetta porta e davanti a noi appare una rampa di scale vado avanti e inizio a salire i gradini uno ad uno, osservo tutto ciò che ho intorno ed è tutto così strano. Al piano superiore ci sono altre stanze e ogni porta è chiusa a chiave. Mi avvicino ad una che attira particolarmente la mia attenzione, è rossa scolorita dal tempo, ovviamente è chiusa avvicino l'orecchio alla porta e da dentro sento dei rumori, dei lamenti.
"C'è qual..." non riesco a finire la frase che Lucas mi tappa la bocca. "È arrivato qualcuno di sotto, dobbiamo andarcene" dice velocemente. Corriamo giù per le scale e usciamo dal magazzino. E fuori notiamo che ci sono diversi uomini che discutono. "E ora cosa facciamo?" Chiedo sussurrando
"Non lo so andiamo lì dietro" dice indicando dei bidoni. Ci abbassiamo dietro di essi è aspettiamo che gli uomini di mio padre entrino all'interno della struttura. Menomale non si accorgono di noi. Una volta scampato il pericolo torniamo verso le nostre auto correndo.
Dietro a quella fottuta porta c'era qualcuno. Ma chi? Amanda? Non ne ho idea ma devo tornare lì e scoprirlo a ogni costo. Do un pugno sul manubrio. Sto impazzendo.
Amanda:
Chiusa in questo terribile posto non so più cosa fare. Giro e rigiro all'interno di queste quattro mura. Avvolta nel assoluto silenzio mi distendo sul piccolo e un po' scomodo letto. Dopo poco sento strani rumori e di solito a quest'ora ci sono solo alcuni uomini fuori che controllano le varie uscite. Qualcosa non torna, c'è qualcosa di strano. Mi avvicino con l'orecchio alla porta per riuscire a sentire qualcosa, qualcuno è appena entrato.
Sento delle voci mano a mano sono sempre più forti segno che si stanno avvicinando. Dopo poco riesco a distinguere due voci di due ragazzi e una è molto familiare.
Le due persone sono sempre più vicine e uno di loro si ferma davanti alla porta dove sono chiusa. La voce è così familiare ma non riesco ad associarla a nessuna persona che conosco. Poi di colpo sento "C'è qual..." ma viene bloccato dall'altro che lo richiama e poi vanno subito via.
Dopo pochi minuti salgono altre persone sento che stanno aprendo la mia porta, mi sposto bruscamente e mi siedo sul letto. Entrano e mi guardano. "C'ERA QUALCUNO QUI?" Chiede uno urlando deciso. "No nessuno" dico cerando di essere più convincente possibile.
"Vedi bene di non mentirmi ragazzina" dice avvicinandosi "Sennò sai quali sono le conseguenze" dice dandomi un bacio vicino alla bocca. Si scansa e seguito da altri tre uomini esce chiudendo la porta alle sue spalle.
Faccio lunghi respiri profondi e trattengo le lacrime. Stringo forte i pugni e continuo a fare profondi respiri fino a calmarmi. Ora ci sono abituata. Mi distendo sul letto e inizio a fissare il soffitto buio di questa orrenda stanza.
Perché a me? Cosa ho fatto di male nella vita da dover subire tutto ciò? Non riesco a darmi pace. Ripenso alla voce di prima e poi collego tutto. È Dylan era riuscito a trovarmi. Devo far in modo che sappia che sono proprio qui dentro. Ma come posso fare?
Penso e ripenso ma non posso fare molto dato che sono qua dentro, ma un modo ci deve pur essere.
Rimango per non so quanto tempo a fissare il vuoto cercando di farmi venire in mente qualche idea decente, ma niente vuoto totale.

Spazio autrice:
Ecco qua un nuovo capito di 'Ricominciamo da qui' spero vi piaccia.
Ci stiamo avvicinando alla fine del libro. Ce la farà Dylan? Non vi resta che scoprilo nei prossimi capitoli.
A presto B💘

Ricominciamo da qui 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora