Cap. 1 - L'ingresso

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Oggi è il mio primo giorno qui, per ora non so nulla di questo luogo o quanto dovrò restarci, mi trovo nel centro di una struttura affiliata alla SCP. Penso di essere in un'isola, siamo arrivati in una nave carica di Container che emettevano rumori strani e alla quale mi era vietato avvicinarmi, Non ci sono animali qui, mi sento stranamente solo mentre mi guardo attorno e noto mio padre allontanarsi dalla sede, per poi risalire sull'imbarcazione, non mi lascia neanche un saluto...

Entro assieme a quelle che sembrano delle guardie vestite di nero, calve e alte che pargono senza volto data la loro espressione rigida che al solo sguardo ti paralizza, non so se sia paura o semplice ansia, non riesco a fidarmi di loro e non penso che lo farò mai. Mi aspettavo di salire dato che la struttura pareva essere solo un comune, sospetto, grattacielo; Mi trovo nell'ascensore, stiamo scendendo e la pressione dei bassipiani si sente sempre di più, ho mal di testa e non mi reggo in piedi... Non so quanto in profondità sto andando, riesco a sentire dei suoni di urla, dal piccolo oblò dell'ascensore noto una stanza in fondo ad un corridoio, con all'interno una statua immobile e voltata verso il muro, con su un incisione: 173.

Arrivo finalmente al piano dove dovrei restare, esco da quella ferraglia, ovviamente accompagnato dai Misteriosi signori, raggiungo la mia stanza, spaziosa ma poco illuminata, le pareti tinte di grigio danno un aria depressa, i mobili sono in legno bianco e il letto sembra comodo, c'è una libreria e un televisore a tubo catodico, immagino che non me ne servirò mai. Mi lasciano lì... solo... Mi distendo sul morbido letto e mi addormento, non sogno nulla ma vedo tutto nero, il tempo passa, io sono immobile e il mio sonno prosegue.

Mi sveglio dopo ore indefinite, giro per la stanza e trovo delle cuffie collegate ad un iPod, penso di avere il permesso di usarlo, cerco di accenderlo, sembra funzionare ma le sole canzoni presenti sono di genere Classico, anche se non sembrano male. Apro l'armadio e da lì recupero dei cambi puliti, L'abito si presenta con una camicia cenere, dei pantaloni neri e un gilet della medesima cromatura, le scarpe invece sono delle Valleverde nere. Guardo attraverso il vetro di contenimento, degli uomini si stanno avvicinando, vengo preso di forza e non faccio resistenza. Vengo portato in una cella con la statua che avevo visto in precedenza, il numero 173, mi hanno detto di guardarlo e di non chiudere per nessuna ragione gli occhi, nonostante ciò però per un attimo batto le palpebre e mi ritrovo la statua a meno di un metro da me, è orribile, sembra avere 4 occhi, due neri e due verde luminoso, e la bocca che ricopre quasi tutto il volto formando una specie di croce. Il cuore mi batte forte, inizio a sudare e lacrimare... Richiudo ancora gli occhi dal terrore e quella cosa mi si presenta a pochi centimetri dalla testa...quasi mi si ferma il cuore ma la porta si apre e mi portano fuori, al "sicuro", la cella viene richiusa, mentre degli scienziati dietro le guardie scrivono sui loro taccuini, come se stessero scrivendo un rapporto riguardo l'accaduto, torno ancora una volta nel mio rifugio.

Ascolto quella strana musica mentre mi contorco nel letto spaventato, riprendo a piangere e mi addormento in un bagno di lacrime e cerco di dimenticare...non capisco più nulla, vorrei che finisse tutto.

In Mezzo ai Mostri - SCPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora