Cap. 17 - Good ending?

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Ora che Linch é morto pare che non ci sia alcun problema, finché poi non mi sono ricordato dell'alto numero di anomalie evase, voglio uscire da questo posto. Chiudo la porta dietro di me e risalgo nella mia camera, il corpo del direttore é ancora a terra, lo porterò con me come eventuale esca, inizia così il mio tentativo di fuga, prima però organizzerò gli oggetti che dovrò portarmi... Il fiore di Liz, lo terrò con me finché non vi sarà la fine dei tempi; la carta d'accesso; tutti i coltelli, sia i miei che quelli di Elizabeth, l'iPod con la registrazione di n.407 e delle prove contro Salman, la collana che mi ha regalato mio padre, il libro del piccolo principe e quel libro-mattone trasandato con la storia della scuola, potrebbe tornarmi utile in futuro, metto tutto in una sacca fatta con dei pezzi di stoffa presi dalla giacca del direttore e me la porto sulle spalle, come un segno tribale creo una maschera di fortuna usando lo stesso materiale e me lo lego sulla bocca, dal naso fino al mento, prima da Linch ho anche preso i suoi occhiali da saldatore, li indosserò mentre uscirò di qui. Ad eccezione del piano più profondo, tutti gli altri sono stati chiusi con il protocollo cerniera e sono inaccessibili, incluso quello d'uscita, entro nell'ascensore e procedo a salire, in ogni piano deve esserci una leva o un bottone che aprirà per un breve periodo di tempo la porta per il passaggio al successivo livello. Cammino lentamente senza fare rumore e controllo ogni ufficio, fino ad arrivare all'ultimo, dove mi tocca passare per l'ennesima volta vicino a n.173 mentre uccide un'unità simile ad una bambina di 3 anni, chiudo gli occhi terrorizzato e oltrepasso il mostro, trovo il "pulsante della libertà" e lo premo, il risultato é esattamente quello sperato, un messaggio cita "piano sbloccato con successo".
Torno all'ascensore e salgo ancora, stavolta il problema sembra essere una grossa lucertola di carne esposta e ossa affilate, lancio a terra il cadavere del direttore in modo che l'essere possa sfamarsi di lui, nel frattempo trovo il secondo pulsante, nel quarto ufficio a sinistra, di fianco alla cella di n.049, una delle unità che ho eliminato e procedo ancora. L'energia all'ascensore viene bloccata e questo si ferma di scatto, mi arrampico al piano successivo passando per il piccolo spazio lasciato dal pavimento e dalle porte, stavolta non potrò riutilizzare questo macchinario, non mi impegno neanche alla ricerca del pulsante, nella cella di n.116 c'è un condotto per l'aria sterile, attraverso quello passo per 4 piani verso l'alto e finalmente manca poco per uscire. Ad un solo piano dall'esterno, dopo varie fatiche per arrivare a questo punto, solo un ostacolo mi blocca dalla libertà, pare che n.008 "piaga zombie" si sia diffusa e tra Unità anomale e non-morti la via per passare é totalmente bloccata, preferisco non avvicinarmi per non essere infettato o ucciso, mi nascondo nella cella di contenimento di n.166, l'adolescente succube, anch'essa mia vittima e martire del mio percorso, trovo lì una spada nera che dalla forma penso sia una katana, so cos'è perché la vidi da bambino in televisione durante una fiction, gli intarsi del manico sono rossi e una catenina pende da questo, estratta dalla fondina la lama é estremamente tagliente e dello stesso colore del resto dell'oggetto, trovo anche un ombrello e penso ad un'idea per passare, potrei farmi strada usando la lama per procedere e l'ombrello per non farmi toccare dal sangue infetto, esco dalla cella e mi preparo, apro il parapioggia e punto con la sciabola in avanti, corro muovendo rapidamente le mani coordinate alla perfezione, la destra regge la katana e la sinistra lo "scudo" di fibra di vetro. Dopo aver bagnato di sangue tutte le pareti e aver riattivato la corrente e trovato il pulsante richiamo l'ascensore, che mi porta al piano terra, esco fiero dal sito, porto le armi della mia salvezza, le memorie delle mie emozioni e l'orgoglio di una persona libera, con ancora le parole di Salman nella testa. Mi trovo finalmente all'esterno, le lacrime si nascondono dietro i miei occhiali da saldatore e delle parole soffocate dietro la maschera, mi libero di quegli oggetti dal volto e cammino verso lo scorcio affacciato sul mare, la brezza estiva mi passa addosso e l'aria pulita mi riempie i polmoni, in lontananza una barca viene verso di me, da lì scendono qualche centinaio di guardie e l'intera squadra operativa mobile pronta a riprendere il controllo della struttura, passa tra di loro mio padre con una valigia e un foglio, le parole che mi dedica sono "perdonami figlio, ma questo percorso era necessario, non lo era invece questo evento..." Apre la valigia di fronte a me, continua poi dicendo "questa é la tua ricompensa, dovrai vivere da solo, sono 173 milioni di dollari americani, io resterò con i membri del consiglio O5".

Vengo trasferito nel centro di Mountville, a qualche minuto a piedi dalla scuola, tra 3 anni inizierò i corsi lì, per ora, mi limiterò a tenere un profilo basso. Mi é stata data una casa modesta e una guardia che passerà ogni settimana a darmi delle provviste, mi rilasso al profumo di vaniglia dato da delle candele in soggiorno, ripongo i miei oggetti nella mia camera e mi distendo, finalmente fuori da quel posto orribile, spero di passare avanti ai ricordi di ogni omicidio... Addio Secure Contain Protect...

o forse no, chissà.

In Mezzo ai Mostri - SCPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora