Cap. 4 - La conoscenza

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Vengo svegliato precisamente un giorno dopo l'incontro con il direttore del sito, risalgo assieme alle guardie fino ad uno dei piani esterni, precisamente credo sia il quarto, insomma mi trovo in una posizione tale che mi permette di vedere la luce del sole. Entro in una sorta di aula, sulla quale lavagna c'è una "lezione" riguardo i ruoli dei partecipanti al progetto SCP, si parla di Specialisti del contenimento, i quali si occupano di casi di attività anomala confermata e intervengono per contenere quelli che saranno le future unità, in oltre si occupano della manutenzione della struttura di contenimento.
Successivamente troviamo i Ricercatori, formati dalle persone con le capacità maggiori in biologia, chimica o altro e si occupano della ricerca e comprensione delle anomalie.
Poi, i responsabili della sicurezza, sarebbero le guardie che mi portano di cella in cella che mantengono la sicurezza del sito e la protezione dei documenti riguardo unità anomale, vengono addestrati a difendere da qualunque ostilità e sono le maggiori linee di difesa, infine gli agenti sul campo, simili ai federali e per ultimo le Squadre operative mobili, protettori delle aree speciali.

La lezione finisce e vengo trasportato di nuovo nel sotterraneo, e successivamente, di fronte alla cella dell'unità che oggi dovrò osservare, anzi, "subire". Si chiama n.146, grado Euclid, I Ricercatori preparano subito la Panacea, che affidano alle guardie. Entro e subito noto la testa di una scultura in bronzo, un po' rovinata, sembra innocua ma la sua classificazione mi fa pensare il contrario, attraverso il vetro vengo osservato durante l'operazione di ricerca o quel che é, non mi é stato dato nessun avvertimento in questo caso quindi forse non sarà così rischioso, mi siedo sulla sedia di legno, direttamente di fronte all'oggetto anomalo e pian piano inizio a ricordare il passato... ~sono solo in mezzo alla stanza ho le mani molto piccole e sono circondato da giocattoli, c'è una donna vicina a me e ha davvero un buon odore, ma sta uscendo di casa, guardo dalla finestra e la vedo andare via con dei bagagli, sento il volto bagnato... Sto piangendo, che sia il ricordo di quando mia madre é andata via?~ torno lucido e mi ritrovo di fronte al volto metallico, é rimasto completamente immobile, sudo freddo e ho le mani rigide, sento una forte oppressione da parte di quello sguardo vuoto, riprendo ad avere quegli strani sogni lucidi ~sono nell'incubatrice e ancora non ho alcun dente, l'ho notato con la lingua, ho poche capacità di movimento, posso solo guardare, c'è mio padre, più giovane e sta parlando con un uomo, cerco di capire facendo fatica, ciò che riesco a udire é qualcosa riguardo il tenermi in una struttura di contenimento per essere addestrato fino all'età adolescenziale.~ Sono di nuovo in me ma ho difficoltà a distinguere la realtà dalle allucinazioni, gli effetti sono sempre più pesanti e vedo delle persone attorno a me, sono i miei amici, quelli che avevo prima di essere portato via, volto la testa da una parte all'altra e piango cercando di chiamarli, é ovvio purtroppo che si trattano solo di versioni immaginarie.
Torna l'immersione nei miei ricordi, vedo... ~sta piovendo, sono solo su una collina e guardo ciò che ho attorno, una distesa di fiori, orchidee... meravigliose, la pioggia é tanto lieve che quasi non mi bagna, lascia però, delle goccie luminose sui petali, esce il sole che porta con sé un arcobaleno, resto fermo e lascio che la mente viaggi, fino a trovarmi a terra nella distesa di petali morbidi~ Apro gli occhi, ma stavolta per davvero, mi ritrovo a terra con delle strisce salate di lacrime sulle guance, sono caduto dalla sedia senza accorgermene. Le guardie entrano urgentemente e mi somministrano la seconda Panacea presa fin ora, mi riprendo in breve tempo e vengo portato in barella fino alla mia stanza cupa, approfitto della pausa per pensare, ricordo di me, sono nato a Mountville e ho vissuto lì fino a quando mia madre non sparì di casa, frequentavo la scuola elementare lì e ogni giorno facevo la strada a piedi, ricordo di un ragazzino simpatico, non sapevo il nome completo ma lo chiamavo Sam, caspita se mi manca... Vorrei sapere cosa succede fuori di qui, fuori dalla prigione dei mostri...

Il giorno seguente vengo di nuovo sottoposto all'operazione per innestare di nuovo il ghiaccio rosso al di sotto delle mie mani, di nuovo doloroso, respiro affannosamente e la mia sanità mentale cala lentamente, la sento perdersi, oggi proverò ad accendere il televisore, forse guardare qualcosa mi farà stare meglio...
Appena rientrato dalla manutenzione di 009 che ha ripreso la cristallizzazione delle ossa, accento il vecchio schermo, le immagini che vedo sono strane... Non sono persone... sono...

In Mezzo ai Mostri - SCPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora