Cap. 15 - Più libertà? Allarghiamo la gabbia

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Quel folle parla di "figli del Dio universo", la sua mente é stata completamente corrotta dalla pesante esposizione a n.472, esco dalla mia stanza, mi ritrovo davanti una delle unità evase, n. 136 Euclid,"la bambola" si manifesta in modo molto inquietante. La sua bocca è smisurata, congelata in una smorfia di dolore ed eccitazione. Occasionalmente, mostra i denti o si lecca le labbra. Le sue iridi occupano quasi tutto il bulbo degli occhi, che sembrano impazziti, sembrano annunciare morte. mi avvicino lentamente alla bambola mentre sfodero il coltello, muove la lingua sulle sue labbra come se stesse gustando del sangue su di esse, l'unità cade a terra e sferro una coltellata sul suo petto, non fuoriesce del sangue ma in ogni caso sembra che le attività vitali si siano fermate, per sicurezza le stacco anche la testa dall'espressione ora spenta. Risalgo un piano e mi ritrovo davanti, per la seconda volta, una delle unità evase, stavolta é numero 273, anch'essa Euclid, "La fenicie umana", sembra essere una donna di mezza età di origini indiane, sembra amichevole, prostra una mano e mi carezza il braccio, sorride e dice "preferisco stare nella mia cella, ragazzino, mi accompagni?" Mi fido della signora e mi faccio seguire da lei, sembra essersi persa nel sito, pare non sappia leggere o che non sia a conoscenza del suo codice di riconoscimento. Ci troviamo di fronte alla sua stanza, lei entra e mi ringrazia donandomi una piuma, dopo qualche passo la donna prende fuoco e una forte vampata si espande, pian piano si estingue e ciò che rimane é della cenere bianca con attorno delle fiamme blu. Dalle ceneri il suo corpo si ricrea esattamente com'era con la sola differenza che però sembrava affamata, chiudo immediatamente la porta e la sento urlare dall'esterno, sembra stia divorando qualcosa mentre i suoi schiamazzi e lamenti rimbombano nell'aria, mi allontano lentamente per procedere verso l'ascensore, appena mi trovo all'interno un avviso risuona negli amplificatori:"COSA FATE! SIETE LIBERI! BASTA UCCIDERVI TRA DI VOI! VIVETE QUESTA LIBERTÀ COME SI DEVE" Pare che delle altre unità fuggite si stiano attaccando tra di loro, effettivamente la distinzione non é umani e unità anomale ma umani, semi umani, fantasmi, varie anomalie e altro, tutti troppo diversi per riuscire a collaborare. Salgo un ulteriore piano, sembra totalmente vuoto, a parte per il mio incubo, nonché salvatore, n.173 Euclid "La scultura", é come al suo solito rivolto verso il muro, scelgo di non puntare su di lui lo sguardo in modo che non dovrò restare a fissarlo, sarebbe fatale poiché sono solo e nessun altro può guardare verso di lui nel frattempo che Serro le palpebre. Mi sposto lentamente di fianco a lui e ciò che mi ritrovo dinanzi é orribile, due unità anomale a terra, morte, probabilmente uccise dalla scultura, si tratta di n.116 "il ragazzo fragile" e n.600 "That Guy", il primo ha l'aspetto esteriore di un maschio caucasico di circa 9 anni. La pelle è cauterizzata e segnata per oltre il 98% del corpo, della testa e degli arti. La struttura ossea di SCP-116 è drasticamente differente da quella standard di un Homo sapiens, e tutte le ossa sono pericolosamente fragili, il secondo invece è un'entità umanoide, alta circa 1,7 metri di altezza, con una corporatura simile a quella di un maschio umano adulto di peso medio per la sua altezza. Il soggetto è generalmente informe, privo di lineamenti del viso, orecchie esterne, unghie e peli corporei, il collo é spezzato in modo così grave che la pelle si é squarciata mostrando l'interno, è formato da un materiale sconosciuto di densità uniforme vicina a quello del tessuto muscolare umano. Le urla della fenice sono cessate, probabilmente si é sfamata sufficientemente, decido poi di tornare all'ascensore, voglio controllare un ultimo piano per poi rientrare in camera.
Salgo l'ultimo piano per oggi e una visita inaspettata da una delle anomalie, n.844 è una massa amorfa composta principalmente di ossa umane, una grande quantità di polvere ed una forma di fungo luminescente di colore rosso.
n.844 sembra preferire ambienti bui e caldi, é rintanato vicino a del caffè ancora caldo gettato sul pavimento, probabilmente di uno dei ricercatori che cercava di fuggire, proseguendo non noto nulla di strano, così decido di tornare indietro. Di nuovo in camera mia serro la porta per maggiore sicurezza, inizio così a valutare se sia il caso di fuggire, ma preferisco restare, ho preso come una sfida le minaccie di Linch, dopotutto ora sono armato, capace di combattere e la pillola verde mi ha dotato di capacità intellettive eccelse, sull'Ipod viene mostrata una nuova traccia audio,intitolata "AUD-ENTRACE",  il contenuto cita altre parole di Linch Salman, lui dice "sono arrivato oggi qui, sono stato trasferito perché mio padre é andato nella prigione di Mountville, io sono rimasto solo e sono stato preso da questi tizi, vorrei che mio padre fosse libero, vorrei che io fossi libero...tutti devono esserlo" Sembra che si parli di quando é entrato qui, la sua ossessione per la libertà e la ragione che l'ha fatto entrare nel sito, non so quanti anni sia rimasto lì dentro, non importa però, ora il problema é quanti secondi in più resterà vivo nello stesso luogo dove mi trovo io, Mi serve un piano, lui deve essere eliminato ad ogni costo... Forse... Potrei sfruttare la capacità di assassinio del n.280, l'unità nascosta probabilmente anche a lui, "occhi nel buio".

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