24. Avevo paura

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Sam
Imburrai la pentola e la posi sul fuoco, ci versai le uova e un pizzico di sale

Su una piastra adagiai un paio di fettine di bacon

Sorrisi al pensiero di me e Rich avvinghiati

La sua vicinanza mi suscitava una bellissima sensazione

Ma qualcosa non quadrava
Un calo di zuccheri eh?
Non me la bevo, devo scoprire di più

Cos'hai da nascondere, perché non mi dice la verità?

Usai un mestolo di legno per evitare che la frittata si attaccasse

Girai il bacon utilizzando una pinza da cucina

Posi su due piatti la porzione di uova e la pancetta

Presi il cartone di succo all'arancia dal frigorifero e lo poggiai sul tavolo

Mi sporsi verso la mensola dove tenevo i bicchieri

Sentí dei passi pesanti percorrere le scale

Quel rumore mi distrasse, facendomi scivolare dalle mani un bicchiere che cadendo si frantumò a terra

Mi abbassai per raccogliere i cocci ma
ovviamente
mi tagliai con il vetro

Sentí un forte tonfo e mi girai verso il rumore

Richie era in piedi rosso in viso, teneva i pugni serrati e la mascella contratta

Notai l'origine del suono

L'agenda sbattuta violentemente sul piano da cucina

Vacillai con lo sguardo e mi alzai nascondendo la mano ferita dietro alla schiena

"Rich, io" cominciai a dire titubante

"Tu..., vai avanti, sono proprio curioso di sapere il perché la mia agenda era in camera tua" ringhiò fissandomi con i suoi occhi carbone

Un brivido mi percorse la schiena, deglutì abbassando lo sguardo

"Te lo avrei restituito, non riuscivo a trovare il momento adatto" sussurrai

"Momento adatto? Qualsiasi momento lo sarebbe stato" disse sbuffando frustrato

"Sai quanto tengo a questo taccuino? E sapere che era in mano tua mi fa imbestialire" urlò

Alzai lo sguardo
Stava esagerando

"Non ti sembra di star esagerando?" Dissi fronteggiandolo

Il suo pugno colpí il marmo del ripiano spellando le nocche colorandole di rosso

"Esagerando?" Tuonò avvicinandosi

"In quei fottuti pezzi di carta c'è tutta la mia vita, i miei segreti, nessuno avrebbe dovuto vederlo"
"Come hai potuto? Era di mio padre"
Mi stava letteralmente urlando addosso
"scusa Rich io non ne avevo idea" uscì più come un sussurro

Avevo paura
I miei occhi si appannarono, sentí le lascrime scendere lentamente
Indietreggiai spaventata
I suoi occhi erano pieni di rabbia
Avevo seriamente paura che alzasse le mani

Il suo sguardo cercò il mio,
vidi
smarrimento?

Si osservo le mani farfugliando qualcosa di sconnesso

Fissò di nuovo me

Indietreggiai fino ai vetri che non ero riuscita a raccogliere

Un dolore lancinante partí dal piede e cacciai un urlo

La confusione che vedevo in lui lasciò spazio al terrore

Si precipitò verso di me

In un attimo il rosso colorò le piastrelle bianche del pavimento

"Cazzo Sam" imprecò

Mi prese in braccio portandomi in bagno

Mi poggiò sul ripiano del lavandino

"Cosa c'era per terra?" chiese preoccupato iniziando a sciacquare la ferita sotto l'acqua corrente

"Poco prima che arrivassi è caduto un bicchiere e..."

"Cos'ha la mano?" Disse severo
"Niente Rich" sussurrai nascondendola

Riuscì ad afferrare il poso
"Perché no me lo hai detto subito? Chiese cercando qualcosa nell armadietto

"Non è niente, poi eri arrabbiato non volevo peggiorare la situazione" Dissi distogliendo lo sguardo

Tornò con l'occorrente per medicare le ferite

Mise delicatamente il cerotto sulla ferita sulla mano

"Sam sei piú importante di qualsiasi arrabbiatura" disse sovrappensiero mentre disinfettava entrambe le ferite

Il disinfettante bruciava maledettamente

Un lamento lasciò le mie labbra attirando l'attenzione del ragazzo

"Scusa" disse imbarazzato

"Tranquillo non è nulla"

"No Sam, scusa per prima" disse fissando la garza sul piede

"Ho esagerato, io non sono così, è che mio padre e quel taccuino sono un tasto dolente per me"

Disse allontanandosi

"Sono un mostro"
Continuò prendendosi la testa tra le mani

"Rich, scusa ho sbagliato, avrei dovuto restituirlo subito"
"È grazie a quel diario che ho deciso di avvicinarmi a te" Dissi

Sorrise leggermente

" non sei per niente un mostro, non farei mai questo con un mostro"

Mi guardò confuso

Scesi dal lavandino barcollando,mi venne incontro sostenendomi

Mi scappò una risata che contagiò pure lui

Prima che potesse parlare poggiai le mie labbra sulle sue

In quel contatto cercai di trasmettere tutto ciò che provavo per lui

Il suo profumo inebriò i miei sensi

I suoi ricci mi solleticavano la fronte facendomi ridacchiare sulle sue labbra

Mi staccai accarezzandogli una guancia

"Non dire mai più di essere un mostro sennò te la vedrai con me"

Annuí leggermente
Ma alzai sulle punte baciandogli il naso

"Ora andiamo che le uova si saranno freddate"

Mi attaccai a mo di koala alla sua schiena

Il posto più bello del mondo

Play with me |Richie Tozier|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora