Respira nel buio. Relegato nel buio. Attorno a lui soltanto ombre e silenzio.
Quel suono nella sua mente, un buco esploso nel silenzio, continua a risuonare ancora e ancora e ancora. Lo perfora dall'interno, come scavando nella sua carne di assassino; come cercando la strada per fuoriuscire in un rabbioso urlo di dolore.
Il rombo lontano di una moto gli pare attutito dall'ovatta, o forse dall'acqua. Forse dal sangue. Sa che non puó cambiare, sa che questo è ció che fa di lui l'uomo che è... l'uomo che è sempre stato. Forse nell'innocenza della culla le cose sarebbero potute mutare. Ma ora non piú, il canto degli angeli è giunto troppo tardi e il laccio d'Amore ha mancato il bersaglio. Sa di dover restare nell'oscurità, le ali spezzate, l'anima a brandelli, come un lenzuolo straziato dal vento. Sa di non poter cambiare. Non vuole cambiare.
Quei lividi che un tempo erano i suoi, che un tempo gli macchiavano il viso, sono stati assorbiti dentro di lui, senza mai lasciarlo davvero. Gli insulti, che un tempo gli avevano strappato lacrime e lacrime, non l'hanno mai abbandonato. Le grida si celano ancora dentro il suo petto, murate da un cemento invisibile.
Nessuno mai è giunto in suo soccorso e lui si è estratto da solo dalle macerie del dolore. Da solo ha salvato ció che ancora era intatto. Da solo ha aggiustato quel che da solo poteva aggiustare. Tutto il resto è rimasto nella sua testa, come un fantasma del passato, l'immagine di una persona scomparsa su un volantino strappato dal vento. E rimane soltanto il buio a proteggerlo.
La pistola fuma ancora tra le sue mani pallide. I suoi occhi verdi sono privi di emozione, privi di vita. Sente il freddo tocco di una pozzanghera mischiarsi al caldo ruscellare del suo sangue. Sente il dolore farsi sempre piú lontano. Nessuna luce.
Sente la morte gelida e strisciante. La sente sibilare.
Si è sempre salvato da solo, anche da ragazzino, quando si rialzava dal pavimento sputando sangue dopo aver ricevuto la buonanotte da suo padre. Si è sempre protetto da solo, anche quando da bambino aveva soltanto due braccine esili e grandi occhi da cerbiatto. Occhi innocenti, ancora pieni di speranza. Si è sempre protetto da solo, quando da bambino doveva correre svelto sotto le grida disperate di sua madre.
Ha fatto del suo meglio ma dentro è briciole e schegge. Non si è salvato, da solo si è trascinato per le strade senza trovare niente a cui aggrapparsi. Da solo ha comprato una pistola e due pallottole. Ora giace sull'asfalto tra le pozzanghere di una pioggia autunnale, un buco nel cranio e un abbraccio fatto di gelo e sussulti.
La brina del mattino giunge a coprire le strade, e copre due corpi. Due corpi simili eppure diversi. Quasi si sfiorano, padre e figlio, due assassini.

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Il Bocciolo
Şiir"Ho scritto pagine e pagine, e alla fine l'inchiostro era sangue." Raccolta di poesie in prosa.