Il tempo che resta

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C'è chi nasce, senza mai prendere un primo respiro.

E poi ci siamo noi, che camminiamo tra la gente.

L'ho chiesto al vento, quel vento di tempesta; l'ho chiesto al sole, alla pioggia invernale, ai germogli in primavera; l'ho chiesto alle rondini, quando in stormi si preparavano a migrare.

Ogni candela prima o poi si consuma. Non si sfugge all'ammaliante canzone del tempo.

L'ho chiesto a Dio, e non mi ha dato risposta. L'ho chiesto a me stessa, ma l'anima non ha parole...

L'unica vera domanda. Qual è, quant'è, il tempo che resta?

Ogni cristallo di neve, prima o poi, si scioglie. Non si può sfuggire alla litania del destino.

L'ho chiesto a me stessa, ma l'anima non parla... non parla la mia lingua.

Lo sapevo da bambina, quando correvo nei prati sotto il sole. Lo sapevo mentre imparavo a leggere, mentre scrivevo le mie prime parole. Sapevo che non si può sfuggire all'ammaliante canzone del tempo.

Lo sentivo da bambina, dentro, nel cuore, quando la pioggia martellava contro i vetri spessi. Lo sentivo sotto la pelle, mentre i tuoni squassavano il cielo. Danzavo sotto il temporale, solo per dimenticare.

L'unica vera risposta. Non è molto, e sta finendo, il tempo che resta.

E ora lo chiedo, quanto tempo resta?

E ora lo so. Dentro lo so, che non è molto, il tempo che resta. 

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