"Non ho mai temuto la morte, Beatrice. Ma oggi la temo più di qualsiasi altra cosa; più del dolore, più delle lacrime, più dell'amore. Forse persino più della vita. Vago senza meta in un incubo, pietrificato in quel terribile istante di cui ci narravano da bambini; l'istante precedente il rivelarsi del mostro; l'istante prima che il mondo precipitasse nell'eterna oscurità.
Il problema è che il mostro esiste. Io lo so, che esiste.
Ho sempre voluto essere l'eroe, ma credo che dovrò rassegnarmi a essere il mostro. È nella mia anima, batte contro il mio cuore, batte con il mio cuore. Non siamo mai divisi. Abbiamo combattuto crudelmente, e siamo rimasti entrambi feriti. Per un po' ho creduto fosse morto, e ho esultato, nel profondo di me stesso! ... e l'ho compianto, nel profondo di me stesso. E ora siamo ancora insieme, e so che non può morire, non finché io sono vivo. Respira attraverso me, si nutre attraverso me. Anela alla sua stessa distruzione. Di conseguenza, anela alla mia.
Vorrei chiedere, perché a me?
Vorrei esclamare, chi, io?!
Vorrei urlare, PERCHÉ A ME?
E temo che un giorno, trionfante, griderò, SI, SONO IO!
Non voglio perdere il controllo, non voglio che il mio mostro strisci fuori, non voglio che la gente lo veda. Ma c'è, e qualche volta mi sconfigge.
Qualche volta mi sorprendo ad amarlo.
Comunque, non voglio che sia me.
Dicono che ho perso la mia empatia, la mia compassione, la mia umanità. Dicono che non sono piú "quel bambino comprensivo". È vero, forse quel bambino è morto. Forse l'hanno ucciso, forse sono stato io. Quella forza infantile non faceva piú per me.
Voglio essere debole, voglio essere un mostro, solo per un po'.
Forse, nel profondo, ho sempre voluto che il mio mostro fosse me. Non sarebbe piú facile, non sarebbe meglio, solo per un po', lasciarlo essere me? Non è forse piú forte di me?
Voglio andare via, lontano da tutti. Voglio essere solo, solo con il mio mostro. Voglio essere libero di lasciarlo libero, di lasciarlo correre. Voglio che trionfi; voglio sentirlo ringhiare, e voglio sentirlo ridere. Voglio ammirare la sua terrificante maestosità.
Voglio dargli un nome, come già ho fatto. Voglio chiamarlo, parlare con lui. Voglio che la sua palpitante follia si espanda, che esploda e che straripi.
Voglio annegare in lui, solo per un po'.
Penso che lo farò. Non credo di avere scelta. Quindi andrò.
E quando tornerò, se tornerò mai, voglio che tu mi dimentichi. Non sarò mai più la stessa persona. Non mi conoscerai. Non dovrai amarmi. Ricorda; io non ti amo, perché il mio mostro non ti ama."
Ho scritto questo monologo in due lingue; quello originale é in inglese, e lo riporto di seguito.
"I've never feared death, Beatrice. But today I fear it more than anything else, more than pain, more than tears, more than love. Maybe even more than life. So, I am here, lost in a nightmare, petrified in that one terrifying second of the story, the one right before the monster reveals himself and the world falls into an eternal darkness. The problem is, I know the monster is real.
I always wanted to be the hero, but I think I should resign to be the monster. It is in my soul, it beats against my heart, it beats within my heart. We never split. We fought hard, we got hurt, both of us. For a while I thought it was dead, and I boasted within myself! ... and I mourned within myself. And now we are still together, and I know it can not die, not until I am alive. It breathes with my lungs; it is fed with my food. It longs for its own destruction. Therefore, it longs for mine.
I'd like to ask, why me?
I'd like to cry, why, me?!
I'd like to scream, WHY ME?
And I am afraid that one day I will boast, YES, IT'S ME!
I don't want to lose control, I don't want my monster to crawl out, I don't want people to see it. But it's there, and sometimes it wins. Sometimes, I even love it. Still, I don't want it to be me.
They say I lost my empathy; I lost my sympathy; I lost my humanity. They say I am not that merciful child anymore. It is true, maybe, maybe that child is dead. Maybe they killed him, maybe I did. That childish strength was no use for me.
I want to be weak, I want to be a monster, just for a while.
Maybe, deep inside, I always wanted it to be me. Isn't it easier, isn't it better, just for a while, to let it be me? Isn't it stronger than I am?
I want to go away, very far from everybody. I want to be alone, alone with my monster. I want to be free to let it go, to let it run. I want it to boast, to growl, to laugh. I want it to be.
I want to admire his freaking majesty.
I want to name him, as I already did. I want to call him, to talk with him. I want his quivering madness to spread out, to blow up, to flood. I want to drown into him, just for a while.
I think I'll do it. I feel I have no choice left. So, I'll go.
And when I come back, if I ever come back, I want you to forget me. I'll never be the same as I am.
You won't know me. You must not love me. Remember: I don't love you, because my monster doesn't."
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Il Bocciolo
Puisi"Ho scritto pagine e pagine, e alla fine l'inchiostro era sangue." Raccolta di poesie in prosa.