Non passai tranquillamente la notte. Mi giravo e rigiravo, stringendo forte il cuscino, piangendo e dicendo:"Ti prego, Alex, non te ne andare, resta con me". Queste parole, dapprima sussurrate, poi urlate, svegliarono Louis, che entrò nella camera in cui avrei dovuto dormire.Mi fermò prendendomi per i fianchi, mentre io, urlando e piangendo, gli chiedevo di non andare via, convinta che fosse Alex
-Celeste! Celeste, svegliati! Stai facendo un incubo!
-Alex, no, non andare - dissi, tremante.
Mi svegliai piangendo e sussurrando quelle parole.
-Celeste, sono Louis, non Alex.
-Oh, Louis, perdonami.
-No, scusami tu.
-Per cosa?
-Perché sono io e non il ragazzo che ami. Alex.
-No, era solo un incubo brutto. Lo sai che nei sogni accadono cose strane.
-Si, ma tu lo supplicavi di non andare via.
-Ah.
-È il tuo ragazzo?
-No.
-Allora perché quella volta mi ha mollato un pugno dicendo che eri la sua ragazza ?
-Non lo so. Ti direi che lo ha fatto per gelosia, ma ormai non credo più neanche a quello.
-Perché?
-Così.
Non volevo che Louis pensasse che lo stessi usando per scacciare dai miei pensieri la partenza di Alex.
-Dei miei amici mi hanno detto che è partito. Ecco perché, Celeste. Non mentire.
-Si, è partito, ma non avrei motivo di piangere per lui. Che mi interessa, è anche fidanzato. E non è neanche così simpatico come sembra.
-Sorridi anche quando ne parli male, Celeste. Ti brillano gli occhi. Ti manca.
-Ho detto di no. E ora scusa, ma vorrei cercare di chiudere occhio.
Louis sembrava essersi rassegnato alla mia riservatezza ma, d'altro canto, era chiaro che non si fosse bevuto il mio "No" riguardo ai sentimenti che provavo per Alex.
-Adesso ti preparo del latte caldo, così dormi tranquilla.
-Non serve che ti disturbi.
Mi mise l'indice sul naso per zittirmi.
-Shh. Aspetta soltanto cinque minuti.
In realtà, non avevo voglia di andare a vomitare anche il latte, perché ero stanca e priva di forze e, soprattutto, avevo voglia di dormire davvero.
Passarono i cinque minuti.
-Ecco il tuo latte. Bevi. Ti farà bene.
-Grazie.
-Sei molto calda.
-Si, ma ho molto freddo.
-Ora ti misuro la febbre.
Prese il termometro e me lo infilò sotto al braccio.
38.5 °C.
-Le hai prese le medicine che ti avevo dato per la febbre?
-Si.
-Okay, domattina ti porto dal dottore.
-Non occorre.
-Invece si. Non ti è ancora passata.
-Magari domani starò meglio.
Iniziai a tremare e a battere i denti per il troppo freddo.
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Life explosion.
Romance"Siamo tutti nello stesso gioco, solo livelli diversi. Combattendo contro lo stesso inferno, solo demoni diversi". E lo sa anche Celeste, che vive a Manhattan in una famiglia che la fa sentire esclusa. Da quando ha intrapreso la sua carriera da mod...