Non avevo più forza nelle gambe, mi tremavano insieme al cuore. Le mie lacrime viaggiavano veloci verso il mio corpo semi nudo, troppo esausto per continuare a reggersi in piedi. Arrivò un vento fortissimo, uno di quelli che sembra annunciare un pericolo imminente, che ti spazza via pure l'anima. O, almeno, ci speravo che me la portasse via, assieme a tutti i dolori e le ferite.
Passi una vita a dire che l'inferno non ti fa paura, ma è tutto totalmente diverso quando ti ingoiano le sue fiamme. E' come essere trascinato bolgia per bolgia, vivendo intensamente ogni ferita, urlando in attesa di un aiuto, una voce amica. Ma non puoi pretendere che i dannati plachino le anime di altri dannati. All'inferno non esiste la filantropia. E, forse, neppure in paradiso. Anche le anime più serafiche hanno rischiato, almeno una volta nella vita, di far parte di un cerchio infernale. Alcuni ti dicono che se cadi tu, cadono anche loro. Ma non è vero. Nessuno si lancerebbe dal burrone con te o per te.
Justin era lì, ansimante, confuso, sudato e nudo, mentre mi osservava in modo furente. Si avvicinava lentamente. Ogni suo passo, per me, era una pugnalata, un inabissamento verso Lucifero.
-Cosa vuoi? Lasciami in pace! - lo supplicai, piangendo.
Non ce la facevo più, volevo scappare lontano. Lui scoppiò a ridere come un essere posseduto, poi mi prese le mani e mi guardò con le lacrime agli occhi. Di nuovo. Il suo sguardo non nascondeva i suoi disturbi mentali evidenti.
Ma, ormai, non c'era molto di cui avere paura. Se mi avesse ammazzato, avrebbe posto fine a tutta la mia vita soffocante.
E, invece, ero ancora lì, costretta a respirare mentre il peggio mi avvolgeva tra le sue braccia.
-Ti amo, piccola.
Poi, tornò subito serio e irato.
Il demone mi passò la mano su una coscia.
-Hai delle gambe molto lisce. Sarebbe proprio un peccato non esplorarle.
Avendo le mani nuovamente legate, non riuscii a difendermi. Con l'altra mano mi prese l'altra coscia e me le divaricò entrambe.
-Lo so che non aspetti altro che avermi.
-Ti prego, non farlo. Farò tutto ciò che vuoi, ma non toccarmi!- lo supplicai.
-E' questo tutto ciò che voglio. Sin dalla prima volta che ti ho visto, non ho desiderato altro che sbatterti come una puttana.
Un senso di nausea mi dominò lo stomaco.
Provai a dimenarmi. Mi tremavano le membra, sudavo freddo, urlavo.
Ero legata, totalmente impotente.
Si lasciò cadere lentamente i boxer a terra, mentre muoveva la sua lingua sul mio collo. Chiusi gli occhi per non guardare le sue nudità. Poi, di scatto, mi strinse la gola per farmi aprire la bocca e infilarmi un mini antidoto che aveva in mano. Dopo qualche minuto, iniziai a vedere tutto sfocato e a perdere i sensi, mentre lui faceva di me la sua bambola.
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Life explosion.
Storie d'amore"Siamo tutti nello stesso gioco, solo livelli diversi. Combattendo contro lo stesso inferno, solo demoni diversi". E lo sa anche Celeste, che vive a Manhattan in una famiglia che la fa sentire esclusa. Da quando ha intrapreso la sua carriera da mod...