Capitolo 48
Era seduto a terra, a torso nudo, con le gambe spalancate. Dalla fronte e dal labbro gli colava del sangue. Aveva lo sguardo assente ed era circondato di birre. Un paio erano rotte, probabilmente si era ferito con quelle.
-Vattene.
-Si può sapere perché sei ovunque? Sei una persecu...
-Vattene! Vattene via!- urlò senza neanche lasciarmi finire la frase.
Luna gli ringhiò, parandosi davanti a me.
La accarezzai.
-Non ti preoccupare, piccola. È tutto a posto.
-Ora parli anche con i lupi?
-Non è un problema tuo, Justin. Continua pure a bere. Forse da alcolizzato sei meno irritante.
Sputò la birra, poggiò la bottiglia a terra e si alzò di scatto, bloccandomi contro il muro, con il fiato sul mio volto. Luna, allarmata, stava per saltargli addosso. La fermai, bloccandola con la mano e lei si tranquillizzò.
-Davvero mi trovi così irritante?
-Ti allontani un po', per favore? Puzzi tremendamente di birra.
Non mi ascoltò. Continuò a scrutarmi, cercando di indagare il mio animo tramite il mio sguardo. Cercava una risposta. Gli si riempirono gli occhi di lacrime e le sue labbra iniziarono a tremare.
-Puzzo di birra per colpa tua! Perché non riesco a perdonarmi che mi odi! Non ci riesco! – e scoppiò a piangere come un bambino, poggiando il suo capo sulla mia spalla, mescolando lacrime e sangue. Glielo permisi perché la presenza di Luna mi faceva sentire sicura. Mi prese delicatamente la mano e cominciò ad accarezzarsi i capelli con essa, mentre continuava a lacrimare, riempendomi la maglietta di sangue.
Lo scostai da me, presi la sua cravatta da terra e cominciai a tamponare le sue ferite sul volto.
-Queste ferite sono da bloccare e disinfettare. Quindi scusa se sto per fare questo.
Mi versai un po' di saliva sulle mani e gliela passai sulle parti di pelle aperte.
-Sappi che non te lo meriti affatto. Lo faccio perché non ti voglio sulla coscienza. – puntualizzai.
Mi sorrise.
-Sei gelata.
-Eh si, siamo pur sempre in una sera di gennaio. E tutto ciò che c'è in questa casa dissestata, è una piccola candela a fare un po' di luce.
-Toglitela. – disse, indicando la mia maglietta.
-Neanche per sogno. Vuoi farmi morire di freddo? E poi non me la tolgo davanti a te. Mi vuoi morta e devo anche farti il regalo?
-Non ti voglio morta, ti voglio mia.
-Suona uguale.
Roteò gli occhi all'indietro.
-Toglitela, è l'unico modo per scaldarti. Non fare la stupida.
-Da quando spogliarsi è un modo per scald...
-Toglitela e basta!- il suo tono era notevolmente alto e gelido. Data la situazione critica, un po' preoccupata di un eventuale arrivo di un attimo di aggressività, sebbene fossi protetta, decisi comunque di fare come diceva. Me la tolsi. Mi fissava compiaciuto.
-Non guardarmi così, però!- esclamai, lanciandogli la maglietta in faccia.
-Ma il lupo deve rimanere qui per forza?- chiese.
STAI LEGGENDO
Life explosion.
Romantizm"Siamo tutti nello stesso gioco, solo livelli diversi. Combattendo contro lo stesso inferno, solo demoni diversi". E lo sa anche Celeste, che vive a Manhattan in una famiglia che la fa sentire esclusa. Da quando ha intrapreso la sua carriera da mod...