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Alex

-Lei vi ha già scelti-

Le parole di quel bambino continuano a risuonarmi in testa mentre con Elena ispezioniamo la strana pietra.

-Hai capito di che minerale si tratta?- chiede lei dopo dieci minuti buoni in cui non facciamo altro che girarla e rigirarla.
-No, è durissimo, poi sembra emanare energia propria- le dico e lei annuisce.
-Come se si riscaldasse da sola- aggiunge e questa volta annuisco io.

Non so cosa pensare di quello che abbiamo appena vissuto. Quel bambino, la melodia agghiacciante, questa pietra misteriosa. Che significa tutto questo? Ma soprattutto chi e cosa era?

-Pensi che ne dovremmo parlare con qualcuno?- mi chiede lei e io sbuffo.
-Certo e cosa diremo? Già me lo immagino, "eravamo nella valle stesi sull'erba quando all'improvviso un bambino a cui non batteva il cuore è comparso dal nulla, mentre giocava con una pietra che, tra l'altro, ci ha regalato e cantava una melodia terrificante. Oh, ho dimenticato di dirvi che ero lì con la mia compagna, si, si, proprio la figlia dell'Alpha che poche ore fa ci ha attaccato"- dico con ironia e lei alza gli occhi al cielo.

-Ok, ok, ho capito- mi risponde e io sorrido.
-Sei bellissima quando alzi gli occhi al cielo- le dico e lei si tinge di rosso.
-Oh mia Luna! È la prima volta che ti vedo arrossire! Come sei tenera- la prendo in giro ridendo e lei sbuffa.
-Smettila, ti sembra il momento?- dice indicando la pietra e io smetto di ridere concentrandomi di nuovo sul nostro discorso.

-Allora che dovremmo fare se non possiamo chiedere aiuto a nessuno?- mi chiede e io ci penso un attimo.

-Dovremmo fare delle ricerche, magari sui libri. Parlava urgs, già questo è un inizio- dico facendo riferimento alle uniche parole che aveva pronunciato, e la mia compagna annuisce.

-Io conosco la melodia che cantava. È una vecchia ninna nanna che mi cantava mio nonno per farmi addormentare quando ero piccola, ma è passato così tanto che non riesco a ricordare le parole- mi dice e io annuisco pensieroso.

-Beh inizia con il cercarle, magari ci dirà qualcosa in più- le dico io.
-E con questa che facciamo?- dice prendendo in mano la pietra e io rimango qualche secondo in silenzio.

-Non ne ho la più pallida idea- dico scuotendo la testa.
-Uno di noi dovrà portarla con se- mi dice lei con un tono quasi retorico e capisco dove vuole andare a parare.
-No, penso sia meglio che la tieni tu, il bambino l'ha consegnata a te , non a me- le dico e lei mi guarda storta.

-Oh andiamo, in questa storia ci siamo dentro insieme! Se avesse voluto solo me, sarebbe venuto quando sarei stata da sola!- mi grida dietro e io sbuffo.

-Quindi ormai abbiamo deciso che era noi che cercava? Non era qui per caso?- le chiedo e lei annuisce.
-Non credo fosse qui per caso. C'è raramente qualcuno da queste parti e poi lui correva verso di noi- dice rabbrividendo al ricordo di quegli attimi pieni di tensione.

-Non ci credo che è successo davvero- si lascia sfuggire Elena, guardando il punto in cui il bambino è scomparso.

-Dovremmo andarcene- dico stringendola a me e lei poggia la testa sul mio petto, cosa che mi permette di riempire i polmoni del suo profumo.

-Ho una sensazione orribile- continuo mentre nasconde il viso nell'incavo del mio collo.
-Non voglio tornare a casa e staccarmi da te- mi confessa e a queste parole sorrido stringendola più forte.

Intorno a noi la nebbia si è lentamente affievolita, ma non ho intenzione di aspettare che torni insieme a quel bambino.
Improvvisamente il telefono di Elena comincia a suonare con quella sua melodia da vecchio videogioco e entrambi ci ghiacciamo, spalancando gli occhi. Che ci abbiano scoperti?

Nexus, il legame del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora