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Elena
Alex mi fissa con gli occhi spalancati e non riesco a fare a meno di ricominciare a piangere.

Non so se per il sollievo di vederlo qui tutto intero, per la consapevolezza che è davvero qui, o per la paura che non mi voglia più affianco a lui.

Rimane lì, lontano da me continuando a guardarmi mentre un dolore lancinante al petto quasi mi fa mancare il respiro. Non ho bisogno che me lo dica lui. Lo sento. Sento la rabbia che sta provando nei miei confronti, ma la paura di averlo perso non è grande quanto il sollievo di vederlo vivo, e quindi si, posso affermare che è per quello che piango.

Ancora piangendo mi alzo in piedi e mi avvicino a lui, mentre lui continua a fissarmi, e senza permettergli di dire nulla mi lancio nelle sue braccia, stringendomi al suo collo e piangendo sulle sue spalle. Lui per un attimo rimane immobile, ed ho quasi paura che rimanga impassibile al mio abbraccio, ma poi dopo pochi secondi mi stringe, avvolgendomi con il suo calore e il suo profumo di quercia.

Mentre io sono ancora in punta di piedi ad abbracciarlo, lui mi solleva e tenendomi stretta si siede sul tronco dove fino a pochi secondi prima ero seduta io.

Non mi lascia il tempo di smettere di piangere che mi allontana da lui spingendomi per le spalle e un senso di vuoto mi toglie il fiato.

-Perché?- chiede soltanto guardandomi negli occhi e io abbasso lo sguardo, incapace di sostenere il suo.
Il punto è che nemmeno io so perché. Non so perché non gli ho detto nulla. Non ne ho idea. Avevo paura che mi scoprissero, o forse che lui avrebbe fatto qualcosa al mio branco, o forse non ne ho avuto semplicemente il coraggio. Sta di fatto che nemmeno io so come rispondere a questa sua domanda.

-Elena, ti ho fatto una domanda. Perché?- ripete lui e poggia una mano sotto il mio mento per sollevarlo e guardarmi negli occhi.
Io mi mordo un labbro perdendomi nel suo viso.

-Io... ho avuto paura- dico dopo minuti interminabili.

-Paura? Tu hai avuto paura?- mi chiede questa volta gridando e lasciando andare il mio mento.
-Io ero terrorizzato! Combattevo, mi difendevo, proteggevo il mio branco ed ero terribilmente preoccupato per te! Te che non ti sei nemmeno preoccupata di avvertirmi! Cos'è, avevi paura che avrei dato l'allarme?- mi grida contro e io non rispondo, tornando a guardare in basso. Lui mi afferra di nuovo il mento per riportare i miei occhi nei suoi.

-Mi hai deluso, Elena. Mi hai ferito, in tutti i sensi- continua guardandomi dritta negli occhi, e ogni sua parola è come una lama che mi strappa un pezzo di cuore.

Non sapendo che dire, rimango in silenzio, chiudendo gli occhi pur di non vedere i suoi pieni di rabbia.
All'improvviso mi sento avvolgere, ma rimango immobile mentre lui mi stringe a se.

-Avevo così paura che non venissi- mi lascio sfuggire in un sussurro che lui ovviamente sente, cosa che gli fa stringere di più la presa.
-Verrò sempre, nonostante tutto e tutti. Ricordalo, io verrò sempre- mi dice e rimaniamo così, per attimi infiniti.

Poi Alex si allontana da me e mi preparo per un'altra sfilza di grida, invece è sorprendentemente calmo.
-Non voglio essere arrabbiato con te- mi dice spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio -ma quello che è successo... mi ha fatto capire quanto è pericoloso quello che stiamo facendo. Io non so come mi sarei comportato al tuo posto, ma il fatto che tu non abbia detto nulla mi ha terribilmente ferito, come se tu non ti fidassi abbastanza di me- mi dice con tono quasi disperato.

-Ma io mi fido di te- gli dico accarezzandogli una guancia e lui afferra la mia mano stringendola.

-Lo so, ma averti lontana fa male, per non parlare di quanto il mio branco sia rimasto segnato. La risposta di mio padre sarà molto violenta, voglio che tu lo sappia- mi dice stringendo ancora di più la presa sulle mie mani.

Nexus, il legame del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora