10-Parliamo

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Il giorno dopo per fortuna non aveva nessun impegno. Quindi siamo stati tutta la giornata assieme. Mi svegliò alle sei del mattino, molto puntuale. Addosso teneva un jeans nero e una maglietta blu notte.
<Buongiorno zuccherino!>
Io lo fissai infuriata. Lui alzò gli occhi al cielo
<Per favore non brontolare-mise i pugni sui fianchi e si inclinò in avanti, sporse le labbra io lo baciai- mi piacciono questi buongiorno>
Concluse, poi mi prese in braccio a modo da sposa. Addosso avevo il suo enorme felpone e dei pantaloncini della tuta.
<Ora ti do dei vestiti belli e ti porto in un bel posto>
Mi informò portandomi in bagno dove c'era un jeans e una maglia rosa. Mi posò per terra, andai a vedere i panni. Erano quelli che tenevo di ricambio nel mio zainetto che non avevo più visto. Mi vestii, poi mi misi le mie vans e soddisfatta di ritornare ad una semi normalità.
<Che bella!>
Si complimentò. Scendemmo verso il parcheggio. Jerome mi fece sedere sul sedile anteriore di una macchina rossa che non aveva la targa, cosa illegale per regola. Dopo avermi messo comoda si andò a sedere sul posto del guidatore.
<Dove mi porti?>
Chiesi io prendendogli la mano. Lui la strinse, la avvicinò alle labbra e la baciò.
<É una sorpresa>
Disse mettendo in moto il veicolo. In pochi minuti mi ritrovai davanti casa mia.
<Ti faccio fare un piccolo saluto a tuo padre>
Disse il ragazzo fidandosi ciecamente di me. Io uscii e andai verso la casa. Mi arrampicai dalle scale anti incendio e entrai dalla finestra di camera mia. Dove mio padre, Jim Gordon, l'uomo senza cuore, piangeva.
<PAPÁ!>
urlai correndogli incontro. Lui, che aveva finalmente un sorriso in volto mi corse incontro abbracciandomi
<Non posso ancora ritornare a casa, Jerome mi ha fatto fare un saluto>
Affermai facendogli un sorriso.
<Non ti fare toccare da quel maniaco, nel video nella centrale diceva che eri sua, e cagate del genere>
Sbraitò
<Papà non ti preoccupare sto benissimo!>
Gli dissi sorridendo
<Risolvo io>
Finii. Prima che potesse continuare io ero già fuori dalla struttura ed era in macchina
<Posso andare?>
Mi chiese il rosso, io annuii sorridendo. Lui azionò i motori e sfrecciò via. In poco Jerome mi portò fuori dalla città dove la pianura si estendeva imponente dappertutto. Parcheggiò in mezzo sull'erba. Scesi rapidamente iniziando a fare tre o quattro ruote. Alla fine mi sedetti sul tappeto verde. Jerome mi raggiunse con una asciugamano rossa. La stese per terra, poi mi tirò a se facendomi stendere su se stesso.
<Parliamo un po'>
Disse lui. Perplessa lo fissai aggrottando le sopracciglia.
<Delle nostre cose, tipo la nostra vita prima di questo>
<Non Ho mai avuto la mamma, non so perché di preciso, comunque, un Natale ne chiesi una e dopo un mese arrivò Barbara a casa-le lacrime minacciavano d'uscire- mi ricordo bene che le dissi "Sei la mia nuova mamma? Quanto sei bella!">
Lui rise un po'.
<Ho ucciso mia madre perché non mi voleva bene, non me ne voleva davvero, preferiva mio fratello>
Per un attimo si zittì
<Hai un fratello?>
Chiesi quasi divertita
<Si, gemello, si chiama Jeremiah, é un genio, un giorno scappò di casa, chissà che fine ha fatto>
<Lui era il preferito?>
Chiesi essendo consapevole che quel Jeremiah lo era davvero
<Si esattamente, era il preferito, senza motivo, anzi c'era, lui era la pecora nera quelli che non faceva spettacoli quindi tutti per farlo sentire bene lo elogiavano. Se fosse stato re di Inghilterra lo avrei capito ma... non lo era!>
Si sfogò, prese una mia ciocca di capelli e iniziò a giocarci
<Questi problemi familiari li sto avendo solo ultimamente credo, con Lee>
Dissi io abbassando il capo.
<Già, prima eravate solo tu e tuo padre credo, invece ora...>
Capì lui annuendo. Mi stesi accanto a lui sguardando il cielo che splendeva.
<Per non parlare della scuola, Dio li odio!>
Constatai, il ragazzo mi guardò curioso.
<I miei unici amici sono Bruce Wayne il depresso e Selina Kyle la ragazza di strada. Sono la più discussa datosi che sono figlia del famoso Jim Gordon>
Lui mi fissò. Non avevo mai parlato con nessuno dei miei problemi, li ho sempre sottovalutati, credo perché erano quelli di una ragazzina. Ma con Jerome sembravano così seri, così particolari, lui mi rendeva particolare. Il ragazzo dai capelli ribelli e occhi immensi come l'oceano.
<Così diversamente simili>
Affermò lui...
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𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 𝐌𝐎𝐍𝐊𝐄𝐘 ⭑ jerome valeska Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora