Thomas si svegliò con la testa che gli girava; all'inizio la vista era appannata, ma poi lentamente cominciò a vedere più lucidamente, ritrovandosi in ginocchio. Era al centro di una stanza di forma quadrata, nove metri per nove. Le pareti erano di pietra, cosparse di ganci a cui erano appese catene, corde, nastri colorati, strani passamontagna e altri oggetti ambigui. Alla sua sinistra c'era un grandissimo letto matrimoniale con le lenzuola nere, e un palo di legno che andava dal pavimento al soffitto, posizionato vicino ad un angolo, a un niente da camino ardente e a una sedia con i braccioli. C'erano due grandi finestre, e guardando fuori vide che era buio. Newt era seduto davanti a lui su un seggio, con tra le mani cinque grossi anelli metallici, collegati da una lunghissima catena di metallo.
"Newt...?", mormorò il moro.
"Esatto" rispose lui "benvenuto nella stanza del piacere".
Thomas impallidì.
"Stanza...del p-piacere?".
"Esatto. Sei l'Eletto, ma so che sei abbastanza intelligente per comprendere ciò che comporta, data anche la stanza in cui ti trovi".
"Sì...".
Provò a muoversi, ma si rese conto che i polsi erano legati dietro la schiena.
"Perché mi hai legato?".
"Per tenerti fermo, ma solo per ora".
Sì alzò e iniziò a gironzolare per la stanza.
"Ogni sera, un'ora dopo il tramonto, ti narcotizerò e ti porterò qui. Tu avrai il dovere di farmi godere, chiaro?".
"Perché me? Perché hai scelto me?".
"Semplice. Hai attirato la mia attenzione sin dal primo momento che tu ho visto".
"Oh...ma io-".
"Ci sono tre regole nel mio sesso. Sono solo io il dominatore, tu starai sempre sotto. Poi, verrai sempre legato, i metodi e i modi cambieranno per voler mio. Se manchi agli appuntamenti, sarò io stesso a venire da te, quando meno te lo aspetti. La localizzazione della stanza dev'essere un segreto per te. Solo io so dove ci troviamo. Chiaro?".
"Ma gli orgasmi? Non ci sentiranno?".
"No, e anche se fosse, nessuno ha da dirti nulla. Sei l'Eletto, e come tale devi essere rispettato. Hai capito?".
"Sì".
"Bene".
Gli si avvicinò e gli liberò i polsi, portandolo a sedersi sul letto.
"Voltati".
Thomas obbedì a malincuore. Il primo anello di metallo glielo strinse attorno al collo, il secondo e il terzo ai polsi e gli ultimi alle caviglie. Poteva camminare, quello sì, ma solo divaricarle un poco, idem per i polsi. Newt lo fece voltare e si accanì sulle sue labbra, baciandolo con foga. Thomas all'inizio si trovò impacciato, ma poi tirò fuori tutti i bellissimi sentimenti che provava per il conte e si lasciò andare, le braccia di lui che lo spingeva a sdraiarsi sul letto. Newt lo sovrastò con il suo corpo mingherlino e continuò a baciarlo, ma poi ad un tratto con un solo strattone sfilò la maglia di Thomas, riducendola in mille pezzi.
"Ma che cazzo-".
"Tranquillo Tommy. Te ne darò una più bella".
Gettò lo straccio a terra e cominciò a baciargli il petto, facendo dei succhiotti tra i muscoli appena accennati. Thomas ansimò dal piacere, guardando in alto. Newt gli tolse le scarpe assieme ai pantaloni, sfilandoli con una delicatezza da far venire la pelle d'oca. L'unico indumento rimasto era l'intimo. Il biondino gli rivolse un sorriso perverso per poi baciargli il collo, riempiendolo di succhiotti. Thomas gemette di piacere mentre Newt si abbassava nei baci, ma quando giunse al linguine strappò i boxer. L'erezione che le si presentò davanti era così grossa che dava l'impressione di esplodere da un momento all'altro, completamente eretta e fissa.
"I miei complimenti".
Glielo accarezzò, iniziando poi a punzecchiarne la punta con i polpastrelli. Thomas strizzò gli occhi, ma quando li riaprì la bocca di Newt era a un niente dal sesso. Tirò fuori la lingua e ne leccò l'estremità; il moro gemette, e quando il biondino lo rifece però più lentamente lanciò un potente orgasmo. Dopo diverso tempo, quando credette di aver raggiunto il limite del piacere, Newt glielo succhiò.
"Oddio...", mormorò Thomas, tirando un altro potente orgasmo.
Il biondino continuò a succhiarglielo, muovendo la bocca in su e in giù assieme alla lingua. Gli divaricò le gambe fino a dove le catene glielo permettevano e proseguì col suo lavoro, rendendo l'erezione dura come il titanio.
"Signore aiutami", supplicò Thomas, gemendo così tanto da stringere le coperte sotto di sé.
Dopo diverso tempo, Newt si staccò e con un dito percorse tutta la lunghezza del sesso, leccandone anche i contorni e le palle.
"Oh...s-sì...", gemette il moro, inarcando la schiena.
Il dominatore glielo baciò e poco a poco iniziò a risalire il corpo, baciando Thomas fino a raggiungere il collo, limonandolo alla fine.
"Sei...fantastico...", farfugliò il moro.
"Non è ancora terminato".
Povero me
Newt contemplò l'apertura di Thomas ed iniziò a leccare l'indice come fosse un'erezione, poi glielo infilò dentro. Il moro strinse i denti per il dolore, il corpo afflitto da brividi, mentre il biondino proseguiva con quel lavoretto, allargando l'apertura con le nocche. Quando Thomas si rilassò, Newt ripeté il procedimento aggiungendo altre due dita, spingendole sempre più in fondo. Il corpo del dominato pareva percosso da mille scariche elettriche, brividi freddi che lo bombardavano soprattutto nella zona attorno all'erezione.
"Hai qualcosa da dire?", chiese Newt.
"No. Scopami".
Il conte sorrise malizioso e con un colpo secco entrò dentro di lui, le pareti di Thomas che accoglievano squisitamente. Gemettero entrambi, i nomi pronunciati mescolati ai gemiti di piacere. All'inizio le spinte erano lente e delicate, ma poi cominciò ad andarci giù pesante, aumentando non solo la velocità ma anche la forza.
"N-Newt...non ce la faccio più-".
"Decido io quando mi fermo".
"Ma Newt-".
Il conte lo zittì con un'altra spinta, proseguendo. Thomas non ce la faceva più seriamente. I muscoli gli facevano un male boia e il sudore mescolato agli anelli gli stavano grattando non solo le caviglie, ma anche il collo e i polsi. Le catene erano di metallo freddo e i muscoli immobilizzati non lo aiutavano a stare meglio. Circa dopo mezz'ora iniziò ad ansimare; il cuore pareva sul punto di scoppiare e il respiro si era fece affannato e irregolare. Finalmente, dopo altro tempo, Newt si decise ad uscire da lui.
"Ti ci abituerai", disse freddo.
Thomas non lo ascoltò, quasi privo di conoscenza dalla stanchezza. Mani ossolute lo liberarono delle catene e finalmente i muscoli si poterono rilassare. Crollò, ma non dimenticò i bellissimi baci di Newt.
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Al tuo servizio ~Newtmas~
FanfictionLa storia non ha niente a che fare con l'opera originale, quindi potete leggerla senza aver letto/visto i libri/film. Inghilterra, 1250 È scoppiata una tremenda epidemia di peste che sta colpendo l'intera Europa, e a causa della morte del marito e d...