7 L'Eletto

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La mattinata rimase uguale per Thomas, ma ci fu un cambiamento: Alby non venne da lui per scortarlo, forse mettendo in presupposto che il Fagio sapesse dove dovesse andare. Il moro fece colazione con uova e pancetta, mangiando come se fosse stato a digiuno per mesi, guastando la carne affumicata e le uova bollite.
"Cacchio fratello" commentò Frypan "avevi proprio fame".
"Sei un grande in cucina".
"Lo so Fagio. Vai ancora nei campi oggi?".
"No. Dai Squartatori".
"Spero tu non sia debole di stomaco".
"Neanche tanto".
"Tranquillo. Se lo sei tanto, Winston ti farà al massimo selezionare le lame adatte per i vari tagli. È un mio amico, molto simpatico ma bravo insegnante".
"Buono a sapersi".
Terminò la colazione e se ne andò dalla mensa, ringraziando Frypan. Uscì dal castello, ma invece di dirigersi ai campi ebbe come destinazione il capannone dove lavoravano i gli Squartatori. Quando entrò, la puzza di sangue e sudore gli annebbiò la vista, provocandogli un forte senso di nausea. Stavolta invece dei maiali erano appesi per delle catene agnelli e vitellini, sgozzati e grondanti di sangue. Gli occhi erano privi di sguardo, le lingue che penzolavano. C'erano enormi tavoli di legno dove dei ragazzi stavano macellando le carni, armati di lame di forme varie.
"Non sei abituato vero?".
A parlare era stato uno spilungone, mingherlino e dalla corporatura esile, a un niente dal Fagio. Aveva la pelle olivastra, i capelli neri e corti, gli occhi scuri. Portava una maglietta a maniche corte rossa e pantaloni neri, nascosti da un grembiule logoro.
"Sei tu Winston?", domandò Thomas.
"L'Interdente degli Squartatori? Sono io. Hai mai macellato un animale?".
"Solo due volte, a Natale e a Pasqua, di quest'anno. Un agnello e un tacchino".
"È pur sempre qualcosa. Dai che partiamo dalle basi".

All'inizio non fu facile. Appena indossato il grembiule, Thomas venne affiancato da Winston che gli insegnò alcune tecniche per squaiare gli animali, a cominciare dagli agnelli. Era impacciato, ma l'Interdente lo aiutò sempre, evidenziando gli errori e come correggerli, senza però mai rimproverarlo veramente. Mentre lavorava, Thomas analizzò l'ambiente in cui si trovava, non tanto dal punto di vista estetico ma da quello più profondo. Gli Squartatori erano molto concentrati sui loro compiti, ma non erano silenziosi o freddi come gli agricoltori. Winston era pur sempre il loro capo, ma ciò che dava non erano mai ordini a mo di tiranno, ma consigli per migliorare il proprio operato. Per i primi due giorni Thomas non fece mai domande inerenti all'Eletto: voleva prima di tutto avere la fiducia di Winston, e cosa importante, non sembrare troppo invadente. Era nella Radura da circa una settimana e se iniziava a fare troppe domande avrebbero sospettato qualcosa. A metà pomeriggio del terzo giorno raccolse il coraggio per parlare con Winston, mentre stavano dividendo le carni buone di un vitello dalle budella.
"Ti posso fare una domanda?" attaccò il Fagio "da quanto tempo sei qui?".
"Io e gli altri Interdenti da tre anni. Alby da tre e mezzo e il conte...boh. A quanto so è sempre stato qui".
"Che si sa su di lui?".
"Non molto, quasi niente. Parla specialmente con Alby, ma è un personaggio molto misterioso".
Thomas terminò il vitello e cominciò con la carcassa di un piccolo di cinghiale.
"Sei mai stato alle FacceMorte?", riprese.
"Sì ma solo una volta. Me lo ha mostrato Alby quando sono venuto qui. Le hai viste vero? Fa parte del tour".
"Lo so. Ho notato una strana cosa".
"Un fantasma che ti ha fatto pisciare addosso?".
"No. Alcune lapidi hanno uno strano simbolo".
Winston si fermò di colpo e, posato il coltello, lo guardò intensamente, con sguardo serissimo.
"Un cerchio con dentro un 69?".
"Sì...".
L'interdente sospirò.
"È il marchio degli Eletti. Dieci in totale, tutti morti nello stesso giorno, mese e anno, due anni fa".
"Che cos'è l'Eletto?".
"Il favorito del conte. Nella gerarchia è subito sotto di lui, addirittura più potente di Alby. Non fa parte di alcun gruppo e in pratica non lavora mai, ma ha un solo compito".
"Quale?".
Winston lo disse in maniera schietta.
"Dargli piacere a letto".
Thomas si sentì mancare.
"Intendi dire che...".
"Il conte sceglie quello che lo attira di più e lo porta a letto, anche a stuprarlo se gli va".
"Solo maschi?".
"Solo maschi. Le ragazze non gli interessano".
"E tu...sei mai stato un Eletto?".
"No per grazia di Dio. Gli Eletti lo sono per tutta la vita".
"C'è qualche metodo per capire se si è un possibile candidato?".
"Semplice. Innanzitutto si ha una stanza per sé e si viene richiamati spesso dal conte senza un apparentemente motivo. E poi...si ha anche molti contatti fisici con lui, tipo abbracci, pacche sulle spalle o sul culo...cose così".
Thomas impallidì.
"Qualcosa non va?", gli chiese Winston.
"Niente tranquillo".
"Sicuro?".
"Sì. Cambiando argomento, sai se qui dentro è entrata una bambina?".
"Certo. Ogni tanto mi capita di vedere Lizzie in giro per la Radura, ma Teresa ovviamente non la lascia entrare qui dentro".
"Teresa?".
"È una Medicale. Lavora sempre in infermeria, e il conte le ha dato il compito di accudire la bambina".
"Potrei vederla? Lizzie intendo".
"Quando terminerai qui andrai dai Medicali giusto?".
"Sì".
"Allora potrai vederla. Per ora sii un macellaio".
"Okay...".
Non fece più domande e proseguì col lavoro, ma non riuscì più ad essere tranquillo, non dopo quelle rivelazioni.

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