CAPITOLO 1

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Il mio nome è Eurus.
Vado al liceo da quasi tre anni ma non sono mai stata socievole nemmeno con uno dei miei compagni di classe e ovviamente loro ricambiano lo mia gentilezza.
Per citare un esempio, la prima volta che sono entrata nella mia scuola sono inciampata per le scale, candendo addosso ad una ragazza e le si è versata addosso tutto il contente della lattina che stava bevendo. Ha cominciato ad insultarmi e a denigrarmi ma io ero troppo concentrata ad ascoltare la musica con le mie cuffie bluetooth per sentire le sue parole.
Appena sono entrata in classe l'ho vista al primo banco e durante l'appello ho scoperto che si chiamava Jenna Tacher, ovviamente capitano delle cheerleaders e considerata ragazza modello da tutti i professori nonostante la sua giovane età.
Non avendo mai avuto un amico che fosse durato per più di anno il primo giorno di scuola non sono andata a fare amicizia in giro adottando la tecnica, se qualcuno è interessato a conoscerti si avvicinasse lui altrimenti posso stare ache cinque anni sola come un cane.
Con mia grande sfortuna, o fortuna non saprei come chiamarla, quello stesso giorno tre ragazze si sono avvicinate a me e mi hanno parlato stringendo così un minimo di rapporto con la persona più asociale della classe. Nei giorni successivi, vedendo che avevo qualche difficoltàà a condividere qualsiasi cosa che mi riguardasse con loro, venivano sempre a parlare della loro giornata con me e piano piano abbiamo stretto una bella amicizia. Queste tre sventurate che si sono dovute sorbire il mio carattere per tre anni di fila si chiamano Luce, Madison e Rachel.
Luce è la più grande tra di noi e ha due fratelli più piccoli con cui spesso litiga per questioni che definirei futili, ma essendo una grande famiglia per loro non lo sono.
È una ragazza simpatica e sempre gentile con tutti, le piace tanto la moda, infatti molti suoi capi li ha creati lei o li ha modificati, leggere, è sempre lei che mi ruba qualche libro ogni volta che entra nella mia stanza, e giocare ai videogiochi a cui mi ha insegnato a giocare ed ogni volta che dobbiamo giocare litiga con i suoi fratelli.
Madison invece ha solo un fratello che si chiama Sebastian.
Sono stati abbandonati dal padre e la madre è morta in un incidente stradale quando lei aveva solamente due anni; da allora vive con sua zia mentre suo fratello è da qualche anno che va al college e questo lo ha costretto a trasferirsi in un'altra città. In un certo senso posso capirla ma non deve essere per niente facile.
È molto testarda e quando si tratta di portare avanti un'opinione lei la sostiene fino alla fine. Nonstante questo suo comportamento è molto sensibile e dolce. Le piace molto danzare e una volta ha anche cercato di insegnarmi qualcosa ma mi sono slogata una gamba e me l'hanno dovuta ingessare per un po'.
Invece Rachel è abbastanza popolare, perchè fa parte della squadra di danza della scuola e anche perchè è molto carina, ma non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Fa anche parte della band della scuola come chitarrista e devo dire che se la cava molto bene.
Nella nostra classe c'è anche il migliore di amico di Jenna che si chiama Rocco ed è dal primo anno che mi dà il tormento. Infatti molte volte siamo arrivati alle mani ma nessuno ha detto niente perchè secondo lui essere picchiato da una ragazza è un affronto alla sua dignità.
Mi sono scontrata parecchie volte anche con due suoi amici, Ash e Mike, due ragazzi molto popolari e molto carini tanto da attirare l'attenzione di Madison e Rachel. Non voglio dire loro che sono le stesse persone che vengono a cercarmi quando hanno bisogno di qualcuno con cui sfogare la loro rabbia.
Inoltre tra qualche settimana ci sarà una gita con tutta la scuola di qualche giorno e sono molto agitate, poiché avremo la stanza accanto a quella di Ash e Mike.
Beh io non lo sono. Ma non voglio farle partecipi dei miei problemi.
Non voglio essere compatita.

Giovedì mattina 7:45. Siamo davanti alla scuola con la cartella leggera, causa educazione fisica e due ore di matematica di cui nessuno porta il libro, e l'eccitazione nel cuore per l'arrivo del giorno della partenza.
Mentre discutiamo su cosa ci porteremo e di dove dormiremo, arrivano Jenna con il gruppo delle cheerleader e Rocco insieme ai suoi amici che, appena ci vedono, si avvicinano a noi.
Molto spesso insultano anche le mie amiche ma Ash e Mike non rivolgono loro neanche una parola, infatti se ne occupano principalmente Riocco e Jenna.
«Guai in vista» ci comunica Rachel indicandoli con lo sguardo.
Mi trattengo dal ridere, poiché ormai Jenna mi dice sempre le stesse cose ogni giorno ed il più delle volte io mi giro dall'altra parte e me ne vado mentre lei sta ancora parlando. Finchè non mi tocca non può ferirmi.
«Eurus come stai oggi? Non ti sei ancora ammazzata?! Eppure hai tanti motivi per farlo» mi chiede Jenna e si mette a ridere insieme alle sue amiche.
Oggi va dritta al punto. Di solito ci gira intorno cercando di farmi arrabbiare ma oggi sembra di no. Ha scoccato una freccia che arriva fin dentro il cuore ma io ho già la risposta pronta per una cattiveria del genere.
«Veder la tua faccia da cazzo ogni mattina è uno dei motivi per cui capisco che c'è qualcuno che sta peggio di me. Come ad esempio i tuoi genitori o addirittura te stessa. Ma come fai a non odiarti con quel carattere da schifo che ti ritrovi?».
Colpita nel profondo di nuovo. Rispetto a Rocco e ai suoi amici lei è una dilettante. Non c'è divertimento con lei.
Non c'è risposta pronta da entrambi le parti.
Solo dalla mia.
Non sa controbattere.
Rocco invece mi guarda senza dire niente e sogghignando si gira, andando verso l'entrata della scuola.
«Complimenti ti sei rovinata la giornata» esclama Madison, divertita dalla reazione di Jenna.
«Ne sei sicura? Questo è solo un assaggio di solito ci vanno giù pesanti» le rispondo, alzando un sopracciglio e sorridendo leggermente.
Scoppiano a ridere ed io con loro. Pensano che io scherzi. Ed è meglio così.
Dopo qualche minuto suona la campanella delle 8 e ci avviamo lentamente verso l'ingresso ma mentre stiamo salendo le scale iniziamo a correre, perchè se entriamo per prime in classe possiamo scegliere i posti in cui sederci.
«Perchè non riesco mai a prendere un posto in fondo mentre voi si?» si lamenta Maddy mentre noi ci sediamo negli ultimi posti presi al volo «Così la prof sceglierà sempre me per l'interrogazione».
Mi alzo, cedendole il posto e prendendo il suo, situato a sinistra dell'aula proprio accanto alla porta.
Mentre cominciano ad entrare i ritardatari il professore di educazione fisica entra a sua volta e inzia a fare l'appello.
«Ragazzi prestatemi la vostra attenzione perchè devo fare un annuncio» inizia, battendo le mani e scharendosi la gola «Oggi faremo una specie di test di velocità tra di voi. Tra un mese ci saranno le gare regionali a cui parteciperanno tutte le scuole di questa regione e hanno richeisto due vincitori, un maschio e una femmina, per ogni grado in ogni scuola. Ovviamente voi farete parte dei vincitori del terzo anno se ce la farete a battere le altre classi».
I ragazzi cominciano ad esultare, pensando al prossimo trofeo da mettere sulla libreria mai usata per il suo scopo, e le ragazze non vedono l'ora di mostrare le loro abilità campestri.
Io non ho mai fatto una corsa in vita mia ma devo ammettere che sono molto veloce ed ho uno scatto abbastanza buono. Non dico che potrei vincere ma non sarebbe una cosa brutta se succedesse.
Faccio per prendere lo zaino e noto una busta sopra di esso che prima non c'era. Abituata alle bravate dei miei compagni di classe, la guardo attentamente per cercare eventuali tracce di colla e non avendole trovate la prendo delicatamente, mettendola nello zaino.
Per le scale cerco di vedere se qualcuno mi guarda di soppiatto con un sorrisetto strafottente sulla bocca, ma non vedo nessuno e mi convinco che non è niente di cui debba pensarci troppo. Ci dirigiamo verso lo spogliatoio e cominciamo a cambiarci velocemente, con il professore che ci intima di darci una svegliata e di muoverci.
Quando sono tutte uscite dallo spogliatoio, mostro la busta alle mie amiche.
«Che cos'è?» mi domanda Rachel.
«Non lo so, l'ho trovata stamattina sul mio banco. Ma non ho capito come hanno fatto a capire che sarebbe stato il banco dove mi sarei seduta».
Sentiamo il professore che comincia a chiamare chi manca all'appello, così la metto nello zaino e finiamo di prepararci.
Mentre sono seduta ad allacciarmi le scarpe passa Zack, uno degli amici di Rocco, e mi guarda in modo strano, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato.
Come se gli avessi fatto un torto.
Le persone sono strane.
Lo ignoro e dopo aver finito ciò che stavo facendo, esco dallo spogliatoio con le mani in tasca ed entro in palestra.
«Le gare si faranno prima tra di voi e poi con quelli delle altre classi. Inizieranno le ragazze. Dopo aver finito faremo una partita di pallavolo. Cominciamo!» esclama il professore battendo le mani.
La palestra non è molto grande quindi usciamo nel cortile interno della scuola, molto lungo e ottimo per correre.
Iniziamo la gara e al via del professore tutti scattano in avanti. Io riesco a superare la prima, riuscendo a rimanere in testa e a vincere la gara.
«Ma prof non è giusto. Ho iniziato con il piede sinistro quando invece ho più slancio conn il destro. Voglio rifare la gara» dice Jenna infuriata dopo essersi resa conto di essere arrivata quarta.
«Mi dispiace Jenna ma non posso dare seconde possibilità. Eurus ha vinto e devi accettarlo» le risponde lui mentre vedo con la coda dell'occhio Luce e Maddy che ridono e Rachel che si schiaffa la fronte con la mano.
Mentre i ragazzi gareggiano tra loro mi sistemo vicino una panchina ma improvvisamente, comincia a girarmi la testa così chiedo al professore il permesso di andare in bagno.
Rientro nella palestra interna dove ci sono anche i bagni e mi dirigo verso quelli femminili.
Mi lego i ciuffi di capelli dietro la testa mentre entro in bagno, poi apro il rubinetto e mi sciacquo la faccia, bevendo anche un sorso d'acqua.
Avrei dovuto mangiare stamattina.
Chiudo il rubinetto e vado verso l'uscita, quando vedo un'ombra in lontananza che si accorcia sempre di più. Qualcuno sta venendo verso il bagno.
Esco noncurante dal bagno ma vado a sbattere contro Zack.
«Ah scusa» gli dico a mezza bocca ma sembra avermi sentito e non sembra aver accettato le mie scuse anche se la colpa non è solo mia.
«Ti sembra questo il modo di scusarsi? » mi domanda guardandomi male.
«Che dovrei fare? Prostarmi ai tuoi piedi per caso?! » gli rispondo sprezzante.
«Beh non sarebbe male» dice ridacchiando.
Coglione.
«Ora per favore spostati che devo tornare in cortile» dico cercando di spostarlo con il braccio, ma lui non muove un passo.
Ma che vuole ora questo?!
«Scusa ma non posso farti passare,prima ti devi scusare con me».
«Come scusa?! Sei tu che mi sei comparso davanti all'improvviso... » gli dico innervosita e faccio per andarmene, ma lui mi afferra il braccio con una mano e mi trascina all'interno del bagno.
Cerco di liberarmi dalla sua stretta ma gira il braccio verso di sé, mentre mi tiene l'altro con due dita e me lo ritrovo a qualche centimetro dalla faccia.
«Ti disturba la mia compagnia?» mi chiede facendo un sorrisetto.
«Parecchio» affermo con noncuranza e cerco nuovamente di andarmene ma vengo fermata dalle sue labbra poggiate sulle mie.
Spalanco gli occhi dalla sorpresa e rimango ferma non sapendo cosa fare, mentre vedo i suoi che mi guardano con aria di sufficienza. 
Dopo qualche secondo Zack si stacca da me e si lecca le labbra, lasciandomi andare entrambe le braccia.
«Lo sai che sei molto carina quando ti arrabbi?!» mi dice e si mette a ridacchiare, guardando la mia faccia esterrefatta e allo stesso tempo arrabbiata.
Non sapendo cosa dire, ripiena di disgusto, mi giro verso la porta e me ne vado pulendomi la bocca con la manica.
Ma che gli salta in mente? Perchè vuole prendermi in giro così?!
È stato umiliante.
Mentre sto uscendo per ritornare nel cortile, Zack mi blocca nuovamente la strada.
«Che altro vuoi?» gli chiedo ancora disgustata dal gesto fatto poco prima.
«So che hai trovato la busta».
Mi blocco. Forse sa chi è stato?! Dovrei chiederglielo?!
«E sai chi l'ha scritta non è vero?!» gli domando con sarcasmo, sapendo già la risposta.
«Ovvio ma lo saprai a tempo debito» mi risponde, mettendosi le mani in tasca e guardandomi dall'alto in basso «Dovrai solo aspettare».
Detto questo fa una risata sarcastica e se ne va.

Dopo aver finito la partita di pallavolo ed esserci cambiati, torniamo in classe e ci prepariamo per la seconda ora.
Non ascolto la lezione o almeno non sembra, perchè continuo a pensare a quello che è successo poco fa.
Perchè lo ha fatto?! Che motivo aveva di fare una cosa del genere?!
Ormai persa nei miei pensieri mi addormento per le due ore successive e sento indistamente il suono della campanella che avvisa la ricreazione.
Mi sveglio quasi di soprassalto e mi alzo dalla sedia ancora in stato confusionale, prendendo la busta dalla tasca del mio zaino per mostrarla alle mie amiche.
Loro si avvicinano a me incuriosite e si domandano cosa ci sia scritto dentro.
«Dai aprila! Chissà cosa c'è scritto!» dice eccitata Madison.
«Forse un ammiratore segreto?!» propone Rachel, guardandomi maliziosamente.
Certo come no. Roteo gli occhi ed apro lentamente la busta.
Seriamente pensano che io possa piacere a qualcuno?! Sono sempre l'ultima scelta di tutti, è impossibile che sia così.
Tiro fuori un foglio con una scritta in rosso e sento subito venirmi le vertigini.
Chi l'ha scritta sta mentendo.
Sta sicuramente mentendo.
Non possono saperlo, come hanno fatto?!
Non riesco a pensare ad altro e sento le mie gambe vacillare.
Come?! Come fanno a saperlo?!
Cado lentamente a terra e l'ultimo cosa a cui riesco a pensare è quella frase:
𝑺𝑶 𝑰𝑳 𝑻𝑼𝑶 𝑺𝑬𝑮𝑹𝑬𝑻𝑶...

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