«Zack ma cosa ci fai qui con lei?» esclama Rocco, alzandosi da un tavolo poco distante da noi.
Vedo il suo volto cambiare improvvisamente espressione e toglie la mano dal mio viso, alzandosi in piedi. Stringe i pugni e abbassa la testa, serrando leggermente identi.
Io invece mi rigiro verso il tavolo e prendo il mio panino in mano, cominciando a dare qualche piccolo morso infastidita dalla situazione.
«Che vuoi?» gli dice Zack a denti stretti.
«Ci stai uscendo? Stai scherzando?! Non è quello che ti ho detto di fare. Non era questo il nostro accordo» gli risponde Rocco dirigendosi verso di noi.
«Non mi farò più comandare da te. Per colpa tua ho quasi perso l'unica persona a cui io abbia mai voluto bene».
A queste parole abbasso lo sguardo e sorrido leggermente. Mi fa sentire troppo speciale anche se in realtà non valgo nulla.
«Vuoi che parlo? Vuoi davvero correre questo rischio? Se non mi ubbidisci lo farò».
«Dì quello che ti pare. Non me ne frega più niente» replica Zack incrociando le braccia e alzando lo sguardo verso di lui.
«Tu devi fare quello che ti dico io» grida Rocco con il volto paonazzo e dà uno spintone al ragazzo dai capelli bruni; Zack lo spinge a sua volta ed io, stanca della situazione che si sta creando, mi alzo in piedi e mi metto davanti a Zack.
«Eurus spostati» lo sento dire a bassa voce, ma non mi muovo dalla mia postazione.
«Che vuoi fare? Vuoi picchiarmi? Oppure...».
Gli tiro un pugno sul naso. Rocco si tocca il viso e si sporca le mani del poco sangue che gli esce dalla ferita aperta.
«Questo è tutto quello che sai fare?» mi dice ridacchiando, mostrando la mano ai suoi amici che scoppiano a ridere a loro volta.
Sento la rabbia aumentare ad ogni sua parola e faccio quello che mi è stato insegnato in questi casi; se l'avversario è più forte di te tu devi essere più agile di lui.
«Ora basta cazzate» continua mentre si pulisce la mano sui suoi pantaloni neri. Alza un pugno verso di me ma riesco a schivarlo per un pelo, abbassandomi e colpendolo con un pugno sullo stomaco.
Lui mi prende per il polso e mi trascina con sé finendogli addosso e facendogli sbattere la schiena a terra. Rocco stringe i denti mentre lancia un urlo di dolore, così ne approfitto per liberarmi il polso e alzarmi, allontanandomi da lui.
«Eurus stai bene? Ti ha ferita?» accorre Zack preoccupato.
«Non ti preoccupare sto bene. Spero di non avergli fatto troppo male» gli rispondo, posando lo sguardo sul corpo esanime di Rocco.
«Lo spero anche io. Per te».
Mi giro verso i due ragazzi dietro di me di cui il biondino, Ash, ha appena parlato.
Si scambiano degli sguardi d'intesa e si dirigono velocemente verso di me.
Zack si prepara a fare lo stesso, ma io lo prendo un braccio e gli faccio cenno di andare via. Vorrei evitare una rissa.
Scendiamo velocemente e usciamo quasi correndo dal fast food prima che qualcuno noti ciò che è successo e ci possa chiedere qualcosa.
Arriviamo poco più giù dell'ingresso e mi fermo, lasciandogli la mano e appoggiandomi al muro.
Lui si ferma di fronte a me e si poggia una mano sulla testa, chinandosi in avanti.
Comincia a ridere silenziosamente e poi sempre più forte, alzando la testa e rimettendosi dritto.
«Vedo che non sei cambiata da quando ti ho conosciuta. Hai un carattere che non sono riusciti a domare nemmeno i tuoi nuovi genitori».
Lo guardo confusa e sposto la testa in avanti come a chiedergli una spiegazione.
Smette di ridere e mi guarda sorpreso.
«Intendo dire che non conosci il significato di calma».
«Come?!» gli rispondo alzando la voce «Io so controllarmi benissimo e so essere molto calma».
«Potrei farti molti esempi per farti capire che ciò che hai detto è falso ma non voglio infierire» mi dice trattenendo le risate.
«Vuoi che ti tiri un pugno?» dico con sguardo minaccioso e avvicinandomi a lui, pronta per tirarglielo.
Si mette a ridacchiare mentre mi avvicino ancora di più ed improvvisamente comincia a correre.
Rimango spiazzata dalla sua reazione e cerco di corrergli dietro.
«Sei troppo lenta» ansima lui mentre continua a correre a zig zag.
«E tu parli troppo» gli rispondo a mia volta seguendolo mentre scompare nelle viuzze.
Gli sto ancora correndo dietro e lo vedo fermarsi in una stradina poco affollata così corro più veloce per riuscire a raggiungerlo ma, non riuscendomi a fermare quasi gli cado addosso. Lui cerca di sorreggermi per le spalle ma cade a terra a sua volta.
Ridiamo per qualche secondo poi ci ritiriamo su e cerchiamo entrambi di riprendere fiato espirando grandi boccate d'aria dalla bocca, io appoggiata con le mani alle ginocchia e Zack con le mani sui fianchi e la testa sollevata verso l'alto.
«Eurus» comincia Zack con ancora un po' di fiatone «la risposta che mi hai dato prima è ancora valida?».
Passo velocemente la mano tra i capelli cercando di sistemarli mentre mi tiro su, prendendo un lungo respiro per riprendere fiato.
Lui fa un grande respiro cercando di ricominciare a respirare normalmente e si avvicina a me.
Metto le mani in tasca, alzandomi sulla punta dei piedi e riscendendo sui talloni un paio di volte, non sapendo cosa fare. Abbasso lo sguardo fissandomi i piedi e dalla mia bocca non esce neanche una parola, poichè sono troppo imbarazzata per parlare.
«Suppongo di si» risponde Zack al posto mio sorridendo leggermente e mettendomi ancora più in imbarazzo.
Mi si avvicina ancora di più, poggiando le sue mani sul mio viso.
Il mio cuore comincia a battere più veloce e rimango ferma nella stessa posizione, roteando gli occhi da una parte all'altra in preda al nervosismo.
«Ogni volta che ti bacerò sarai sempre così tesa?» esclama lui sorridendo.
Sento il viso diventarmi rosso e fisso un punto indefinito oltre la spalla di Zack senza un preciso motivo.
Sospiro cercando di rimanere calma e poggio i piedi a terra volgendo il mio viso verso di lui ed alzando il mio sguardo imbarazzato.
Si avvicina a me e poggia le sue labbra sulle mie.
Lo sento sorridere e chiudere gli occhi.
Forse dovrei credergli. Forse dovrei essere sincera con me stessa e con lui. D'altronde lui odia le bugie, proprio come me. Dovrei ricordare ciò che ha fatto per me quel giorno. Ed io che cosa ho fatto?! Come un'egoista l'ho lasciato indietro.
Improvvisamente mi passa un braccio dietro la schiena facendo avvicinare il mio corpo al suo e quasi mi solleva da terra.
Gli tiro uno schiaffo sulla testa e lui mi lascia andare guardandomi sogghignando.
«Che c'è?» gli domando alzando un sopracciglio e rimettendo le mani in tasca.
«Sei troppo bassa» mi risponde quasi sull'orlo delle risa.
Lo guardo scocciata e gli poggio le mani sulle spalle.
«Tu sei troppo alto. Io sono alta come tutte le altre» gli rispondo premendo contro le sue spalle, facendolo abbassare fino a farlo arrivare alla mia stessa altezza.
Gli passo una mano tra i capelli e glieli scompiglio tutti mentre lui ridacchia.
Vorrei che non avesse mai dovuto sopportare tutto quel dolore. La sua famiglia, quei bastardi dell'orfanotrofio, io. L'ho tradito. Non potrò mai perdonarmelo. Nemmeno se mi chiedesse in ginocchio di accettare il suo perdono, riuscirei a superarlo.
Smetto di sorridere a questo pensiero e gli prendo il viso tra le mani appoggiando la mia fronte alla sua. Anche lui smette di ridere e si rimette in piedi, facendomi girare dall'altra parte e cingendomi le spalle con le sue braccia dove appoggia la testa.
«Zack ti prego aiutami» dico quasi sussurrando, mentre poggio il mento sulle sue braccia «Non ce la faccio più a sopportare tutto questo. Non riesco più a vivere con questo dolore e con il rimorso».
Chiudo gli occhi sospirando e mi stupisco sentendo una lacrima scorrermi lungo la guancia e bagnare la felpa di Zack.
«Eurus» mi risponde lui girando la testa verso di me «la vendetta è sempre stata la nostra miglior soluzione e non te ne è mai importato delle conseguenze. Perchè ci pensi solo ora? Avresti potuto rifiutare».
«Se avessi rifiutato sarei diventata come loro. Non sarei arrivata fino a qui se non avessi accettato il loro accordo».
«E non avresti incontrato me» continua Zack e mi scocca un bacio sulla guancia.
Arrossisco leggermente e abbasso lo sguardo mentre lui scioglie l'abbraccio, posizionandosi davanti a me; avvicina le mani al mio viso e mette due dita ai lati della bocca, facendomi sorridere.
Sorrido a mia volta e gli prendo le mani, facendo intrecciare le mie dita con le sue.
«Credo sia ora per entrambi di tornare a casa» mi dice mentre comincia a camminare con ancora una mano intrecciata alla mia.
Durante il tragitto cerca in tutti i modi di farmi ridere correndo a casaccio e cadendo il più delle volte per terra o prendendomi sulle spalle e camminando a zig zag.
Dopo poco arriviamo sotto casa mia così prendo le chiavi dalla tasca per aprire il portone e mi accingo a salutarlo, ma prima di entrare lo sento tirarmi per un braccio.
«Rocco vuole farti del male. Non so di preciso le sue intenzioni perchè con me non ne ha parlato; non sono un suo amico. Sono solo una risorsa che può ricattare come e quando vuole. Ma se non ci fossi stato non avrebbe potuto fare nulla».
Lascia andare il mio braccio e mi giro verso di lui, lasciando che il portone si richiudesse dietro di me.
«Ascoltami bene. Qualsiasi cosa accada ricorda che potrai sempre fidarti di me. Per qualsiasi cosa. Puoi dirmi tutto. Se stai male, se stai bene, cosa stai pensando o cosa stai pensando di fare. Ti posso giurare che non lo dirò a nessuno».
Mi avvicino di scatto a lui e prendo i suoi lacci della felpa in mano, tirandoli verso di me. I nostri visi sono a pochi centimetri e lui mi guarda imbarazzato.
«Se mi mentirai un'altra volta» gli dico sorridendo «sai cosa potrei fare. Ti prego non costringermi a farlo. Non voglio perdere anche te».
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Il Segreto del Vento dell'Est
Mystery / ThrillerEurus significa Vento dell'Est. E così come questo vento, lei porta dentro di sé nuvole e tempesta. Così quando il suo più grande nemico scopre il suo segreto, tutto ciò che ha sempre soffocato dentro di sé comincia ad uscire fuori. E nessuno ne esc...