(Calum)
Quella rompicoglioni di Kate ha passato tutto il tempo a farmi domande sulla famiglia di Amanda. E, in più, non appena ho cominciato a parlargliene, si è pure persa nei suoi pensieri, non degnandomi più di attenzione. Ma dico io, un minimo di rispetto? Io non voglio nemmeno averci a che fare con lei!
È scappata da scuola in fretta, conclusa l'ultima ora, camminando con passo svelto, probabilmente preoccupata e terrorizzata. Ridacchio divertito, immaginandola completamente nel panico per quella cena, che ammetto, avevo completamente dimenticato. Per questo dovrei davvero ringraziarlo quell'Hemmings, mi ha fatto un favore enorme. Saltello per il corridoio, incurante di quanto ridicola potrei far apparire Kate, dato che no, non mi interessa, fino a quando non noto qualcuno salutarmi con una mano. Mi blocco e lo fisso per un po', squadrandolo da capo a piedi, non avendo la più pallida idea di chi sia.
«Ah Kate ti cercavo!» esclama il ragazzo dai capelli ricci, venendomi incontro con un sorriso cordiale sul volto.
Rimango in attesa, non avendo idea di cosa, dire ed aspetto, incrociando le braccia al petto. Oddio, che fastidio avere le tette.
«Torno a casa con te, vorrei dire a Michael cosa abbiamo fatto» mi spiega, sistemando lo zaino sulla spalla. Quel sorriso mi sta veramente innervosendo, lo trovo irritante.
Scrollo le spalle.
«Come ti pare» sbuffo io, accantonando l'idea di fare un giro per la scuola e mettere totalmente a soqquadro la reputazione di Kate.
Mi incammino verso l'uscita, seguito da questo tizio, non avendo idea di chi sia. Conosco veramente poco gli studenti della mia scuola, ma devo dire che non mi interessa nemmeno conoscerli. Mentre cammino destreggiandomi per le strade di San Francisco, guardo di sottecchi il ragazzo, che cammina con quel sorrisetto innocente e pulito sul viso. I suoi occhi brillano, si guarda attorno contento. Mi da' proprio sui nervi! Di cosa vuoi essere felice, esattamente?
Continuo a camminare sempre più in fretta, cercando quasi di seminarlo e stare il più lontano possibile da lui.
«Kate»
Ci metto un po' a ricordarmi che si sta rivolgendo a me, e mi giro lentamente, scocciato.
«Che c'è?» sbuffo non tentando minimamente di nascondere il mio disappunto.
«Casa tua non è di qua?» chiede, accennando un sorriso.
Mi guardo attorno e mi rendo conto che i miei piedi stavano percorrendo il percorso per casa Hood, e con amarezza, ripercorro i miei passi, senza nemmeno giustificarmi, e imbocco la stradina giusta, diretta verso casa Clifford, e l'unico pensiero che mi porta a voler davvero tornarci, è frugare tra le cose di Kate, per trovare qualcosa con la quale ricattarla esattamente come lei sta facendo con il mio quaderno nero. Se osa leggerlo, giuro sarà l'ultima cosa che farà. Cammino cauto mentre percorro la via, alla ricerca della casa corretta, lasciando che i miei occhi corrano su ogni dimora, fino a quando, certo di essere davanti a quella corretta, arretro di qualche passo per aprire il cancello. Prendo le chiavi che avevo trovato sulla scrivania di Kate, e sorrido soddisfatto dopo aver aperto il cancello. Riprendo a saltellare, felice di potermi buttare a letto e dormire, lasciando che quell'idiota al mio seguito si arrangi.
Spalanco la porta d'ingresso, e non saluto, togliendomi subito le scarpe da ginnastica. Noto la nonna di Kate intenta a guardare qualcosa alla televisione, e non nota né me né il ragazzo riccio entrare in casa sua. Alzo le spalle e cerco un bicchiere, per versarmi del succo ACE, senza degnare il ragazzo di uno sguardo.
«Michael è di sopra» dico, prima di bere un sorso del mio succo. Il ragazzo annuisce ed accenna un sorriso grato.
«Ti ringrazio Kate!» fa per salire le scale ma poi mi lancia un'altra occhiata «Ti stanno molto bene i capelli raccolti»
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Stars Align// Calum Hood
Fanfiction"Mi volto e caccio un urlo: davanti a me ci sono io. Ovvero, il mio corpo, che si sta toccando i capelli, i vestiti, che si guarda le mani. Io faccio lo stesso: mani grandi, dita lunghe, carnagione olivastra. Mi tocco la testa e, con orrore, realizz...