(Kate)
Sono combattuta tra l'idea di saltare le lezioni, cosa che Calum faceva molto spesso, e il rimanere per cercare di migliorare la sua reputazione. Mi sento tra due fuochi. Certo, voglio risollevare la reputazione di Calum, ma non è forse più importante aiutare chi è in difficoltà? Perché lui ha bisogno del mio aiuto, nonostante mi eviti, nonostante quelle parole, io correrò più forte, se necessario, per ricondurlo verso di me. E poi, chissà in che guai potrebbe farmi finire. Questo è ancora più importante. Annuisco tra me e me e, non appena suona la campanella, schizzo via dall'aula di corsa, rendendomi conto che ci ho messo decisamente troppo per prendere questa decisione, considerando che la campanella che ha appena suonato è quella della pausa pranzo. A mia discolpa, non ho mai saltato una singola lezione che non fosse per malessere. È qualcosa che non ho mai fatto, ho bisogno di tempo. Calum mi sta decisamente portando su una cattiva strada.
Mi fermo in mezzo al corridoio, cercando di allineare l'agglomerato di pensieri che ho nella mia testa. Mi volto verso le scale e le raggiungo, salendole di corsa verso l'aula 27 dove Calum si rifugia sempre nei momenti di sconforto. Non appena mi ritrovo la porta davanti a me, deglutisco ed afferro la maniglia, tirandola giù, con espressione seria. Sbatto le palpebre e mi ritrovo davanti la banda della scuola al gran completo, che mi sta fissando. Accenno un sorriso imbarazzato.
«Arrivederci» sussurro e faccio per andarmene, ma qualcuno da dentro mi chiama.
«Hood giusto?»
Riapro la porta ed annuisco, le mie gambe agitate e pronte a scattare giù per le scale.
«Lui suona!» una ragazza bionda si sta rivolgendo al professore, con occhi speranzosi.
«è così?» il professore (che non avevo mai visto fino a questo momento) mi squadra da capo a piedi, facendomi sentire a disagio.
«Sì ma io avrei fretta» cerco di defilarmi ma gli sguardi imploranti che ho davanti mi fanno bloccare.
«Hood, abbiamo bisogno di un bassista» il professore avanza verso di me e mi guarda dritto negli occhi, supplicante «Ci serviresti. Abbiamo un concorso a breve e non troviamo un bassista che possa rimpiazzare il nostro»
Io non so suonare il basso. Calum sì, e benissimo, ma io no. E non posso di certo suggerirgli di andare a chiedere a Kate Clifford, perché non è giusto nei confronti del vero Calum. Finalmente ha un'occasione per riscattarsi, per farsi valere in qualcosa che gli piace e che gli riesce bene. Non voglio che sprechi questa occasione. Ma, dall'altra parte, io gli farei fare una figuraccia, considerando che non so nemmeno come sia fatto un basso. Sospiro, indecisa.
«Ok» butto fuori in fretta. Le mie gambe sembrano due molle e mi stanno facendo saltare per l'impazienza di cercare Calum: ora ho un secondo motivo. Il volto del professore si rilassa e mi guarda felice e colmo di gratitudine. Afferra le mie mani e le stringe forte.
«Ti siamo riconoscenti»
Aspetta a dirlo. Forse non è stata una buona idea.
«Scusate ma io ora devo proprio andare» sguscio via senza ascoltare altro e scendo le scale di corsa. Se Calum non era lì, dove potrei andare a cercarlo? Non ho una risposta, ma le gambe non vogliono saperne di fermarsi. Possibile che sia tornato a casa sua? Mi fermo improvvisamente, facendo qualche balzo per evitare di cadere a terra e osservo il corridoio semi deserto, dato dalla pausa pranzo.
«Cosa sai di Calum, Kate?» mi chiedo, infilando le mani nelle tasche dei jeans. La prima risposta spontanea è nulla, ma subito scuoto il capo. Non è vero. So più di quello che immagino. È un incompreso, come me. E ha bisogno di rintanarsi in un luogo che sia silenzioso, che lo protegga dal mondo esterno. Sospiro angosciata: ma come faccio a sapere dove si sente in pace? L'unico luogo che so che lo fa sentire in questo modo, è l'aula dalla quale sono appena uscita. Mi appoggio alla parete e chiudo gli occhi. Nella mia mente si scaglia una figura familiare. Mi guardo attorno e vedo un prato verde costeggiato da un ruscello. È notte, ma non ho freddo. Sto camminando, e capisco che ogni mio passo è mosso da una melodia che sto sentendo, e proviene da quella figura scura, seduta sul bordo del ruscello.
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Stars Align// Calum Hood
Fanfiction"Mi volto e caccio un urlo: davanti a me ci sono io. Ovvero, il mio corpo, che si sta toccando i capelli, i vestiti, che si guarda le mani. Io faccio lo stesso: mani grandi, dita lunghe, carnagione olivastra. Mi tocco la testa e, con orrore, realizz...