(Kate)
Sono le dieci quando mi stacco dai libri a causa del mal di testa martellante che mi sta dilaniando. Ho la sensazione che la testa possa esplodere da un momento all'altro. È molto più difficile studiare ora che sono Calum, e mi riprometto di non essere mai più cattiva con lui su questo argomento. Non se lo merita per nulla. Sono stata tremendamente superficiale e crudele con lui. Mi chiedo se avremmo potuto essere amici se questa maledizione non si fosse schiantata su di noi. Avremmo potuto essere due bambini normali e giocare insieme, andare insieme alle scuole elementari e condividere i colori a pastello, studiare insieme matematica alle scuole medie. Invece nulla di tutto questo.
Mi stendo a letto con le luci spente, chiudendo gli occhi. Nella mia testa compaiono mille immagini diverse, dalla me stessa della leggenda, a tante stelle luminose che splendono nel cielo, e sento il cuore battere forte. Come è possibile che tutto questo sia reale? Kate Clifford e Calum Hood non esistono, ma sono due stelle luminose del firmamento, dopo essere state condannate per essersi amati troppo, ed aver dimenticato i loro doveri. Come posso crederci? È fuori da ogni logica.
Mi giro sul fianco e fisso la luce della luna entrare dalla finestra, come incantata. Forse sarebbe tutto più facile se tornassi ad essere una stella del triangolo estivo: non starei vivendo la vita di Calum, per cominciare, e non avrei tutti questi dubbi che mi martellano la testa. Per cominciare, che cosa sto cominciando a sentire per Calum? Lo sento davvero io, o è Zhinu che sente questo amore che mi sta divorando? Insomma, ora che so che lei è così presente, sta forse cercando di uscire e raggiungere il suo amante tramite me? Sbuffo e, lentamente, mi alzo dal letto per andare a bere un sorso d'acqua. Apro la porta e mi stropiccio un occhio, stanco, ma mi fermo notando Mali osservare giù per le scale, inquieta.
Curvo il capo.
«Tutto bene?» chiedo a bassa voce.
Lei si volta di scatto, spaventata, aggrappandosi alla ringhiera per non cadere.
«Mi hai spaventata» si porta una mano sul petto, accennando un sorriso nervoso.
La osservo, in attesa, e lei distoglie lo sguardo da me, per guardare il pavimento.
«Mali» la richiamo, e noto che la presa della mano sulla ringhiera si fa più salda. Scrollo le spalle e la supero, facendo per scendere le scale.
«Dove vai?» mi chiede bisbigliando, preoccupata. La osservo, perplessa.
«A bere un po' d'acqua» rispondo, alzando un sopracciglio. Qual è il problema? Perché è così spaventata?
Non dice più nulla, ma indietreggia verso la sua stanza, richiudendo la porta dietro di sé.
«Assurdo» bisbiglio tra me e me, scendendo le scale.
Entro in cucina, e noto subito che il padre di Calum è seduto su una sedia, e non è solo. Mi fermo e i miei occhi si spalancano per la paura: Brian, il proprietario dello Smokies è lì, davanti a me. Deglutisco, e mi tranquillizzo, ricordandomi che non sono me stessa e che lui non può conoscermi.
«Buona sera» saluto educatamente, con un sorriso forzato.
Brian si volta e posa i suoi occhi scuri su di me, facendomi tremare.
«è tuo figlio?» chiede, rivolto a David, che annuisce, annoiato.
«Piacere» dice, accennando un sorriso disinteressato.
Rigidamente, mi volto e vado verso il cucinino, aprendo la credenza per prendere un bicchiere e riempirlo d'acqua, bevendo a grandi sorsi.
«E Mali?» chiede l'uomo a bassa voce. Mi blocco, rimanendo immobile.
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Stars Align// Calum Hood
Fanfiction"Mi volto e caccio un urlo: davanti a me ci sono io. Ovvero, il mio corpo, che si sta toccando i capelli, i vestiti, che si guarda le mani. Io faccio lo stesso: mani grandi, dita lunghe, carnagione olivastra. Mi tocco la testa e, con orrore, realizz...