(Kate)
Batto il piede nervosa per tutta la durata dell'ora di storia, senza prestare la minima attenzione a quello che la professoressa sta spiegando. So benissimo come questo non sia da me, ma sono troppo arrabbiata. No, dire che sono arrabbiata è troppo poco. Non riesco nemmeno ad esprimere la rabbia che sento dentro di me. Come ha potuto raccontare a Micheal tutta la verità? Come mi guarderà, ora, mio fratello? Se chiudessi gli occhi, riuscirei a vedere l'espressione sofferente che aveva nel volto il giorno in cui nostra madre se n'è andata. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, e mordo forte un labbro per sopprimerle. Non ho mai pianto in pubblico, e di certo non comincerò ora che non sono nemmeno me. Sospiro: quanto voglio tornare nel mio corpo.
Schizzo fuori dall'aula non appena suona la campanella, con la sola voglia di scappare senza meta. È un continuo giro tondo senza fine: alla fin fine, si ritorna sempre allo stesso punto, alla stessa sensazione di non avere un posto vero che sia un rifugio sicuro. E ogni volta che scappo, mi ritrovo a fermarmi dopo pochi metri, sorridendo ironicamente e chiedendomi "Dove vuoi andare? Non puoi scappare".
Mi siedo sugli scalini che portano al piano di sopra e appoggio la fronte alle ginocchia, lasciandomi andare alla rabbia, alla tristezza e alla confusione. Comincio a singhiozzare, senza il timore che qualcuno possa vedermi, perché ormai non mi interessa più. Il corpo si contorce, si agita, e dalle labbra piene escono lamenti, singhiozzi forti. Vorrei che mia madre fosse qui. Patetico, ma vero. Vorrei che quel giorno fosse stata trattenuta cinque minuti in più da me o da Micheal, anche solo per rimproverarci di non aver svolto i compiti che avremmo dovuto fare. Vorrei che fosse qui accanto a me per abbracciarmi forte. La verità è che sei lei fosse qui, io non avrei mai aperto la porta a Brian quella sera, che cercò di riscuotere soldi da me, prendendomi per il colletto della camicia, fino a quando non mi mise giù e mi spiegò tutto ciò che io non avrei nemmeno mai potuto immaginare. Prima di prendere coraggio e dirgli che avrei lavorato io per lui, non curante di che cosa avrebbe significato per il mio benessere, pensando esclusivamente a quello di ciò che rimaneva della mia famiglia. Se solo non fosse morta...un singhiozzo più forte mi scuote e vorrei solo urlare. Ma tanto a cosa servirebbe?
«Hood?»
Mi mordo un'unghia, prima di alzare il capo ed osservare Abigal, guardarmi con sguardo preoccupato. Oh quello sguardo: è il motivo per cui nessuno deve sapere cosa si nasconda dietro al mio sorriso delineato dal rossetto rosso. Lancia un'occhiata insofferente ad Abigal, che vuole dirle di andarsene, anche se, dentro di me, la sto supplicando di non farlo. Mi manca parlare con lei, anche se alle volte si comporta in modo totalmente superficiale. Non era accanto a me solo per farmi da ancella, come molti pensano, ma perché è l'unica amica che abbia mai avuto, riuscendo a guardare oltre quello che vedevano gli altri. E, ora come ora, vorrei buttarmi tra le sue braccia.
«Tutto bene?» non so con quale coraggio lo faccia, considerando che non le è mai andato molto a genio Calum, ma si siede vicino a me, stringendo le ginocchia al petto.
«Una meraviglia» borbotto senza pensarci, asciugandomi in fretta le lacrime. Lancio un'occhiata ad Abigal, che sta continuando a guardarmi, senza lasciarsi intimorire. Che fine ha fatto la ragazzina che si lasciava spaventare da un'occhiata? Che sia finita nel corpo di qualcun altro anche lei?
«Ho problemi in famiglia» rispondo infine, schiarendomi la voce. Bhe, non è proprio una bugia. Sia che parli per Kate che per Calum, ho detto una verità. È, effettivamente, una cosa che lega me e quell'imbecille.
«Oh mi dispiace» riporto nuovamente lo sguardo su di lei e noto la tristezza nel suo volto. Faccio un cenno con il capo, per sopprimere la voglia ancora presente di buttarmi tra le sue braccia.
«Non è divertente come ci fingiamo forti, ma se qualcosa tocca la nostra famiglia ci distruggiamo completamente, mostrando le nostre fragilità?» mi viene quasi da ridere: per quanto mi sono mostrata una regina quando non ero regina di nulla, se non della mia stessa fragilità?
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Stars Align// Calum Hood
Fanfiction"Mi volto e caccio un urlo: davanti a me ci sono io. Ovvero, il mio corpo, che si sta toccando i capelli, i vestiti, che si guarda le mani. Io faccio lo stesso: mani grandi, dita lunghe, carnagione olivastra. Mi tocco la testa e, con orrore, realizz...