capitolo 7

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- Sono pronto- afferma Cole.
- Promettimi che ascolterai, non mi interromperai, non proverai pietà di me, non mi giudicerai e, soprattutto, non dirai niente a nessuno -
Sembra un giuramento della bibbia.
- Lo prometto, croce sul cuore - mimo la X sul seno sinistro e mi metto a sedere più comoda.
- Ok... Avevo 6 anni, la mia famiglia era al mare e in casa c'eravamo solo io e mia zia. Un giorno le è venuta la brillante idea di... Ehmm.. Come dire... "stuprarmi", si hai capito bene - aggiunge Cole vedendo la mia faccia stupita - ma non era semplice sesso, non so, aveva quel non so che, lo rendeva magico, più bello, più selvaggio. Mi piaceva quando mi legava, ed ero incapace di muovermi, ero piccolo è vero, non sapevo cosa significasse tutto ciò, ma mi piaceva. Poi ecco la prima sigaretta, a 11 anni, la prima canna, a 12, le prime droghe, la coca, a 14 anni. Sono cresciuto male, la mia famiglia era sempre assente. A 16 anni sono andato in un centro di recupero, per disintossicarmi da tutto quello che avevo in corpo. Una volta uscito da lì ho cominciato a bere, all'inizio era una birretta, due shottini, insomma poca roba, solo al fine settimana. Poi tutte le sere, e sono finito con l'ubriacarmi tutti i giorni, a qualsiasi ora. Ci ho messo un po' anche lì a smettere di bere, ma ce l'ho fatta - fece una pausa per riprendere fiato.
-... A 17 anni, ho cominciato a sperimentare su ragazzine ciò che mia zia mi aveva insegnato, e mi hanno sgamato, una volta fatti i 18, sono stato in carcere per due mesi, ma i miei hanno pagato la cauzione e sono uscito, avrei voluto stare dentro di più, mi sono sentito uno schifo - le lacrime cominciano a rigare il suo volto, la sua voce cominciava a tremare, non l'avevo mai visto piangere sul serio di fronte a me. Mi fa pena, vorrei stringerlo in un abbraccio, ma non posso, gliel'ho promesso.
-... E mi sento ancora peggio, ora, quando quelle immagini mi ritornano in mente, ogni volta mi pento sempre di più, per cosa ho fatto nella mia adolescenza, che invece di vivermela, me la sono solo rovinata. Sono stato un coglione e se potessi fare qualcosa, rimedierei ai miei sbagli. Sono cambiato, ma il mio carattere rimane freddo, distaccato, menefreghista. Non riesco ad amare veramente, a tenermi degli amici, a fare una vita normale. Sono stato fmdanneggiato da piccolo, mi HANNO danneggiato.
Ora non posso dire di non bere, o fare uso di sostanze, ma sono cambiato, lo giuro. I tuoi zii ti avevano avvisato di stare lontano da tutto ciò perché... Mia madre e tua zia... Sono sorelle. E tua zia conosce bene la mia storia, perché è lei, è stata lei a farmi questo - si alza la maglietta a bassa leggermente i pantaloni davanti, noto dei segni simili a cicatrici, hanno una forma allungata, stretta, è la forma della cintura.
- Ogni volta che mi molestava, mi lasciava sempre un ricordo, e ora questo è quello che mi rimane del mio passato, oltre al cervello danneggiato e tutto il resto. Era l'unica persona con cui parlavo di tutto ciò che facevo, fino a due o tre anni fa. Non voglio accusare nessuno, Ashley, non ce l'ho con tua zia, non ce l'ho con te. Sono incazzato con me stesso, perché ora ho 19 anni, e non mi sono goduto la vita come avrei voluto, sono stato un coglione, sono un buono a nulla. Io non merito tutto questo... Io non ti merito - conclude la frase e stringe i pugni, cercando di non farsi vedere piangere ancora di più. Non ce la faccio più, non riesco a vederlo così sofferente. Mi fiondo su di lui e lo avvolgo in un abbraccio, lui tira su col naso e si lascia andare, ricambiando quell'abbraccio, che aspettavo da tempo ormai, che mi fa sentire a casa.
- Cole, non è colpa tua, tu non c'entri niente. È colpa di mia zia, della tua famiglia per la sua assenza. Ma non tua. Lo so che ti avevo promesso di non dispiacermi, ma cazzo, tutto ciò non è cosa da niente. Grazie per esserti aperto con me, davvero, grazie - gli accarezzo i capelli e lui nasconde il viso nella cavità tra il collo e la spalla. Non ci credo che è stata mia zia davvero a fare tutto ciò, oltre ad avere fatto la stronza con mia mamma, anche con Cole. Dopo questo non la guarderò più come prima.
Aspetta un attimo...
- Cole! - urlo e lo guardo negli occhi.
- Ma se mia zia è tua madre sono sorelle... Vuol dire che... Io e te siamo cugini -
Lo sento ridere, ma che ha da ridere?!
- Non è proprio così, mia mamma è stata adottata, è più come una sorellastra. Io e te non abbiamo nessun grado di parentela - a quelle parole mi rilasso, pensando per un momento di essermi fatta mio cugino, oddio. Cole lo nota e si mette a ridere una seconda volta, mi unisco anch'io, è impossibile resistere a quel sorriso. Poi si blocca, e mi guarda intensamente, io arrosisco e lui si avvia sempre di più a me.
- Come fai ad essere così fottutamente irresistibile Ashley... -
Si avvicina per baciarmi ma lo blocco, scuotendo la testa. Lui mi guarda confuso.
- E Margaret? - gli faccio notare.
- Io e lei non stiamo assieme. È più come una botta e via... So che non è giusto Ashley ma... Quello che provi tu, non lo provo anche io - ammette. Rimango spiazzata un attimo da quelle parole, ma mi ricompongo subito.
- Ho capito...- ammetto con amarezza e delusione.
- Avrei un patto, però, perché so che ti è impossibile starmi lontano - scherza facendo la linguaccia. Sorrido.
- E sarebbe? - chiedo.
- Scopamici -
Spalanco la bocca lo guardo incredula. Non può averlo detto veramente.
- Sati scherzando spero? Cole, è la cosa più brutta che esista al mondo! - urlo.
- Ne sei sicura? - mi domanda con uno sguardo seducente. Si avvicina lentamente ed io indietreggio fino a toccare il muro. Mi fa alzare in piedi e mi porta verso il letto, mi gira di scatto e mi fa piegare a novanta, facendomi toccare col palmo delle mani il letto. Lo sento abbassarsi i pantaloni e due secondi dopo , li abbassa anche a me, assieme agli slip. Si china su di me e mi sussurra all'orecchio - Dimmi che lo vuoi Ashley... - mi morde il lobo e mi esce un gemito di piacere. Trasalisco e rispondo - lo voglio, Cole - appena pronunciata quella frase lo sento penetrare in me. Grida di piacere cominciano ad impossessarsi di me, ed inclino la testa all'indietro. Cole mi prende i capelli e me li tira lievemente, mentre col bacino continua a muoversi avanti e indietro, sempre con più potenza. Le mie urla si fanno più forti mentre aumenta la velocità, lo sento godere anche lui mentre si irrigidisce e si svuota dentro, nel mentre che anche io raggiungo l'orgasmo. Mi butto sul letto, a pancia in giù, con un tonfo e lui si stende affianco a me.
- Allora, non puoi dire che non ti è piaciuto - dice con la voce affannata per lo sforzo. Mi volto a guardarlo e gli sorrido, un sorriso che anche lui ricambia. Poi mi circonda con le braccia e mi stringe a lui, lasciandomi tanti baci consecutivi sul collo, soffermandosi su un punto preciso, per marchiarmi. Poi passa alla bocca e mi bacia con passione. Socchiudo le labbra, lasciando libero acceso alla lingua, che si unisce alla mia in una danza a ritmo di battiti.
Ci stacchiamo senza fiato e mi siedo a cavalcioni sopra di lui. Il suo membro tocca la mia vulva e si indurisce una seconda volta, un sorriso divertito si fa spazio tra le labbra di Cole che mi solleva appena e mi penetra una seconda volta, cominciando la danza del piacere, il secondo round. Forse in fondo in fondo, una relazione di scopamicizia, potrebbe interessarmi...

Just Sex or Love? 2 #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora