Speech to myself.

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Da quanto tempo te lo dici?
Da quanti anni ti ripeti "domani cambierò"?
Da quanti anni ti ripeti "da domani non lo farò più"?
Per poi ripetere sempre lo stesso errore.
Da quanto tempo piangi per lo stesso motivo e per le stesse persone?
Da quanto tempo dai a loro il potere di rovinarti?
Da quanto tempo dai a dei ricordi il potere di cancellare il buono che c'è in te?
Da quanto tempo gli permetti di distruggere il tuo futuro prima che esso venga a trovarti?
Da quanto tempo gli permetti di farti pensare che non vale la pena lottare?
Rifletti su questo.
Vale la pena invece continuare a pensare di non meritare nulla, di meritare solo dolore?
Vale la pena continuare a odiare il tuo corpo solo perché pensi di meritarlo?
Ti chiedi sempre "perché odio il mio corpo se la maggior parte della gente che mi sta attorno dice il contrario?".
Non ti dà pace questo.
Non riesci a comprenderlo, non riesci ad accettarlo.
Perché dovresti odiarlo se alla gente piace?
Forse perché senti che della gente non ti fidi.
Forse perché hai paura della gente.
Forse hai paura che la gente lo usi.
Forse sai che la gente spesso dice il falso.
E hai paura di essere presa in giro.
Hai paura di non essere mai voluta bene davvero, ogni complimento per te è una coltellata.
Perché non senti di meritarlo.
Perché non lo senti tuo.
Ricordi da piccola? Ti facevano tanti, tanti complimenti.
Ma non ti sono mai piaciuti, i complimenti.
Diventavi rossa, ti si infuocavano le guance, abbassavi lo sguardo.
Non ci credevi mai.
E ora? Ora non senti nemmeno di meritarli.
Ora li rifiuti, quasi ti arrabbi se te li dicono.
Ti arrabbi perché non vuoi accettarli.
Non puoi accettarli.
Perché magari gli altri ti vedono bella, o carina, o simpatica, ma tu non ti vedi così.
E pensi di non meritarti di vederti come dicono.
Ricordi una di quelle poche occasioni in cui ci hai creduto? Forse l'unica.
Forse l'unica della tua vita.
Sì, ovviamente te la ricordi.
E ricordi anche le conseguenze? Forse è per questo che non succederà mai più.
Forse è per questo che sei convinta che non sia la giusta cosa da fare, fidarsi delle persone.
"Mai più accettare un complimento, mai più esprimere un sentimento" hai giurato.
Hai persino giurato a te stessa che avresti odiato tutti.
Hai giurato a te stessa che non avresti mai provato amore.
Hai giurato che non ti saresti fatta amare, che avresti allontanato chiunque volesse farlo.
E sai perché? Perché volevi imparare a farlo tu.
Volevi amarti TU.
Volevi farlo davvero.
E ci stavi riuscendo, ricordi?
Dopo aver rimosso dalla tua vita una quantità assurda di veleno, ci stavi riuscendo.
Poi, però, qualcosa è crollato e sei crollata pure tu.
Senza riprenderti più.
Cosa è successo te lo chiedi da anni.
Non riesci a capirlo, ma forse adesso lo capisco io.
Che alla fine, sei sempre tu.
Non si può vivere con la paura della gente.
In fondo, è stata quella a portarti a diffidare di tutto il genere umano.
E non si può fondare l'amore sulla paura.
In tutti i sensi.
Niente di buono nasce da lei.
Niente di forte, almeno.
Per ora sei piena di paure, sei un barattolo pieno d'ansia.
Un barattolo che, se solo lo tocchi, schiatta in mille pezzi taglienti.
È anche per questo che non vuoi che la gente ti sfiori.
Distruggeresti loro, ma soprattutto te.
E sei stanca di esistere solo per distruggere.
Sei stanca di essere buona solo a distruggere.
Il barattolo di vetro è esploso già altre volte in passato, e per ricostruirlo ci sono voluti mesi di lacrime, sofferenza, cadute, disperazione.
Ormai è un barattolo fragile, pieno di spaccature, fessure, ferite.
Gli mancano persino pezzi, andati perduti in tutte le volte in cui si è frammentato in milioni di briciole.
È un barattolo che ha vissuto su sé stesso tanto dolore e tante cadute.
E quel barattolo sei proprio tu.
Sei di nuovo sul punto di esplodere, senza che te lo aspetterai, basterà un tocco per buttarti giù.
E ne hai tanta paura.
Però forse sarebbe la cosa migliore.
Perché forse sarebbe un'opportunità per ricostruirti.
Soffriresti terribilmente sul momento, rivivresti in un lampo tutto il dolore passato in anni.
Ma poi spazzeresti via in un colpo solo tutto ciò che ti aveva portato a collassare.
Tutto il veleno, tutte le tossine.
E, una volta svuotata, con calma e pazienza raccoglieresti ogni pezzo.
E, una volta ricostruito il barattolo, con altrettanta calma, lo riempiresti con ciò che ti fa stare bene.
E, forse, è tutto ciò di cui avresti bisogno.
Ci vorrebbe del tempo.
Solo che tu sei stanca di questa stupida frase fatta.
"Il tempo guarisce le ferite."
È la frase più falsa che tu abbia mai sentito, lo so.
A te il tempo le ha solo fatte sanguinare di più.
Sei un ammasso di ferite che ormai anche gli altri riescono a vedere.
Il tempo non le ha guarite, ma il tempo da solo non fa mai nulla di buono.
Il tempo è lo stesso che fa marcire la frutta, fa decomporre i cadaveri.
Come puoi pensare che col tempo una ferita guarisca? Senza che la curi, senza che la ricuci.
Forse hai solo pensato di averlo fatto, ma in realtà, come dicevo prima, nulla di forte nasce dalla paura.
Non puoi ricucire le ferite se non ti accerti che non ci sia un'infezione.
E quante volte te la sei ripetuta questa frase? Non riesci più a contarle.
Ma se non smetti di volerti male, di pensare di meritarti il male, come puoi pensare di ricostruirti?
Costruiresti una casa con le fondamenta sull'acqua.
Prima o poi l'acqua le corroderebbe di nuovo e la casa crollerebbe.
Per l'ennesima volta.
E tu non vuoi questo.
Giusto?
Ricorda, o vivi, o muori.
Se vuoi morire, ingoia una confezione di xanax, o buttati dal balcone.
L'agonia non ha senso.
Il limbo tra vita e morte è inutile e ridicolo.
Se vuoi vivere, alza il sedere e, anche se ti tremano le gambe, anche se ti sanguinano le ginocchia, cammina nella strada di cui hai paura.
Perché sai che devi farlo, sai che è quella giusta.
Ti fa paura la vita, ma se la vuoi, devi inseguirla.
La vita non torna da te se la lasci andare.

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