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Jungkook, Namjoon e Seokjin hanno deciso di aspettare in auto, controllando la strada e facendo da guardie, mentre Hoseok, Taehyung ed io siamo scesi.

Il grigio ci ha ormai abbandonati da un po', dopo aver visto la testa bionda di cui aveva bisogno, lasciando me e il mio ragazzo da soli, seduti sul marciapiede dietro all'autogrill, nascosti da sguardi indiscreti.

-Yoon, visto che siamo qua, volevo parlarti di una cosa- comincia subito il rosso, mettendomi in agitazione.
Annuisco velocemente, posando lo sguardo sulle mie mani, che giocano tra loro.

-L'altra notte, ti ho sentito: avevi di nuovo quell'incubo, lo stesso che hai fatto tempo fa, quando sei stato a casa mia per la prima volta...-

"Oh no, non chiederlo, ti prego" penso inevitabilmente, sapendo già dove vorrà andare a parare.

-Yoongi, sai che puoi sfogarti con me ormai, non devi tenerti tutto dentro, okay?- dice, per l'appunto, ma con un tono più dolce di quello che immaginavo.

Annuisco di nuovo, senza proferire parola e sperando che cambi argomento da solo.

Mi prende il mento tra le dita, alzandomi il viso in modo da potermi guardare negli occhi e sussurra:
-Parlami, per favore.-

-Facciamo così, io racconto una cosa su di me e poi tu fai lo stesso per te, all'incubo ci torneremo più tardi- propongo, cercando di sembrare sicuro.

Sorride divertito e mi dà un bacio a fior di labbra, a sorpresa, facendomi sgranare gli occhi:
-Questo non era nel patto-

-Preferisci che non ti baci più, quindi?-

-Oh, no, scherzavo, fallo di nuovo. Tante volte.-

Ride alle mie parole, fiondandosi poi sulla mia bocca e appropriandosene, tenendo le mie guance tra le sue mani.
Purtroppo, però, prima che io possa far intrecciare la mia lingua con la sua, decide di mettere fine al contatto, allontanandosi con un fastidioso (ma adorabile) sorrisino.

Sbuffo rumorosamente, alzando gli occhi al cielo con fare drammatico:
-Che palle che sei, Hoseok-

Solleva un sopracciglio divertito e, con un gesto della mano, mi incita a parlare.

-Ho ventisei anni.- confido, sussurrando.
-Questo lo sapevo già, scemotto, non vale.-
-Tra dieci anni avrò trentasei anni.-

Mi rivolge uno sguardo di ammonimento, con gli angoli della bocca leggermente alzati, nell'ombra di un altro sorriso.

-Okay, okay. Uhm,... ho iniziato a rubare a quindici anni-
-Di già? Come mai?-
-Oh no, quello non fa parte dell'accordo. Io dico una cosa e tu ne dici un'altra, senza fare domande. Ti racconterò tutta la mia storia, prima o poi, ma sicuramente non oggi.-

Risponde con un tenero broncio, fingendosi ferito, e, per "scusarmi", poso le labbra sulle sue, in un veloce bacio a stampo.

-Ora sto meglio, grazie- ammicca subito dopo, facendomi ridacchiare.
Dopo un breve respiro, aggiunge:
-La mia famiglia mi odia e mi reputa un traditore, perché ho arrestato e portato in carcere mia sorella.-

Lo abbraccio istintivamente, vedendo come il suo umore sia cambiato da così a così, solamente ripensando all'accaduto. Cerco di coccolarlo e confortarlo, mentre nella mia testa un perfido pensiero si fa strada:
"E se poi arrestasse te, Yoongi? Cosa faresti?"

*:・゚

Leggo velocemente il messaggio di Jungkook, dove mi avverte che Jimin non è venuto da solo, ma con almeno altri due uomini, che fortunatamente non possono fermarmi perché non hanno nulla contro di me.
Yoongi aveva proprio ragione: se fosse andato chiunque altro a parlare con il biondo, sarebbe finito nei guai senza dubbio.

Rivolgo quindi lo sguardo più in là, verso la figura che mi hanno descritto e che dovrebbe appartenere a Jimin, e cammino nella sua direzione, fino a raggiungerlo.

-Ciao- lo saluto, forse arrivando un po' troppo di soppiatto visto il salto che fa dopo aver sentito la mia voce.

-Uhm, ci conosciamo?- chiede, qualche secondo dopo, osservandomi da capo a piedi.

-Sono Kim Taehyung, piacere- mi presento quindi, con un sorriso.

-Ah, alla fine parlo con te... Gli altri non hanno avuto fegato?- replica, amareggiato.

-No, Jimin, sono solo prudenti.-

-Non si fidano di me, forse?-

-Non di te, ma dei due omacci che ti sei portato dietro.-

Lo vedo boccheggiare alla mia affermazione e capisco di aver fatto centro. Devo stare attento a ciò che dico e a come lo dico, perché a questo punto avrà pure un microfono nascosto da qualche parte.

-Vuoi rimanere dentro a parlare o preferisci uscire?- domanda, cercando di sviare l'argomento.

-Preferirei parlare in privato, ma immagino che i tuoi superiori ti abbiano dato ordini precisi.-

Annuisce, un po' dispiaciuto, e non gliene faccio una colpa, perché alla fine penso sia solo un poliziotto onesto e dedito al suo lavoro, non ne può nulla.

-Sediamoci ad un tavolo- propongo, prendendogli la mano e guidandolo verso un posto un po'più appartato, notando però due figure seguirci.
Sospiro rumorosamente, rassegnato.

-Dai, esponimi le vostre scuse.-

-Non sono scuse, Jimin. È solo la pura verità. Yoongi è indubbiamente colpevole, per tutti i furti che ha commesso, e questo lo sa tutta la Corea. Purtroppo, nessuno sa che è stato costretto a diventare un criminale, che questo è semplicemente il suo modo di sopravvivere.- un sospiro triste lascia le mie labbra, che giocano con la sua compassione -Hoseok non ha alcuna colpa, se non quella di essersi innamorato, e allo stesso modo Jungkook e Seokjin sono innocenti, perché hanno solo tentato di tenere fuori dai guai un amico, finendoci loro stessi. Così ha fatto anche RM, per aiutare Yoongi, con cui ha un legame fortissimo. Perciò non devi vedere in malo modo nessuno, perché nemmeno uno ha deciso questo destino.-

Jimin tiene la testa bassa, pensieroso, prima di chiedere:
-E tu che parte avresti in tutto questo?-

Sorrido sghembo, sentendo già dal suo tono timido di averlo dalla mia parte, per poi rispondere:
-Sono solo un bambino che si è trovato a giocare nel parco sbagliato.-

RUN┃yoonseokDove le storie prendono vita. Scoprilo ora