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Mi rinchiudo nel cubicolo sentendo un'altra crisi di pianto insensato in arrivo.

Appoggio gli avambracci sulla porta, ai lati della mia testa, mentre sento le prime lacrime scorrere sulle mie guance.

Il mio corpo risponde immediatamente, tremando, esattamente come la prima volta.

Da quando Yoongi se n'è andato, pianti insensati mi hanno colpito, anche mentre dormivo.

Per questa emozionante sessione, ho dovuto prendirmi una pausa dal lavoro e ritirarmi in bagno, sperando che nessuno entri.

Ma, proprio quando sto per raggiungere il punto clue, sento qualcuno farsi avanti a grandi passi.

Parla al telefono, perciò devo mettermi un pugno in bocca per evitare che mi escano dei singhiozzi.

-Dimmi, V-
Nonostante io riconosca la voce come quella di Seokjin, decido di rimanere come sono e non farmi notare.

-Vorresti prendere una pausa?-
Sembra preoccupato e anche leggermente contrariato, ma non riesco a capirne il motivo.

-No, aspetta, sei serio?!- esclama improvvisamente incredulo.

-Min Yoongi sta tornando??- ripete con un tono più basso.

Un attimo.
Min Yoongi?
Quel Min Yoongi?

Oddio, sento che il cuore mi uscirà dal petto a momenti.
Sorrido istintivamente e non presto attenzione al resto della conversazione, troppo emozionato.

Una strana sensazione mi pervade, riscaldandomi.

"Riprenditi, Hoseok-ah. Non sei una ragazzina in calore e Yoongi non è il tuo idolo, svegliati" bisbiglia una vocina nella mia testa, fermandomi il respiro.

Cosa mi sta succedendo?
Non posso provare neanche una sfumatura di sentimento per lui, non dovrebbe avere tutta questa influenza sul battito del mio cuore.

Lui è un ladro ricercato, io un poliziotto.

Devo fare in modo che finisca in galera, il posto che gli spetta.
Questo dovrebbe essere il finale corretto.

Ma allora perché sento di volerne un altro?

*:・゚

-Nam, alzati cazzo. Sono tre ore che ti chiamo, dai...-
Lo scuoto ancora, ma si lamenta soltanto, nascondendosi di più sotto il lenzuolo.

-Giuro che ti lascio in Giappone e non torno più.- lo minaccio, spazientito.

Borbotta qualcosa di incomprensibile, facendomi salire il nervoso.
Gli tiro una pacca sulla schiena, sperando di invogliarlo ad alzarsi.

-Okay, okay....mi sto alzando, mi sto alzando.- sussurra, stropicciandosi gli occhi.

-Hai due secondi per lavarti e metterti qualcosa di decente, l'aereo parte tra qualche ora e non vorrei perderlo.- lo informo un'ultima volta, prima di uscire dalla stanza.

Controllo di nuovo il secondo fondo della valigia, ricontando i soldi e assicurandomi di non aver dimenticato neppure una banconota.

Mi sudano le mani e la mia testa sta per scoppiare, a causa di tutta l'ansia che mi sta assalendo.

Tornare indietro dopo soltanto un mese è una mossa azzardata, assolutamente svantaggiosa per la mia posizione, ma mi sento in dovere di portare a termine questo compito.
Per Yuta, almeno.

Spero che basteranno i capelli neri e la mascherina a coprirmi, anche se ho il presentimento che Hoseok potrebbe riuscire a prendermi definitivamente.

-Allora, andiamo?-
Namjoon spunta dal bagno, con i capelli ancora arruffati, e mi sorride.

Annuisco e mi alzo in fretta, prendendo i bagagli.

In poco tempo, raggiungiamo l'aeroporto e facciamo il check-in.
Ci sediamo in attesa del nostro volo, mentre Nam si rifocilla con un'enorme merendina al cioccolato.

-Yoon, tutto bene? Mi sembri giusto un po' nervoso.- ridacchia, per poi fare un altro morso.

-Tranquillo, sono...sono a posto, veramente in forma!- sorrido ironicamente, asciugandomi per l'ennesima volta il palmo sui jeans.

-Su, sputa il rospo, fratello.- mi incita, tirandomi un pugno amichevole sul braccio.

-Ughh, non lo so uffa... Ho paura che mi possano beccare..?- dico esitante, insicuro delle mie stesse parole.

-Vabbè quello è comprensibile. Non sono a rischio quanto te, ma ricordo ancora la storia di Suga e RM e preferirei non doverlo rifare. È stato un fottuto parto, cazzo.-
Rimane qualche secondo con lo sguardo per aria, probabilmente perso nel passato, prima di continuare:
-Ma perché stiamo tornando in Corea, scusa? Non ho neanche avuto il tempo di capirci qualcosa.-

-Yuta ha un affare con uno di quei tipi super importanti nel giro, solo che, ecco, hanno trovato morto il ragazzo che doveva andare a prendere la merce, quindi ha approfittato della mia presenza e ha chiesto a me di sostiturlo. Non potevo rifiutare: sai quanto è stato disponibile e gentile nei nostri confronti, mi sentivo in dovere. Ora, però, ho un'ansia assurda, sto facendo una cazzata enorme ma non posso tirarmi indietro.- spiego, sospirando alla fine.

-Capisco. Boh, Yoon, non preoccuparti più di tanto: ho visto che tu e quel poliziotto andate d'accordo, quindi al massimo corrompilo. Sta sicuro che non ti avranno così presto, sei pur sempre il famoso Min Yoongi, amico!- mi conforta, stringendomi la mano con un sorrisone.

Lo abbraccio d'istinto, rifugiandomi tra le sue possenti braccia, che però me ne ricordano un altro paio.

I ricordi di quella notte si fanno spazio tra i miei pensieri, con tutta la merda che avevo provato (e che avevo cercato di nascondere e dimenticare).
Così, senza neanche rendermene conto, mi metto a piangere sommessamente.

-Oh, no, Yoonie, ma che succede? Oddio, ma così all'improvviso, che cazzo. Bello, mi preoccupi.- bisbiglia velocemente il mio amico, agitato.

Scuoto la testa, facendogli capire che non voglio parlarne.
Affondo ancora di più nella sua felpa, stringendo i pugni e gli occhi il più possibile, quasi sperando di poter disintegrarmi in questo modo.

Sono finito in un guaio troppo grosso e qualcosa mi dice che non riuscirò ad uscirne.

Ad ogni lacrima, immagino le sue dita tra i miei capelli, sulla mia schiena, sul mio viso.
Mi tornano in mente tutti i piccoli momenti, a cui pensavo di non aver neanche fatto caso, ma il suo sorriso è impossibile da dimenticare.
Le pochissime volte in cui mi ha chiamato con un nomignolo, facendomi tremare il cuore, mi mancano.
Vorrei poter sentire la sua dolce voce di nuovo, anche solo mentre mi insegue e cerca di fermarmi.
Farei qualsiasi cosa per poterlo rivedere e solo adesso mi rendo conto che è proprio lui il vero motivo per cui ho accettato questo incarico.

Sto tornando in Corea perché mi manca Hoseok, è questa la verità.

Sotto sotto, spero anche che mi becchi, per poter passare più tempo con lui.

Luminoso come il sole, un raggio di speranza nel buio della mia vita: così lo vede il mio piccolo cuore, dimenticandosi dei nostri rispettivi lavori.

Un poliziotto non può stare con un ladro.

Destino, ti prego, non farci finire come Romeo e Giulietta.

nota autrice:

IMPORTANTE!

potrei ritardare con gli aggiornamenti per diversi motivi
1- sono piena di verifiche e interrogazioni lol (viva maggio yuhu)
2- mio padre è un po' arrabbiato in questo periodo e se mi becca al telefono mi spara (eskere)
3- ho finito i giga e non ho il wifi a casa :/

detto questo, spero che la storia vi stia piacendo e vi auguro una buona giornata ;)

RUN┃yoonseokDove le storie prendono vita. Scoprilo ora