bacon e cavoletti di bruxelles

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jackson aveva sempre ammirato il rappresentante del consiglio studentesco. avrebbe potuto anche dire di avere una piccola crush per lui. ma non era per il modo in cui mark parlava o per come rideva alle barzellette. cavolo, sapeva anche che quel ragazzo fosse più etero di qualsiasi altra persona un quella scuola. l'unica cosa che facesse sì che jackson lo guardasse quando gli passava davanti era il suo corpo. quelle lunghe, magre gambe, le sue braccia leggermente muscolose; la mascella e le clavicole. durante l'estate, jackson si nascondeva sempre dietro ai cespugli per guardare mark nuotare nella piscina della scuola. era il capitano della squadra di nuoto. il castano aveva sempre ammirato il modo in cui si inchinava, neanche l'ombra di una pancia grassa. al contrario di jackson, la cui pancia aveva molti rotoli di grasso. per lui, quello di mark era il corpo dei sogni. e mentre pensava di essere ancora troppo grasso per essere considerato magro come il rappresentante del consiglio studentesco, tutti gli altri si preoccupavano sempre di più.

o come il corvino, preoccupato da morire.
per questo, lasciò di nuovo una busta ed una scatolina azzurra per jackson.

ma quella volta, non la vide. non perchè fosse ceco o altro, ma perchè non si presentò alla lezione. nemmeno il cinese sapeva il motivo. era come se un'onda di ansia si fosse riversata su di lui, esattamente davanti alla porta dell'aula. ecco perchè fuggì verso il bagno, nascondendosi in una delle cabine. rimase lì finchè la campanella suonò, determinando l'inizio della pausa pranzo. con i suoi occhi rossi e gonfi, il suo labbro screpolato ed il suo corpo tremante, jackson uscì dal bagno. sapeva che i bulli lo avrebbero preso raggiunti, facendo dio solo sapeva cosa, e sapeva anche che in quel momento non sarebbe riuscito a sostenere il dolore che essi gli causavano.

mentre il cinese camminava in giro, lo vide.
mark.
stava guardando il suo telefono, leccandosi le labbra ogni tanto. il suo viso era contuso, l'angolo della sua bocca era spaccato e il suo occhio sinistro era contornato da un alone blu e viola. jackson prese un respiro profondo e camminò verso di lui trovando, nell'onda di coraggio che gli si era rovesciata addosso, la forza di confessargli ciò che provava nei suoi confronti. 
però, jackson era solo confuso.
non sapeva che il 'sentimento' che sentiva non era amore.

povero ragazzo, non sapeva ancora nulla dell'amore.

quando finalmente arrivò davanti a lui, con le gambe tremanti, mark alzò lo sguardo ed inclinò la sua testa. "u-uhm.." jackson sussurrò ed immediatamente guardò verso il basso. 
era una pessima idea, l'idea peggiore di sempre. 
dei puntini neri iniziarono ad oscurare la vista di jackson. deglutì. 
"hey. come ti chiami? posso aiutarti in qualche modo?" disse mark, sorridendo dolcemente. il minore annuì, il suo corpo tremava ancora di più. "s-sono jackson e volevo-"

non andò oltre poichè la sua vista si fece totalmente scura e quando sentì le sue gambe cedere, percepì le braccia di mark prenderlo appena prima che cadesse a terra.

quando il moro si svegliò, il maggiore non era più lì. c'era invece un ragazzo, seduto su una sedia di plastica mentre leggeva un buon libro con una tazza di tè in mano. jackson gemette e si mise seduto, attirando l'attenzione dell'altro. "sei sveglio finalmente." la sua voce era sorprendentemente calma. il cinese annuì ed il ragazzo si alzò, spostando il suo libro e la tazza.<
"come ti senti? ti fa male qualcosa? sei stato fortunato perchè mark ti ha preso prima che potessi cadere, rischiavi di farti male sul serio." il corvino lo guardò, con un leggero sorriso, prima di prendere un bicchiere e riempirlo d'acqua. poi, raggiunse l'altro, tenendo il bicchiere davanti alla sua bocca. "forza, bevilo tutto. senti sicuramente un po' di nausea." 
dato che jackson si sentiva troppo debole, permise al ragazzo di aiutarlo. sentì la sua mano fare su e giù sulla sua schiena, lentamente, e quando finì, il corvino mise via il bicchiere. 
"oh, qualcuno era qui e ha lasciato qualcosa per te." jackson sgranò gli occhi e  guardò il ragazzo mettere le mani nel suo zaino per afferrare una busta ed una scatola blu.
pepi.
jackson quasi sorrise, quasi.
"ecco a te." gli consegnò ciò che aveva preso, sorridendo dolcemente. 
"grazie." mormorò e ripose tutto accanto a sè. "uh, sai..sai per caso chi li ha portati?" timidamente, jackson iniziò a giocherellare con le sue mani, guardando verso il basso. 
"no, mi dispiace, so solo che fosse un ragazzo."
perfetto. sono gay comunque. il cinese annuì di nuovo e si alzò in piedi, prendendo la busta e la scatolina. 
"grazie per l'aiuto, ora devo andare." si inchinò. il corvino mise una mano sulla sua spalla, accarezzandola delicatamente. sorrise. 
"prenditi cura di te stesso, jackson. okay? non voglio vedere il tuo corpo privo di coscienza di nuovo qui." ridacchiò, facendo si che i suoi occhi si trasformassero in due mezze lune e jackson scosse la testa in segno di affermazione prima di lasciare la stanza. dato che le lezioni erano già cominciate, i corridoi erano vuoti; non se la sentiva affatto di andare in classe, perciò si diresse di nuovo verso il bagno, sapendo che anch'esso sarebbe stato privo di studenti. 

'buongiorno amore mio.

ho fatto quattro chiacchiere con i bulli e puoi stare tranquillo ora, non ti faranno più del male.

come stai? ti fa ancora male la pancia? hai mangiato tutto ieri, sono molto orgoglioso di te. non hai vomitato a casa, vero? e spero tu non ti sia esercitato di nuovo fino a sentirti male. non immagini nemmeno quanto sono orgoglioso mentre scrivo questa lettera. davvero! sto sorridendo come uno scemo, haha. 

oggi ti ho preparato...allora. non lo so. non ho avuto molto tempo per pensarci e mi dispiace tantissimo. è solo che un mio amico, chiamiamolo bambam, ha litigato con il suo ragazzo ed è venuto a casa mia piangendo. sai, hanno una di quelle relazioni tossiche e gli ho detto un miliardo di volte che sarebbe meglio se la chiudessero lì e- ah! non dovrei annegarti nelle mie preoccupazioni, o sbaglio? COMUNQUE 

non so cosa ti ho preparato oggi. non ho un nome per questo quindi chiamiamolo "pepi disperato" perchè mi sento proprio così ora.

un totale di 190 calorie. sembra tanto? non lo è! togli lo zero e ne avrai solo diciannove. o meglio ancora, togli il diciannove e ne avrai solo zero. solo per te, jackie. 

divertiti!

-pepi'

jackson rise e allo stesso tempo sperò che pepi non smettesse di parlargli delle sue preoccupazioni. anche lui voleva aiutarlo. il cinese scosse la testa e aprì la seconda lettera.

'due lettere in una volta, che sta succedendo. 

non sei a scuola. sto scrivendo questo mentre la professoressa sta parlando di strani numeri e di variabili, qualunque cosa.

stai bene? sei ammalato? jackson, dove sei? sono molto preoccupato.  vorrei avere il tuo indirizzo o il tuo numero, ma non li ho. ti prego dimmi che stai bene. non voglio avere un mental breakdown in classe ma ah! la professoressa mi ha chiamato alla lavagna. lasciami risolvere il problema, aspetta.

okay, sono tornato e sono riuscito a risolverlo. sono intelligente, haha.

è noioso quando non ci sei, non ho nessuno da guardare. ti ho già detto quanto sei bello? lo sei sempre stato. 

non sei curioso? non vuoi sapere chi sono? in tutti i libri che ho letto, il protagonista era curioso già dopo la terza lettera. e questa è la mia..non ne ho idea. 
immagino sia meglio per me, perchè probabilmente morirei davanti a te. non letteralmente-ugh. probabilmente diventerei molto strano e timido? 

ti amo.

ti amo.

jackson wang, ti amo tantissimo. (< mi sono assicurato di scriverlo abbastanza in grassetto.) 

da qui fino alla luna. e oltre mille di chilometri. no, milioni. miliardi. infiniti. 

-pepi.'

ed in quel momento, jackson stava piangendo e sorridendo. portò quel foglio di carta al suo petto, sentendo il suo cuore battere all'impazzata.
non sapeva cosa fosse l'amore.
ma forse, quel ragazzo sarebbe stato capace di insegnarglielo.

e jackson non voleva nient'altro che quello.

***

scusate l'assenza >.<

love bites » j.young + j.sonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora