"The worst day of loving someone is the day that you lose them."

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Alec vide che Magnus lo aveva portato in un ristorante italiano "bene eccoci arrivati" disse lo stilista uscendo dall'auto "Magnus non puoi lasciare qui la macchina" l'altro uomo sbuffò "ci penseranno i ragazzi del ristorante a spostarla" disse per poi consegnare le chiavi ad un uomo "avanti vieni,non abbiamo tutta la giornata" Alec avrebbe voluto dirgli che era stato lui a volerlo per pranzo e che se voleva mangiare velocemente allora poteva pranzare da solo, ma decise di fare un respiro profondo e seguire silenziosamente Magnus.

Quando i due entrarono gli accolse una ragazza che sembrava conoscere l'uomo asiatico "ciao Magnus" salutò con un accento fortemente italiano ,poi la ragazza baciò le guance a Magnus e lo abbracciò " che bello che ci delizi della tua presenza" gli fece l'occhiolino la donna "sai com'è Alice passavo per di qua e ho deciso di fermarmi nel primo ristorante che ho trovato" scherzò Magnus "ohh certo, venite vi porto al vostro tavolo" i due seguirono la ragazza verso un tavolo per due lontano dal resto dagli altri tavoli.
Alec una volta seduto si guardò attorno, la sala non era particolarmente grande, due pareti erano in pietra, mentre le altre due erano argentate e in una di esse si estendeva un enorme specchio, al soffitto pendeva un lampadario particolare, sebrava le ramificazioni di un albero, e alla fine di esse vennero messe delle lampadine a goccia, il tavolo in cui erano seduti lui e Magnus era di forma quadrata e di legno dal color marrone scuro , al centro del tavolo c'era una candela che in quel momento era spenta, Alec pensò che quel posto dovesse costare una follia, il suo dubbio venne confermato quando vide i prezzi del menu, quindi quando arrivò la cameriera ordinò della semplice pasta al pomodoro e dell'acqua naturale sotto lo sguardo esterefatto di Magnus che invece ordinò una tagliata accompagnata da del vino rosso, Alec si chiese se Magnus seguisse una dieta o mangiasse sempre come le persone normali, poteva vedere, sebbene il suo capo fosse completamente vestito, che Magnus era muscoloso e aveva sicuramente una grande forma fisica, avrebbe scommesso che andava in palestra per mantenersi in forma "come mai la pasta?" Domandò all'improvviso lo stilista cogliendo di sorpresa Alec " beh mi piace la pasta" rispose il ragazzo alzando le spalle "ma la pasta la puoi mangiare tutti i giorni,potevi sciegliere qualcosa di diverso" disse Magnus, e lo stilista mai si era aspettato di ricevere una risposta come quella da parte di Alec "non mi piacciono i cambiamenti" disse Alec sincero "eppure tu sei cambiato" Alec lo guardò confuso, di che diavolo stava parlando?
Magnus vide la perplessità di Alec e continuò " sei arrivato nel mio ufficio trasandato e con maglioni scoloriti, ora invece vesti alla moda, fai attenzione agli abbinamenti, certo hai ancora molto su cui lavorare, ma per ora non e male" ciò che disse Magnus, per qualsiasi persona che lavorasse nel settore della moda sarebbe risultato come un complimento, Alec invece si sentì offeso, era come se gli avesse detto di essere uguale a tutte quelle ragazze che lavoravano al Pandemonium, tutte uguali, senza una loro idea, Alec non si sentiva a assolutamente così, forse era cambito sul luogo di lavoro, ma appena usciva dal suo ufficio ritornava l'Alec di sempre "ti sbagli" era quasi un sussurro,ma Magnus riuscì a sentirlo, nessuno si era mai permesso di dirgli che si sbagliava su qualcosa " e su cosa mi sbaglierei Alexander? Sono curioso" lo stilista mantenne il suo tono calmo, era veramente curioso di sapere cosa Alec aveva da dire a suo favore "io non sono cambiato, tu vedi che ho cambiato modo di vestirmi a lavoro, appunto LAVORO" il ragazzo enfatizzò quella parola alzando leggermente la voce "non sai come mi comporto una volta uscito dal mio ufficio, e tanto meno sai come mi vesto, il mio non è stato un cambiamento, ma più un adeguarsi al tuo ambiente lavorativo, forse indosserò delle Jimmy Choo in ufficio, ma ciò non vuol dire che le porti anche fuori, io faccio e non farò mai parte di questo ambiente, posso solo imparare il mestiere, ma non cambierò mai"
Magnus rimase in silenzio, era sorpreso, nessuno lo aveva mai zittito, nessuno lo aveva mai lasciato senza parole, questo ragazzo era chiaramente qualcosa, era decisamente diverso dagli altri.

I due pranzarono in silenzio Alec si chiedeva se non avesse esagerato, non poteva farci nulla, quando qualcuno pretendeva di conoscerlo lui reagiva in quella maniera o subiva ogni parola. Come ha potutto essere così stupido e rispondere in quel modo a Magnus, il suo capo! Per l'angelo, lo avrebbe sicuramente licenziato.
Magnus invece stava pensando ancora alle parole di Alec, avevano sbloccato qualcosa in lui, si sentiva in colpa per aver giudicato il ragazzo, ma lui non provava mai quelle sensazioni, sentimenti come il senso di colpa non li aveva mai provati "voglio che tu venga alla fashion week di Parigi la prossima settimana" Alec ,che in quel momento stava bevendo, si strozzò con l'acqua "cosa? Pensavo ti servisse qualcuno che rimanesse qui a rispondere alle telefonate, è per questo che sono stato assunto" Magnus guardò Alec dritto nei suoi occhi azzurri "ecco perchè resterà Camille a fare il tuo lavoro, ho bisogno di personale qualificato per Parigi, e tu lo sei" Alec era rimasto spiazzato, lui si aspettava un licenziamento, non la fashion week "io..io non posso" dichiarò il ragazzo "è perche di grazia non potresti? Non che mi interessi particolarmente ,perchè che tu lo voglia o no verrai a Parigi, in fondo è il tuo lavoro" punzecchiò Magnus riferendosi al monologo precedente di Alec "Camille si sta preparando da settimane per questo evento, non mangia praticamente nulla per indossare il vestito dei suoi sogni, e poi lei è più adatta di me a questo genere di eventi" dichiarò Alec , ma ciò che disse venne sventolato via dalla mano di Magnus come se non volesse che quelle parole raggiungessero le sue orecchie "sciocchezze, ricordo che alla serata di beneficienza sei stato tu a ricordare il nome di..chi erano quelli?" Disse Magnus "ora, avrei un impegno tra qualche ora, è meglio se andiamo" disse lo stilista alzandosi e facendo capire che quel discorso di Parigi era chiuso.

Andarono a pagare il conto, Alec cercò di pagare la sua parte ma Magnus gli e lo impedì " che capo sarei se facessi pagare ai dipendenti il conto" e chissà perchè in quel momento gli vennero in mente le parole che gli disse sua sorella 'sicuramente Magnus avrà regalato capi a tutti i suoi dipendenti' forse ora iniziava a capire il significato di quelle parole.

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