"I swear on us." "Why us?" "Because there isn't anything I believe in more."

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Magnus decise che avrebbero camminato in modo che Alec potesse godersi la città. Arrivarono all'Arco di Trionfo, l'asiatico si girò verso il ragazzo e lo vide con gli occhi splancati pieni di stupore "è bellissimo, non avrei mai potuto credere di vederlo dal vivo" disse con i suoi occhi blu splendenti Alec "non sei mai venuto a Parigi? Credevo ci fossi già stato" chiese incredulo il direttore, sapeva che la famiglia Lightwood viaggiava molto, erano avvocati molto richiesti perciò non rimanevano mai in una città per molto, ecco perchè credeva che Alec fosse gia stato a Parigi "non ho mai viaggiato, ho visssuto a New York fino a 4 anni fa, poi mi sono trasferito a Midtown, quello è stato il mio unico viaggio" disse Alec interrompendo il pensiero di Magnus.

L'uomo vide che il ragazzo si fece triste, aveva detto che da New York si era trasferito, forse era qualcosa che aveva a che fare con quello, pensò che Alec dovesse aver ricordato qualcosa di spiacevole "beh allora muoviamoci, possiamo andare a vedere anche il Louvre" cercò di cambiare discorso Magnus, e ci riuscì, Alec si girò per guardare Magnus "veramente possiamo?" Chiese sopreso e pieno di speranza il ragazzo, lo stilista pensò che era troppo tenero , quegli occhi blu potevano sciogliere anche i cuori più gelidi "certamente Alexander, e dopo mi piacerebbe portarti a mangiare in un ristorante che adoro" disse felice Magnus già con il telefono in mano per chiamare un taxi che li portasse al museo "ma Magnus stasera abbiamo la fes-" Magnus fermò Alec parlandogli sopra "il taxi arriverà a momenti" " si ma la fes-" Alec cercò ancora di dire ma subito venne interrotto dallo stilista "alla festa possiamo andare dopo cena, abbiamo tutto il tem- oh ecco il taxi" Magnus si avvicinò alla vettura e dopo aver aperto la portierà salì al suo interno " che stai aspettando? Forza sali" disse lo stilista facendo posto ad Alec, il quale entrò silenziosamente nella vettura.

Alec non capiva molto l'arte ma guardando tutti quei quadri poteva capire cosa il pittore volesse trasmettere, ogni quadro raccontava una storia. Alec, in particolare, rimase colpito da un quadro che rappresentava una donna che alzava la bandiera francese, camminava sopra altri corpi ed era seguita da un gruppo di uomini di ogni età, il ragazzo non conosceva la storia, ma capì che doveva avere un significato profondo "La Liberté guidant le peuple" disse ad alta voce Magnus di fianco ad Alec "cosa?" Chiese il ragazzo, ora guardando il suo capo "il nome del quadro, 'la libertà che guida il popolo' " tradusse l'uomo e sorrise allo sguardo incuriosito del ragazzo "sai cosa rappresenta?" Chiese Alec volendone sapere di più e Magnus era più che contento di raccontargli la storia di quel dipinto "Eugene ha rappresentato la forza e la volontà del popolo, la donna che vedi dipinta rappresenta proprio la libertà" Magnus si prese un momento per osservare il ragazzo, il quale stava silenziosamente ascoltando ogni parola che diceva l'asiatico "racconta come i parigini si siano ribellati al terribile governo che c'era a quel tempo, questo quadro come puoi capire ha un significato molto profondo" concluse lo stilista soddisfatto della sua spiegazione "libertà" era un sussurro, Alec disse quella parola talmente piano che Magnus pensò di esserselo inventato "cosa hai detto?" Chise lo stilista per capire se aveva sentito giusto, ma quando guardò Alec lo vide assorto nei suoi pensieri e la risposta che ottenne dopo fu del tutto diversa da ciò che aveva sussurrato " hai studiato arte?" Era chiaro che il ragazzo non voleva affrontare il discorso e Magnus decise di non insistere " no, mi piace l'arte e diciamo che ho fatto ricerche personali, sai..curiosità" rispose lo stilista sorridendogli.

Il tempo passò velocemente mentre osservavano le varie opere, Magnus guardò l'orologio e vide che erano le sette di sera passate "Alexander mi dispiace dirtelo, ma dobbiamo andare, abbiamo una prenotazione al ristorante ed una festa stasera" allo stilista dispiaceva interrompere la tranquillità del ragazzo, in quelle ore al museo lo aveva visto rilassato e felice come mai lo aveva visto, desiderava vederlo in quel modo tutti i giorni, ma non appena gli ricordò i loro impegni della sera vide l'espressione del ragazzo cambiare, divenne più tesa e seria, quanto avrebbe voluto cancellare quella serata per far ritornare il sorriso su quel bellissimo viso, ma era il suo lavoro, non poteva non presentarsi ad un evento dove ci sarebbero state molte persone influenti che conosceva, compresi stilisti e modelli "ho tempo per prendere un piccolo regalo per una persona?" Chiese Alec, e quando Magnus annuì non perse tempo, corse fino alla zona souvenir per prendere dei piccoli quadretti in mignatura di alcune opere che aveva visto e che lo avevano impressionato maggiormente.

The devil and his AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora