"We accept the love we think we deserve."

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Quello che la ragazza gli aveva detto di   seguire era un corridoio, invece Alec si ritrovò in mezzo ad uffici separati da vetri trasparenti ed il caos più totale, c’erano ragazze che urlavano e correvano di qua e di la, ragazzi al telefono con le mani tra i capelli, Alec si chiese se fosse arrivato al piano giusto, ad un certo punto un urlo ammutolì tutti gli altri
“ STA ARRIVANDO” in quel momento calò il silenzio, era un silenzio gelido ed inquietante, Alec rabbrividì, aveva la sensazione che non sarebbe arrivato nulla di buono, infatti dopo qualche istante si scatenò l’inferno, quello che già a fatica Alec considerava un corridoio ora si era trasformato in un ammasso di persone che si spingevano e correvano con fogli in mano e altri che svolazzavano “come è possibile? È presto”  “avevo sentito che oggi non veniva”  “ doveva essere qui alle otto”  queste erano le urla che Alec udiva mentre cercava di farsi largo tra la folla e raggiungere la stanza con le sedie che la ragazza bionda gli aveva detto. Per sua fortuna riuscì a raggiungere la stanza, che poi anche quella non si rivelò essere una stanza, ma solo un punto cieco, un angolo nascosto e lontano dalla confusione. Si guardò attorno e ad aspettarlo non c’era nessuna ragazza, si mise più in vista nel caso arrivasse e lo vedesse, ma i minuti passavano e nessuno si faceva vedere mentre il caos aumentava, fino a quando non sentì una mano toccargli la spalla e per poco non urlò per la sorpresa, si girò e vide un uomo alto con i capelli verdi, indossava un completo nero che sembrava essere parecchio costoso “ e tu che ci fai qua senza fare nulla?” gli chiese l’uomo dai capelli verdi “allora?” gli chiese in tono severo, Alec si sentiva leggermente intimorito dalla voce dell’uomo, respirò profondamente e disse “i-io n-n-non lavoro qui, s-sono Alec Light-“ anche questa volta venne interrotto prima di finire di parlare, forse era meglio così, almeno non balbettava più rendendosi ancora più ridicolo “ah si il ragazzo nuovo, perché Asia non ti ha portato nel mio ufficio? Pensavo non saresti mai arrivato” dopo quelle parole l’uomo urlò il nome della ragazza, Alec dubitava che la ragazza, ovunque fosse, potesse sentirlo con tutto quel trambusto, e invece eccola la, arrivare di corsa verso di loro “mi ha chiamato signore?” Alec notò l’uomo alzare gli occhi al cielo
“ prima di tutto chiamami Ragnor, e poi , perché non hai accompagnato questo ragazzo da me? Sei fortunata che non sia come Magnus e non ti licenzi” la ragazza sussultò mormorando delle scuse e qualcosa come ‘annaffiare le piante’  “ora vai” disse l’uomo che Alec capì di chiamarsi Ragnor   “ e tu seguimi” disse riferendosi ad Alec che lo seguì senza proferire parola. Tuttavia il suo viaggio fu breve poiché vennero bloccati da una ragazza “Ehi Ragnor, mi avevi chiamata?" l’uomo si girò  “ Camille, questo è successo più di un’ora fa” gli disse scocciato “ma dato che sei qua, porta Alec, il nuovo ragazzo nel suo studio” Alec rimase sorpreso “ no, deve esserci un errore, io non lavoro qui, sono venuto a fare il collo-“ Ragnor zittì il ragazzo alzando una mano  “ bene sei assunto, benvenuto, ora Camille portalo via e spiegagli il lavoro” la ragazza guardò malamente Alec “ non ho tempo per le new entry, è arrivato Magnus, devo fargli avere nel suo ufficio il caffè prima che lui arrivi altrimenti mi licenzia” Ragnor sorrise “ beh questo è un problema tuo, io devo aspettarlo giù” e con quelle parole se ne andò, lasciando Alec solo con Camille “maledetto Ragnor” imprecò la ragazza “ tu ragazzo, seguimi, non toccare niente e ascolta ciò che ti dico, capito?” Alec annuì e seguì in silenzio Camille, era una ragazza magra e bassa di statura, lo si poteva notare nonostante i tacchi vertiginosi che portava, indossava un vestito aderente rosso che terminava poco sopra le ginocchia, aveva delle trasparenze sul decolleté e sui fianchi, i capelli erano di color biondo platino che le ricadevano lunghi fino alla vita, le labbra erano color rosso sangue e gli occhi verdi, i tratti  del viso erano delicati tuttavia si capiva che non era una ragazza angelica, anzi, Alec poteva indovinare il numero degli uomini ai suoi piedi “mi stai immaginando nuda tesorino?” lo prese in giro Camille che doveva essersi accorta di come Alec la stava guardando, il ragazzo distolse immediatamente lo sguardo, disgustato solo all'idea di essere attratto da una donna, e alzò gli occhi al cielo “Aspettami qui” disse Camille prima di andarsene, e così Alec si ritrovò nuovamente da solo, decise di girare per la stanza e osservarla, tanto per perdere tempo, gli sembrava di essere in un altro posto, li il chiasso degli uffici non si sentiva, e per un momento Alec si sentì quasi in pace, lo sguardo del ragazzo venne subito catturato dalle vetrate che davano verso il centro di Time Square, poteva vedere ancora le persone correre e sbattere una contro l'altra. Si girò per osservare altri dettagli della stanza, le pareti, a differenza dell’entrata del palazzo, erano dipinte di grigio scuro, al centro della stanza c’era un enorme tappeto color prugna e sopra di esso erano posizionate due sedie dal colore blu notte, e subito dopo, vicino alla vetrata c’era una scrivania rettangolare di medie dimensioni, come all’entrata anche qui c’erano quei strani fiori e di fianco ad essi c’era una cornice, Alec la prese in mano e vide che c’era la foto di un gatto, ‘strano’ pensò, in quel momento la porta si spalancò ed entrò Camille, Alec si spaventò per l’entrata improvvisa della donna, e , nel tentativo di allontanarsi dalla scrivania e mettere giù la foto in velocita inciampò nel tappeto, purtroppo cadendo con le mani aveva urtato il vaso di fiori che cadde a terra spargendo terra e acqua sul tappeto, 'beh almeno non si è rotto' pensò Alec
  “ che cosa diavolo hai fatto?” sbraitò Camille “oh mio dio…no” Alec la guardò, cosa aveva tanto da sbraitare?, ma quando la vide bianca come un cadavere  si preoccupò “ stai be-“   “zitto stupido” urlò la donna “ ti rendi conto di cosa hai fatto? Oh mio dio i suoi fiori e..no, non dirmi che è terra quella sopra il suo tappeto indiano” Alec davvero non capiva, okey aveva fatto cadere i fiori, ma non gli sembrava di aver fatto chissà quale danno “ pulisci subito stupido ragazzino, lo sai quanto costa quel tappeto? E i fiori? La vite di Giada è rarissima e tu l’hai spezzata come se niente fosse” Camille continuava ad urlargli contro e Alec non sapeva cosa fare se non obbedire e cercare di pulire il tappeto, tuttavia i guai per lui non erano finiti, in quell'istante entrarono altre due persone, Alec decise di non prestare attenzione ai nuovi arrivati ma piuttosto pulire il casino che aveva combinato, ignaro che la persona che sarebbe entrata gli avrebbe cambiato la vita.
" Ragnor per questo servizio avevo richiesto una modella alta , atletica e sorridente e cosa mi hanno mandato invece? Una ragazza bassa, sciatta, moscia e con la pancia! Dovevano impedirle di mangiare cibi grassi prima di questo servizio" Alec poteva solo sentire la conversazione, poichè i suoi occhi erano puntati a terra sul tappeto che cercava di pulire  " e per la festa di  Michael Kors , digli che ci sarò, avvisa l'autista che mi porti per le 21 e alle 21.10 venga a prendermi, che sia puntuale, non esigo ritar.. ma cosa succede? Il mio tappeto! La mia Vite! Che mi prenda un colpo" Alec sapeva di essere nei guai, non conosceva il proprietario di quella voce ma immaginava che non fosse contento di vederlo " ehi ragazzo! Il tappeto va tamponato non strofinato! Ehi dico a te" Alec alzò gli occhi verso la voce e smise di respirare, davanti a lui c'era l'uomo più bello  che avesse mai visto, aveva la pelle color caramello, gli occhi erano allungati, caratteristica tipica degli uomini asiatici, e sembravano brillare, erano color verde-oro, sembravano quelli di un gatto. Guardandolo meglio notò che erano truccati, anche le labbra avevano del rossetto, Alec abbassò lo sguardo per vedere il suo abbigliamento, portava una maglia viola con motivi dorati, il collo era ornato da varie collane e alle dita aveva vari anelli di diverse dimensioni, la parte inferiore del corpo era coperta da dei pantaloni blu scuro di un tessuto che Alec non sapeva definire ed infine ai piedi portava delle scarpe di colore grigio chiaro, che , a detta di Alec, sembravano fatte di pelle, questo uomo era mozzafiato " ehi ragazzo, hai perso la lingua? Sai parlare?" Alec venne riportato  alla realtà da quell'uomo affascinante che si rivelava essere non molto simpatico "qualcuno può dirmi chi è?" chiese lo stilista  "nessuno" rispose Camille cercando di mettersi davanti ad Alec per nasconderlo, come se non esistesse "Magnus lascia che ti presenti Alec , è il nuovo ragazzo" spiegò invece Ragnor.
Magnus guardò meglio il ragazzo, di nome Alec, non potè fare a meno di notare i suoi bellisimi occhi azzurri in netto contrasto con la sua pelle chiara , capelli neri e occhi azzurri erano la sua combinazione preferita, osservò che il ragazzo sembrava spaventato dalla situazione, sorrise "alzati, a quello ci penserà Camille, avrebbe dovuto dirti come pulire il tappeto, e avrebbe dovuto informarti del tuo lavoro, che ora, come posso ben notare, non stai svolgendo" disse Magnus continuando a guardare il ragazzo dagli occhi blu e ignorando lo sguardo intriso di odio che Camille lanciò a lui e ad Alec "in quanto a te ragazzo, per questa volta non ti licenzio, ma vedi di non combinare guai, Camille ti porterà nella tua postazione e ti spiegherà i tuoi compiti chiaro? " Alec voleva rispondergli che non era li nemmeno da un ora ma non riuscì a parlare perchè Magnus continuò " ora, i ragazzi carini in ginocchio sono la mia specialità, ma in questo momento ho molto da fare, quindi alzati e vai occhi blu" Alec arrossì per come lo aveva chiamato , Magnus con quella sentenza aveva fatto capire al ragazzo che doveva andarsene , tuttavia non gli scappò il rossore sulle sue guance, e prima che se ne andasse aggiunse " e per l'amor del cielo quel maglione è proprio orribile non si può guardare" , Alec, con l'autostima a pezzi, lasciò la stanza seguito da Camille ed una volta chiusa la porta Magnus non esitò a chiedere a Ragnor " chi è quel ragazzo? E perchè lo hai assunto?si farà licenziare tra qualche ora" Ragnor alzò gli occhi al cielo sentendo le lamentele di Magnus
"Non puoi licenziario, ti manca una persona che aiuti Camille nel suo lavoro, quel ragazzo è uscito a pieni voti dall'università, imparerà in fretta, e come ho già detto si chiama Alec" Magnus guardò male il suo aiutante ma decise di lasciare correre " voglio il suo fascicolo, puoi andare" e fu così che Ragnor se ne andò, ben felice di non dover più sentire le lamentele del suo capo

Note autore:
Ehi Angels➰ come potete vedere ho mantenuto alcune conversazioni del film il diavolo veste prada, spero possa piacervi😊

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