"Our love is like the wind, I can't see it, but I can feel it."

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Beep-Beep-Beep
Il suono assordate della sveglia interruppe il sonno di Alec, con la testa ancora immersa nei cuscini il ragazzo spense la sveglia battendo la mano sopra di essa, dopodichè spostò la testa di lato in modo tale da vedere l’ora. La sveglia segnava le sei in punto, imprecando, Alec si alzò per dirigersi verso il bagno, si guardò allo specchio, i capelli erano scompigliati, vari ciuffi andavano in direzioni diverse, si spostò un ciuffo ribelle che gli ricadeva sulla fronte finendogli sugli occhi, i quali erano accompagnati da due occhiaie, che a causa del suo pallore si notavano maggiormente, in netto contrasto con i suoi occhi azzurri. Notò quanto il suo viso sembrasse stanco, perciò decise che prima di fare colazione avrebbe fatto una doccia. Azionò l’acqua, e mentre aspettava che raggiungesse una temperatura calda si tolse i boxer e la maglietta da notte per poi buttarli nel vaso dei panni sporchi. Una volta entrato in doccia si mise sotto il getto di acqua calda godendosi quegli ultimi istanti di relax prima di dover affrontare quella giornata, che, già sapeva , si sarebbe rivelata molto pesante. Finito di lavarsi si mise un asciugamano attorno alla vita per poi andare in cucina a preparare la sua colazione, che consisteva in un caffe nero senza zucchero. Mentre assaporava il gusto amaro del caffè il suo telefono iniziò a squillare, alzò gli occhi al cielo e senza guardare chi era rispose alla chiamata, già sapeva chi lo stava chiamando a quell'ora delmattino “Dimmi Izzy”

“Buongiorno anche a te fratellone, sto bene grazie” chi poteva essere se non altri che sua sorella “sono contento che tu stia bene, ora dimmi, perché mi hai chiamato?” rispose Alec “ volevo assicurarmi che ti fossi svegliato, lo sai che hai quel colloquio di lavoro oggi, non te ne sei dimenticato vero?” e come poteva Alec dimenticarsi di quel colloquio quando sua sorella continuava a ricordarglielo ogni giorno, ricordò con quanta poca fatica lo convinse a provare questo lavoro, e anche ora non si capacitava di come ci fosse riuscita..

La settimana prima

Alec aveva appuntamento con la sorella da Taki, le aveva promesso che avrebbero cenato assieme quella sera, guardò il telefono, vide che erano quasi le nove, accelerò il passo, era in ritardo di ben 10 minuti, ma quella era una giornata che Alec avrebbe voluto dimenticare. Entrò da Taki e, individuando da subito la sorella, si avvicinò al tavolo “scusa, sono in ritardo” disse Alec con voce stanca, e, senza nemmeno guardarla, prese posto di fronte a lei. Izzy avrebbe potuto rimproverarlo per quel ritardo, ma notò dal comportamento del fratello che qualcosa non andava, perciò decise di lasciar perdere “cos’è successo fratellone?” gli chiese già intuendo ciò che gli avrebbe presto detto “mi hanno licenziato” disse tristemente “oh Alec.. cosa hai combinato questa volta” il fratello le lanciò un’occhiataccia e lei alzò le mani in segno di scusa "scusa fratellone sei così sbadato" .
Alec, nonostante fosse un ragazzo dai voti pieni e molto abile ad adattarsi ad ogni tipo di situazione, molto spesso era molto sbadato, e questa sua sbadataggine gli costò ben 3 lavori, tuttavia questa volta non fu a causa della sua sconsideratezza “ricordi della ragazza di cui ti parlavo?” “Lydia? Quella che ti faceva delle avances?” chiese la sorella e Alec annuì “oggi l’ho rifiutata per l’ennesima volta, e lei cosa ha ben pensato di fare? Ha detto a suo padre, il mio capo, che la stavo importunando, lui non ha voluto nemmeno sentire la mia versione dei fatti e mi ha detto di andarmene se non volevo una denuncia, ti rendi conto Iz? Importunare una donna, io?” la sorella rimase a bocca aperta, era senza parole, come ha potuto quella ragazza fare una cosa del genere a suo fratello? sapeva benissimo che era gay, certo non portava magliette con scritto ‘non sono etero’ in stampatello e non andava ad urlarlo per strada, ma lo aveva detto più volte a Lydia quando la rifiutava “..ora devo trovarmi un altro lavoro se voglio pagarmi l’affitto” continuò Alec sempre più triste. La sorella gli prese una mano per trasmettergli il suo affetto “ne troverai un altro, lavare i piatti non era il tuo lavoro e poi, lo sai che puoi contare sul mio aiuto e quello di Jace vero?” Alec sapeva che Izzy intendeva veramente quelle parole ma voleva farcela da solo “non posso sempre chiedere aiuto ogni volta che qualcosa va storto..vorrei solo fare ciò per cui ho studiato..papà aveva ragione, sono un fallito” sentire quelle parole provenire da suo fratello facevano male ad Izzy, tuttavia in quel momento si ricordò di un articolo su una rivista di moda, diede un piccolo schiaffetto al fratello per ottenere la sua attenzione “aia..ma che cav-“ non finì la frase che Izzy lo interruppe “smettila di lagnarti e ascoltami” disse in tono quasi minaccioso “prima di tutto non considerare nemmeno per un secondo le parole di nostro padre, secondo , ho letto un articolo su un giornale dove cercano personale” Alec sembrò essere subito interessato “ che genere di lavoro?” Izzy fece un respiro profondo prima di svelare il lavoro, sapeva che il fratello non avrebbe mai accettato e che quindi avrebbe dovuto faticare per convincerlo “ impiegato in un’agenzia di moda, si chiama il Pandemonium, potresti pro-“ “ no, no e assolutamente no” la interruppe Alec “ma mi hai visto? Ti sembro un intenditore di moda? Vado via con maglie scolorite e bucate, non ho il minimo senso dell’accostamento dei colori, non sono adatto a questo ruolo” Izzy respirò profondamente per reprimere la voglia di prendere a pugni il fratello “ non vestirai i modelli Alec, dovresti solo rispondere alle chiamate e segnare appuntamenti, era scritto questo sull'annuncio” Alec scosse la testa non volendo sentire um'altra parola “ non sono comunque adatto a questo lavoro, non sono capace, sono sbadato..” Izzy fermò il flusso di parole del fratello con una mano “ti sei laureato a pieni voti in lettere, sai adattarti ad ogni situazione ed impari in fretta” il fratello stava per interromperla nuovamente ma Izzy lo fermò  “ se vuoi pagarti l’affitto questo lavoro è perfetto, ti chiedo solo di provare fratellone, se non fa per te puoi sempre andartene” disse la sorella facendogli gli occhi da cucciola. Alec considerò le parole della sorella e alla fine prese una decisione “va bene..lo farò”

Presente
“Ehi Alec.. Alec mi stai ascoltando?” la voce della sorella lo riportò alla realtà “ehm.. si.. scusa, dicevi?” sentì la sorella sospirare “cerca di non agitarti e dimostra ciò che sai fare, ti voglio bene fratellone” “ti voglio bene anche io Iz” rispose Alec “chiamami quando avrai finito e..” il fratello non la stava più ascoltando, aveva guardato l’orologio e le lancette segnavano le 6.40, doveva essere al Pandemonium alle 7 in punto e a piedi gli ci volevano 20 minuti,  ciò voleva dire che era già in ritardo ‘bene, ecco come non essere visto già di buon occhio’ pensò Alec “Izzy, ora devo andare, ci sentiamo più tardi” riattaccò senza aspettare la risposta di sua sorella, corse in camera e aprì l’armadio, non sapeva nulla di moda, non sapeva nemmeno cosa indossare per questa occasione, e lui stava andando ad un colloquio di lavoro per un’agenzia di moda, tutto ciò era molto comico.
Per non perdere altro tempo scelse un paio di jeans neri, quelli meno scoloriti che aveva, ed un maglione verde, era vecchio e scolorito, ma almeno non aveva buchi. Dopo essersi allacciato le scarpe, preso sciarpa e giubbotto si avviò verso Time Square. Cercò di camminare il più velocemente possibile facendo attenzione a non urtare le persone che camminavano, gli risultò difficile dato il traffico e la quantità di gente che correva per andare a lavoro, e così dopo aver preso varie maledizioni da persone sconosciute, dopo aver sudato per la camminata/corsa ed essere arrivato comunque in ritardo di 5  minuti entrò finalmente al Pandemonium. La struttura era esageratamente grande ed elegante, Alec non poteva fare a meno di rimanere a bocca aperta, le pareti erano colorate di un beige scuro e appesi vi erano dei quadri, alcuni incorniciavano riviste, che Alec pensò fossero quelle che ottennero maggiormente successo, altri invece raffiguravano oggetti in ombra come vasi o sedie, Alec non capiva il senso di quell’arte. Al centro della stanza c’era un enorme bancone di un bianco lucente, ai lati erano stati posizionati due vasi con dei fiori, assomigliavano a degli artigli notò Alec, il ragazzo non sapeva definire il loro colore, era un colore tra il blu e il verde. Su una parete erano presenti tre sedie bianche, Alec si sarebbe seduto volentieri per poter riposare e riprendere fiato, ma era già in ritardo, quindi si avvicinò al bancone dove c’era una ragazza dai capelli biondi raccolti in una coda e le labbra rosse che stava scrivendo al computer “ ehm.. scusi” la ragazza alzò lo sguardo scocciata e Alec poteva giurare che in quegli occhi leggeva disgusto, iniziava proprio bene la giornata “sono Alec Light-“  “ sei in ritardo” lo interruppe la ragazza “non ci piacciono le persone che ci fanno aspettare” disse in tono sprezzante “ad ogni modo” continuò “prendi l’ascensore, vai all’ultimo piano, segui il lungo corridoio sempre dritto, alla fine troverai una stanza con delle sedie , una ragazza ti porterà dall’uomo che ti farà il colloquio, ti direi di aspettare la ragazza, ma sei in ritardo” finì di dire la ragazza prendendolo in giro, Alec già la odiava, sperava che non fossero tutti come lei, avrebbe voluto risponderle a tono ma decise di lasciare perdere, non poteva giocarsi il posto di lavoro in quel modo, così si avviò verso l’ascensore. Quando si chiusero le porte, Alec chiamò per l’ultimo piano e si appoggiò alla parete dell’ascensore buttando fuori tutta l’aria che aveva in corpo sperando di buttare fuori anche tutta la tensione e le sue insicurezze, invece si ritrovò a pensare alla sua vita, ai suoi genitori che lo hanno buttato fuori di casa, a Izzy , a Jace e con gli occhi lucidi anche a Max. In quel momento l’ascensore si fermò e le porte si aprirono, Alec si ricompose e scacciò indietro le lacrime, già era arrivato in ritardo, non voleva peggiorare ulteriormente la situazione presentandosi in lacrime  ‘o forse no’ pensò dopo essere uscito.

Note autore:
Ehi Angels➰ ecco a voi il primo capitolo
Sono molto insicura sulla pubblicazione di questa storia perchè è completamente diversa dall'altra. Spero vi possa piacere e accetto volentieri critiche costruttive e qualche consiglio, vorrei sentire anche la vostra opinione man mano che continuo la storia, così da poter inserire contenuti che vi possano piacere 😊 Buona lettura e al prossimo capitolo ➰

P.s  Scusate gli errori di battitura, cercherò di correggerli, ma qualcuno mi scappa sempre🙈

The devil and his AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora