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Pretty Thoughts - Alina Baraz, Galimatias

Avevo lasciato il telefono squillare, ignorando la chiamata di Harry, forse un po' per evitare un rifiuto o forse solo per l'imbarazzo che si sarebbe inevitabilmente andato a creare.

Mi ero distratta cercando di donare Dasha un aspetto umano, dopo averle asciugato i lunghi capelli, che da rosa stavano pian piano sbiadendo in un biondo non uniforme, gli e lo avevo fatto notare e lei si era appuntata mentalmente di dover passare dal parrucchiere per rifare il colore.
Nel tardo pomeriggio Josh l'aveva accompagnata a casa, mentre io mi ero promessa di prendere in mano in telefono per affrontare finalmente Harry, che, aveva risposto quasi immediatamente al mio messaggio, chiedendomi di vederci il giorno dopo.

Dopo quello che he era successo temevo una conversazione tipo 'non dovevo, amo la mia ragazza, meglio se non ci vediamo per un po'. '

E invece, tutto il contrario.

Avrei potuto tranquillamente inventarmi una scusa, dire che avevo da fare. Sono molto brava ad inventare stronzate. Ma chi volevo prendere in giro?

Ci eravamo dati appuntamento per le due del pomeriggio, non aveva accennato a nulla, così avevo optato per uno dei miei soliti vestiti fiorati, ottimi per questo caldo e oltretutto comodissimi.

Lo stavo aspettando seduta sulle scalinate fuori dal portone del mio palazzo, mi ero preparata con largo anticipo pur di non farlo aspettare. È infatti arrivo più puntuale che mai, parcheggiandoli proprio davanti a me, con la solita macchina nera con cui lo vedevo sempre ma che mi aveva già detto non fosse sua.
Abbassò il finestrino oscurato nel momento in cui io mi alzai dai gradini sistemandomi il vestito, mi rivolse uno dei suoi soliti sorrisi, che nonostante avessi visto più volte, non finivano mai di lasciarmi a bocca aperta.
Salii in macchina ricambiando il suo sorriso, prendendo posto sul sedile del passeggero e appoggiando la piccola borsetta a tracolla accanto ai piedi.

Durante il breve viaggio in macchina gli chiesi se insieme a noi ci sarebbe stata anche la sorella, ma lui disse di no. " É uscita con delle amiche, si sarà già stufata di avermi tra i piedi euro il giorno." Aveva ironizzato.
Anche perché, dubito che fosse anche lontanamente possibile stancarsi della sua compagnia.

Non avevo perso tempo nel perdermi nella sua espressione con entrata ma nello stesso tempo tranquilla alla guida, avevo guardato le sue labbra leggermente sporgenti, che alle volte venivano bagnate dalla sua lingua. Ammetto di essermi persa, tornando a qualche giorno prima, quando quelle labbra erano sul mio collo e non solo.
Senza neanche accorgermene, portai la mano sopra i punti dove la sua bocca aveva fatto arrossare la mia pelle, proprio nel momento in cui il suo sguardo si spostò dalla strada alla mia figura, girando prima la mia mano posata sul collo, poi il mio viso, forse leggermente arrossato.

Il mio corpo deve avere un problema con il riscaldamento.

" Hai caldo? Devo accendere l'aria condizionata?" Disse lui, alternando lo sguardo da me alla strada.

" No, sto bene."

"Siamo quasi arrivati."

Avevamo lasciato il caos città alle nostre spalle, ormai i grandi grattaceli erano visibili solo in lontananza. Ma dove mi stava portando?

Non feci tempo a darmi una risposta che Harry mise la freccia fermandosi davanti all'entrata di un cancello, premendo un tasto su un telecomando facendolo aprire lentamente. Mi lanciò un'occhiata, forse per vedere l'espressione che aveva assunto il mio viso.

Marigold - Harry Styles  (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora