Prologo

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Costantinopoli, 1458


Si trovavano su una scogliera a picco sul mare. Poco lontano si poteva intravedere il profilo della città con i suoi alti minareti.

Il piccolo gruppo stava osservando il cielo, dubbioso. Il sole era sorto da poco e grossi stormi di uccelli si muovevano frenetici nell'aria. Per i semplici quello non era nient'altro che un suggestivo spettacolo, ma non per il Turco: Al-Rahim aveva imparato parecchi anni or sono a prevedere il futuro semplicemente osservandoli.

"Cosa vedete, dunque?", chiese Cosimo de Medici abbassando il cappuccio del mantello, mostrando la lunga barba bianca e il viso stanco, causato dalle fatiche che il viaggio da Firenze a Costantinopoli avevano comportato.

"I piani sono cambiati", gli rispose il Turco, staccando finalmente lo sguardo dalla volta celeste. Osservò i presenti ad uno ad uno, finché i suoi occhi non si fermarono su una delle due giovani donne del gruppo.

Istintivamente Anna portò una mano sul grembo: si era accorta a metà del viaggio delle sue condizioni. Aveva spedito a suo marito, Filippo Becchi, una lettera in cui gli dava la lieta notizia ma lo informava anche che avrebbe proseguito il suo viaggio. Sarebbe comunque tornata appena possibile a Firenze, appena il Turco avesse informato i presenti sul perché di quell'improvvisa convocazione. Ma quest'ultima parte l'aveva omessa: lui non poteva capire quello che aveva spinto la sua famiglia, generazioni prima, ad unirsi alla confraternita dei Figli di Mitra. Ufficialmente quello era un viaggio diplomatico.

"La nuova vita che cresce dentro di voi avrà un ruolo determinante", proseguì il Turco, rivolto ad Anna. "La sua strada e quella del Prescelto si incontreranno nella ricerca del Libro delle Lamine".
Caterina non poté fare a meno di sorridere a sua volta: il Prescelto di cui il Turco parlava era il suo bambino, che in quel momento probabilmente giocava spensierato per i prati della tenuta del padre a Vinci. Un velo di malinconia scese sui suoi occhi: lo aveva dovuto lasciare a soli sei mesi per abbracciare il proprio destino.

Gli occhi di Anna si illuminarono a quelle parole, onorata da quello che aveva sentito, ma subito una sensazione di inquietudine le si diffuse per il corpo.

"Aiuterà il Prescelto oppure l'ostacolerà?", chiese con voce tremante.

"Questo dipenderà tutto da...". Salomon Ogbai, l'Abissino, si interruppe a metà frase: un improvviso pensiero gli passò per la testa. "Caterina potreste per favore controllare il sesso del futuro nascituro?", chiese.

Anna si sfilò dal collo il suo pendente, un cuore con decorazioni floreali incise sulla superficie e che al suo interno nascondeva due piccole gemme, un diamante blu e un'ametista viola. Lo portava sempre con sé, era essenziale per i Figli di Mitra.

Porse quel piccolo oggetto a Caterina che lo posizionò a mezz'aria, all'altezza del ventre della compagna.

Il ciondolo cominciò a muoversi in senso circolare.

"Femmina!", dissero all'unisono Carlo de Medici e Lupo Mercuri. Se invece quello si fosse mosso in senso orizzontale, allora si sarebbe trattato di un maschio.

"Lei un giorno si troverà di fronte alla scelta di aiutare o meno nella ricerca. Non possiamo sapere se sceglierà la luce o le tenebre...", per un attimo lo sguardo del Turco si focalizzò sul più giovane dei de Medici, per poi tornare ad osservare Anna. "... il fato di questa futura vita e del piccolo Leonardo non può essere predetto".

"Appena vi sarà possibile dovrete incominciare l'addestramento, solo così sarà in grado di superare gli ostacoli che le si pareranno davanti", aggiunse Abram Ben Youseff, l'Ebreo. Il suo tono di voce era serio, così come l'espressione sul suo volto.

L'altra Gemella (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora