Leonardo osservò con un ghigno stampato in faccia il corpo nudo della giovane di fronte a sé.
Elettra voleva dare scandalo al più importante banchetto dell'anno? Bene, chi era lui infondo per giudicare.
Sovvertire le regole era da sempre una sua passione, quindi aveva accolto più che volentieri la proposta dell'amica.
Intinse il pennello nella tavolozza di colori che teneva su un alto sgabello in legno grezzo, all'apparenza così fuori posto nella raffinata camera della ragazza.
"Sei sicura di volere che ti dipinga quei fiori addosso?", chiese. Un'ultima formale richiesta di conferma, inutile dal momento che mentre parlava aveva già iniziato a tracciare segni sulla sua pelle.
Elettra dapprima sussultò per via del pigmento freddo, poi scoppiò a ridere. "Nessun ripensamento", rispose in modo giocoso.
E così, mentre Maria l'aiutava a truccarsi e le acconciava i capelli, Leonardo le disegnava dei delicati ricami floreali. Essi partivano da sopra il sopracciglio destro, le accarezzavano delicatamente lo zigomo ferito, che grazie alla polvere di Cipro si vedeva molto meno, e proseguivano sul suo collo di porcellana. Da esso passavano poi sulla spalla, dove facevano una giravolta per posizionarsi al centro della schiena seguendo la linea della colonna vertebrale. Una volta in fondo, si spostavano sulla gamba destra, avvolgendola delicatamente in strette volute fino alla sottile caviglia.
Avevano riso e scherzato tutto il tempo.
"Zoroastro impazzirà d'invidia quando gli racconterò di tutto questo", aveva detto Leonardo mentre finiva di dare gli ultimi ritocchi ai disegni sul fondoschiena.
Elettra aveva riso. "Potrei ritrovarmelo qui domani stesso all'alba con un pennello in mano! Ma conoscendolo sarebbe troppo distratto per concludere qualcosa, o anche solo iniziare", aveva ribattuto.
"Nella sua testa qualcosa concluderebbe senz'altro". Leonardo lo aveva detto in tono malizioso, lasciando ben poco spazio all'immaginazione per intuire a cosa si riferisse. Forse avrebbe anche aggiunto altro, ma l'urlo minaccioso di Maria sui limiti della decenza li aveva fatti tornare su argomenti meno scabrosi.
Erano passate ormai almeno un paio d'ore quando l'artista posò il proprio pennello, decretando la fine del lavoro.
Leonardo osservò più che soddisfatto il risultato finale. "Prima di indossare il tuo vestito, devi aspettare che asciughi", l'ammonì.
Elettra annuì, per poi lasciarsi andare all'ennesima risata. "Credo che arriverò in ritardo", disse.
Infatti, mentre loro chiacchieravano, la festa stava già cominciando.
"Io vado, a differenza tua ci tengo ad arrivare ad un orario decente", si congedò Leonardo.
"Ci vediamo là, allora", lo salutò.***
Era passata più di un'ora da quando Elettra aveva salutato Leonardo e finalmente era anche lei pronta a presentarsi a palazzo.
Lorenzo le aveva mandato una carrozza per scortarla fino alla festa, gesto che la giovane trovò molto gentile dal momento che le scarpe che aveva deciso di indossare non erano decisamente il paio più comodo in suo possesso.
Chiese al cocchiere di fermarsi ad uno degli ingressi secondari, ma questo scosse il capo in maniera decisa, aggiungendo che l'avrebbe portata fino all'ingresso principale.
"Ordini del Magnifico", si giustificò.
Ad Elettra quelle parole non piacquero affatto, ma non erano niente in confronto a ciò che si ritrovò davanti una volta giunta al portale che portava alla sala dei banchetti: i due paggi ai lati dell'ingresso l'accolsero pronti ad annunciare il suo arrivo al resto della sala e ci mancò davvero poco che lo facessero veramente.
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L'altra Gemella (IN REVISIONE)
Fanfiction[ Fantasy storico ] Dal capitolo XIX: "Lo osservò prenderle lentamente una mano e portarla alle labbra. Le avvertì calde contro la propria pelle. «Mettiamola in questo modo: quando saremo in compagnia di altre persone io sarò il freddo e apatico Co...