Capitolo XIX: Innocenti, parte III

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Elettra era rimasta in tribunale ancora per parecchio tempo dopo la lettura di quel messaggio del Conte Riario. Aveva osservato la gente farsi più silenziosa e infine scemare lentamente verso l'uscita e la continuazione delle loro vite.

Anche Leonardo, Nico e Vanessa se ne erano andati poco dopo. E Lorenzo con loro, adducendo un qualche impegno improrogabile per quel che restava del pomeriggio

Erano rimaste una manciata di persone, amici ed intimi di Gentile Becchi.

Era stato a quel punto che suo zio aveva parlato, invitando tutti a cena quella stessa sera, una specie di festa per il proscioglimento da tutte le accuse.

Elettra aveva accettato all'istante, aggiungendo poco dopo che però sarebbe probabilmente arrivata in ritardo.

E Giuliano aveva fatto lo stesso.

Mentre il giovane de Medici l'aveva accompagnata a casa, aveva domandato lui il perché del suo ritardo.

E lui aveva fatto la stessa domanda a lei.

Nessuno dei due aveva risposto all'altro.

E ora lei si trovava nella propria stanza, con indosso un abito di broccato celeste intessuto di fili dorati, dall'ampia gonna e lo stretto corsetto. Un regalo che Gentile Becchi le aveva fatto anni prima, ma che, non essendo decisamente il suo stile, aveva rilegato sul fondo dell'armadio.

Nemmeno a distanza d'anni esso era diventato il suo genere, ma sapeva che a suo zio avrebbe fatto senz'altro piacere vederla finalmente abbigliata nel modo in cui si addiceva ad una giovane donna della borghesia. Era un'occasione speciale e lei voleva che per lui tutto fosse perfetto.

Le campane della chiesa vicina suonarono le sette in punto e una fitta d'angoscia le si propagò nello stomaco al pensiero che a quell'ora avrebbe dovuto essere a Palazzo da Riario.

Nelle sue stanze, per essere più precisi.

Prese alcuni lunghi respiri per calmarsi, pensando già a quale scusa inventarsi per quel ritardo... l'essersi dovuta preparare per la cena di quella sera non sarebbe stato abbastanza?

E poi, premettendo che da suo zio non avrebbe potuto presentarsi con troppo ritardo, più tempo impiegava a prepararsi meno sarebbe stato quello da passare con Riario, era matematico.

Provava dei sentimenti contrastanti per quell'uomo: se da un lato ne era fisicamente attratta, dall'altro lui la intimoriva. Come poteva non essere altrimenti, dato che si trattava del nemico dichiarato della famiglia a cui aveva giurato fedeltà?

Temeva quello che lui avrebbe potuto chiederle perché, ne era certa, quell'improvvisa convocazione nelle sue stanze doveva essere collegata al debito che lei aveva nei suoi confronti.

E se le avesse chiesto più di quanto lei avrebbe potuto dargli?

In quei giorni l'aveva portata continuamente al limite: le aveva fatto rubare documenti secretati dallo studio di Lorenzo e l'aveva invitata a manipolarlo per ottenere una nuova perquisizione... e se tutto quello fosse stato semplicemente un test? Per quanto ne poteva sapere la spia che aveva incastrato suo zio in quel momento sarebbe potuta già essere morta e sepolta.

Sarebbe stata una mossa geniale da parte di Riario quella di procurarsi una nuova spia all'interno della stretta cerchia dei fedelissimi alla Signoria.

E se si fosse rifiutata? Probabilmente le conseguenze le avrebbero subite le persone a lei più vicine. Ricordò quello che aveva fatto a Nico alle rovine romane. Senz'altro Riario sapeva fare di peggio, la lacrima di vedova doveva essere ben misera cosa rispetto alle torture che venivano messe in atto in posti come Castel Sant'Angelo...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 05, 2020 ⏰

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