Capitolo XIX: Innocenti, parte II

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24 ore prima della sentenza...


Elettra si trovava nuovamente davanti alla porta dello studio di Lorenzo de Medici. Dopo i fatti successi la sera precedente, Giuliano aveva provato a convincere il fratello a riprendere la caccia alla spia, ma il Magnifico non aveva voluto sentire ragioni. Toccava a lei, ora, provare a farlo ragionare.

Bussò timorosa. "Lorenzo, posso entrare?", chiese.

Da quella volta in cui era entrata nello studio di sorpresa insieme a un nutrito gruppo di servi per mostrare al Signore di Firenze la nuova livrea per la servitù e aveva trovato Lorenzo e Lucrezia Donati completamente nudi e avvinghiati, aveva avuto molta cura nel bussare prima di entrare.

E anche nel rimuovere dalla mente quel fatto imbarazzante. 

Ci fu una lunga pausa prima di ottenere il permesso.

Elettra entrò quasi impaurita nella grande stanza e si sentì fortemente in imbarazzo quando vide che vi era anche Lucrezia Donati: di certo non era lì per un'innocente chiacchierata.

Di positivo c'era che entrambi apparivano completamente vestiti.

Doveva trattarsi di un prima o di un dopo. 

"Scusate per l'interruzione, se volete posso tornare più tardi", farfugliò mantenendo lo sguardo basso. Era già voltata di spalle quando Lorenzo aprì bocca. 

"Ormai siete qui, dunque parlate", disse seccato.

Elettra guardò titubante l'amante del Magnifico: Lucrezia era stata messa al corrente di tutto da Giuliano... l'avrebbe spalleggiata in quel frangente?

Un conto era palesare il proprio appoggio davanti a Giuliano, tutt'altro invece era dimostrarlo davanti al diretto interessato. Bisognava avere fegato per compiere una simile mossa e ad Elettra non sembrava che la Donati ne possedesse molto...

Lorenzo interpretò male quel suo sguardo, credendo che la ragazza non si fidasse a parlare in presenza della sua amante. "Possiamo fidarci di Lucrezia", le fece notare. 

La bionda distolse lo sguardo dalla donna, puntandolo in un punto imprecisato della parete. Annuì nervosa. "Vorrei parlarvi di mio zio...", si apprestò ad iniziare il proprio discorso. 

"Non ho alcuna intenzione di ascoltare!", sbottò il de Medici alzando la voce.

Elettra ne fu intimorita. "Vi prego", sussurrò. Doveva farcela. Doveva assolutamente farcela per Gentile Becchi. "Lorenzo lo so che non dovrei parlare di questo... insomma io in questa faccenda ci sono coinvolta dal punto di vista affettivo e quindi il mio giudizio è senz'altro offuscato e..."

Il Magnifico fece per interromperla ma Lucrezia riuscì a convincerlo a fare continuare la ragazza... che la stesse davvero aiutando?

"Giuliano mi ha raccontato cosa è successo ieri sera a cena", mentì Elettra, "Non potete ignorare un simile evento. Voi non potete mandare a morte un uomo quando sapete benissimo che è innocente"

"Lorenzo, Elettra ha ragione", disse la Donati.

"Cosa volete chiedermi, dunque?", chiese il de Medici.

"Di far perquisire nuovamente il palazzo alle guardie della notte". Il tono di voce della bionda era sicuro, come non lo era più da tempo ormai.

Il Magnifico soppesò per un po' le sue parole, indeciso sul da farsi: una parte di lui non aveva mai creduto a quelle accuse, eppure le prove erano schiaccianti. "Domani mattina darò l'ordine di cercare nuovamente qualcosa"

L'altra Gemella (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora