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"Caro diario..
Domani inizia la scuola, sono a Genova da circa un mese ma ho paura, non è facile ricominciare tutto da capo, riprendere in mano la propria vita dopo essere stati catapultati in un luogo che non si conosce. La cosa che mi consola è che accanto a me c'è papà e, anche se a volte mi vorrebbe migliore di come sono, so che mi vuole bene, infondo lui mi ha portata qui per proteggermi e per aiutarmi..."
Così Valeria scrive sul suo piccolo diario rosa la sera di Domenica 14 Settembre prima di andare a dormire e crollare in un sonno profondo fatto di timori e paure, ma anche di speranze e voglia di migliorare.
La mattina seguente la sveglia suona alle 6:30, la ragazza la spegne e si alza, fa una doccia velocissima per svegliarsi, indossa una maglietta bianca che le arriva all'ombelico e un paio di jeans neri a vita alta, lega i capelli in una coda alta e infila il suo paio di vans nere con le strisce bianche laterali. Una volta pronta prende lo zaino, fa colazione con il padre e scende alla fermata dell'autobus. Appena il veicolo apre le porte lei sale seguita da altre persone, i posti a sedere erano finiti così la ragazza si mette da una parte cercando di mantenere l'equilibrio, finché, ad un certo punto, l'autista prende una curva ad alta velocità facendole perdere l'equilibrio e portandola a cadere addosso ad un ragazzo. In imbarazzo e dispiaciuta dell'accaduto la ragazza si alza e tende la mano al ragazzo per aiutarlo ad alzarsi "scusami.. ti sei fatto male..?"
Il ragazzo le rivolge uno sguardo, ha gli occhi verdi, di un verde acceso e molto chiaro che alla luce del sole tendono verso l'azzurro, per poi alzarsi "potevi stare più attenta.. ma sto bene"
Lei si ferma a guardarlo come se fosse ipotizzata da quegli occhi così lucenti e chiari, lui sentendo lo sguardo della ragazza addosso si irrita "che cazzo guardi? Vuoi una foto?"
La ragazza arrossisce "Guarda che non sto guardando te eh! Non mi interessano le persone come te!"
"Certo, infatti guarda come sei diventata rossa"
Mentre ancora stavano parlando l'autobus arriva alla fermata della scuola dove la ragazza scende, seguita dal misterioso ragazzo dagli occhi verdi, i due però prendono due strade diverse e si dirigono a scuola.
Passata la mattinata entrambi si ritrovano alla stessa fermata dove sono scesi, Valeria si ferma a distanza e sale sull'autobus, lì si ritrova davanti il ragazzo incontrato quella mattina "Oh guarda chi c'è"
"Cosa vuoi ancora tu?"
"Sembra che mi segui"
"Fidati, ho di meglio da fare"
"Chi c'è meglio di me?"
"Ti devo proprio fare la lista?"
"No perché non ci sarebbe nessuno"
"Io credo che non mi basterebbe un giorno intero per elencare tutti"
"Si certo, ti piacerebbe"
Mentre parlano l'autobus arriva alla fermata dove scendono entrambi e il ragazzo non si risparmia le parole "visto che mi segui?"
La ragazza esasperata risponde "non è colpa mia se abito qui"
"Ah.. abiti in questa strada?"
"Si infondo alla strada"
"Anch'io abito qui"
"Ok io adesso vado"
"Ok"
I ragazzi si dividono e tornano a casa, Valeria va a mangiare da sua nonna e poi torna a casa a studiare fino alle 17 quando esce a fare due passi. Dopo un'ora la ragazza torna verso casa e nel tragitto incontra di nuovo il ragazzo "ancora tu? Certo che ti piaccio proprio eh"
"Si certo, preferisco passare la giornata con un riccio che con te"
"Si va bene, vai a casina che è tardi per te"
La ragazza irritata inizia a perdere il controllo di sé stessa "Senti tu sei l'ultima persona che mi può dire cosa fare e io di certo non mi faccio mettere i piedi in testa dal primo che capita"
"Certo, infatti vorresti altro da me"
"Da te voglio solo che te ne vai e mi lasci in pace"
"Non sono io che ti rincorro, sei tu che mi vieni a cercare"
"Si certo, continua a crederci"
"Io lo so bimba ma ho altro da fare" il ragazzo le scompiglia i capelli e si dirige verso casa lasciandola lì da sola e nervosa.
Verso le 19 Valeria torna a casa e prepara la cena in attesa del ritorno del padre che arriva dopo circa mezz'ora "sono a casa tesoro"
"Ben tornato papà, com'è andata la giornata?"
"Bene, te a scuola?"
"Come primo giorno è andata bene"
I due si mettono a tavola a mangiare, dopo il padre sparecchia e lava i piatti
"Papà io vado a dormire, buonanotte"
"Buonanotte tesoro"
Valeria va in camera, si mette sul letto e disegna, però la sua mente pensa solo agli occhi verdi di quel ragazzo, per distrarsi ascolta un po' di musica, ma niente, allora decide di dormire, indossa il pigiama e si mette sotto le coperte.
La mattina dopo Valeria si sveglia, si prepara e, dopo aver salutato il padre, scende a prendere l'autobus, durante il tragitto sente di nuovo quella voce ormai inconfondibile "Rieccoti"
"Rassegnati perché mi vedrai tutte le mattine"
"No che palle!"
"Non ti credere che per me sia divertente, faccio volentieri a meno"
"Si certo.. sono tutte parole..." il ragazzo le si avvicina facendola indietreggiare fino a toccare il bordo dell'autobus "scommetto che se ti bacio neanche ti scanzi"
Lei in preda al panico cerca di tenergli testa ma il suo volto si tinge di rosso "non ti avvicinare!"
Il ragazzo divertito continua ad avvicinarsi "Ah no? Altrimenti che succede?"
Valeria allora agisce nell'unico modo che le viene in mente, gli tira una ginocchiata nelle parti intime, lui si allontana dalla ragazza e si piega in due dal dolore, lei invece, soddisfatta, scende dall'autobus e va a scuola.
Passata la mattinata entrambi si ritrovano sullo stesso autobus, Valeria per non parlare con lui si mette le cuffiette e si siede da una parte. Lui le si avvicina, le toglie una cuffietta e inizia a parlarle "posso sapere il tuo nome?"
La ragazza si spaventa "ma sei impazzito? Mi hai fatto spaventare!"
"Mamma mia che avrò mai fatto?"
"Comunque mi chiamo Valeria"
"Ok" il ragazzo si alza in procinto di allontanarsi ma lei lo blocca "aspetta.. puoi rimanere se ti va"
"Perché dovrei rimanere, stamattina mi hai fatto male!"
"Scusami.. posso sapere il tuo nome?"
"Mi chiamo Daniele"
Dopo poco l'autobus su ferma sotto casa loro e scendono "allora adesso andrai a studiare come una brava bambina?"
"Ma tu i cavoli tuoi mai eh!"
"Vai da papino vai"
Il ragazzo va a casa e Valeria da sua nonna con quelle parole che le risuonano nella testa. Nel pomeriggio, dopo aver studiato la ragazza esce e passa davanti ad un bar dove vede Daniele, cerca di ignorarlo e andare avanti ma lui attira la sua attenzione raggiungendola "ehi, che ci fai qua?"
"Faccio due passi"
"Ti va di venire al tavolo con noi?"
"Non conosco nessuno.. e soprattutto non bevo..."
"Già.. altrimenti papà si arrabbia"
"Non mettere in mezzo mio padre, non c'entra niente"
"Allora vieni e non fare la bambina"
"Ti ho detto di no!"
"Quanto sei rompipalle, io cerco di fare il gentile e tu mi tratti così!?"
"Come puoi pretendere che ti tratti bene quanto tu mi tratti a merda"
"Sei tu che l'altro giorno mi sei caduta addosso e comunque tratto tutti così"
"Allora non puoi pretendere che ti tratti bene!"
"Ok fai come vuoi.. io ti ho solo chiesto di venire al tavolo a fare due chiacchiere"
"Non voglio, devo tornare a casa"
"Si vai torna da papino che sennò si preoccupa"
La ragazza stringe i pugni e gli occhi le si riempiono di lacrime"Cazzo la smetti di mettere in mezzo mio padre? È l'unico che mi dimostra dell'affetto in questo cazzo di mondo!"
"Tanto ti volterà le spalle anche lui.. quando meno te lo aspetti"
"Senti vaffanculo!" Valeria torna a casa e si chiude in camera sbattendo la porta per il nervoso. Suo padre con discrezione entra in camera e si siede vicino a lei "tesoro tutto bene?"
"No, ho incontrato uno stronzo che non mi vuole lasciare in pace"
Il padre le mette il braccio dietro la schiena e la avvicina a sé "ci devo pensare io?"
"No papà, tranquillo"
"Ma.. a te... piace?"
"No, ma sei impazzito! Ogni volta che ci parlo mi fa gelare il sangue e divento acida"
"Ok.. Era pura curiosità. Dai adesso vieni a mangiare?"
"Non ho molta fame, preferisco dormire che sono stanca"
"Va bene dai, buonanotte"
Il padre esce dalla stanza e va in cucina a mangiare, lei mette le cuffie e si mette sotto le coperte ad ascoltare la musica finché non si addormenta.
La mattina seguente Valeria va a scuola, stranamente sull'autobus Daniele si mantiene a distanza e lei fa lo stesso, passa la mattinata a scuola e torna a casa. Nel pomeriggio non fa altro che pensare a lui, per togliersi quegli occhi dalla testa si butta sullo studio e, la sera, con la musica fino ad addormentarsi.

Da quel giorno i due si incrociarono tutti i giorni ma non si rivolsero più la parola finché..

Io per te ci sarò sempre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora