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Finché una mattina in cui, come ogni mattina, i ragazzi erano sull'autobus diretti a scuola, di nuovo durante una curva presa un po' troppo velocemente Valeria si sente travolgere e spingere per terra da un peso che però sembra sparire velocemente, la ragazza si volta e si trova davanti qualcosa di fin troppo familiare, quei due occhi così verdi e così profondi. Il ragazzo le porge la mano e la aiuta ad alzarsi "S.. scusa... stai bene?"
Lei si sistema lo zaino sulla spalla e distoglie lo sguardo da Daniele "si.. tutto bene"
"Ok" lui si volta e rimette le cuffiette perse nella caduta ma lei istintivamente, senza sapere il vero motivo, richiama la sua attenzione "Daniele.."
Il ragazzo stupito da quel gesto toglie una delle cuffiette "dimmi.."
Lei abbassa lo sguardo un po' imbarazzata "scusa per le cose che ti ho detto e il modo in cui ho reagito in questi giorni.."
Il ragazzo le rivolge uno sguardo ancora più stupito, seguito però da un sorriso "anch'io non mi sono comportato meglio nei tuoi confronti"
"Forse.. siamo semplicemente partiti con il piede sbagliato..."
"Si probabilmente si.."
"Allora.. ricominciamo da capo...?"
"Si dai, ci sto" i ragazzi si scambiano un sorriso e, quando arrivano alla fermata, entrambi vanno a scuola. Si ritrovano, come ogni giorno, sullo stesso autobus e si siedono uno vicino all'altra, Daniele le rivolge un sorriso e parlano per tutto il tragitto fino ad arrivare a casa e salutarsi. Nel pomeriggio Valeria esce a fare una passeggiata sulla spiaggia e, verso le 19 mentre torna a casa, incontra Daniele che la saluta rivolgendole un sorriso "ehi, ciao"
"Ciao, come mai fuori a quest'ora?"
"Eri fuori con i miei amici, tu piuttosto? Potrebbero rapirti a quest'ora"
La ragazza accenna spontaneamente un sorriso "anche se fosse, so come difendermi"
"Si, me lo ricordo"
"Scusa ma te la sei cercata"
"Si, un po' lo ammetto"
L'occhio della ragazza ricade sull'orologio che, guardando l'ora, cambia subito espressione "Scusa ma.. devo scappare, è piuttosto tardi"
"Aspetta.. mi lasci il tuo numero"
La ragazza annuisce, lui allora le porge il cellulare e lei memorizza il numero, poi glielo restituisce e torna a casa dove la aspetta il padre un po' alterato "Valeria, dov'eri?!"
"Scusa papà sono uscita a fare passeggiata e ho perso la condizione del tempo"
"Non mi piace che vai in giro da sola"
"Scusa"
"Va bene dai vieni a tavola"
Valeria mangia insieme al padre, poi va in camera con la sua musica e si sfoga disegnando finché la sua attenzione non viene distratta dal cellulare che vibra e si illumina, lei guarda il messaggio, è Daniele, appoggia il quaderno e la matita sul letto, poi prende il cellulare e risponde:
D:si è arrabbiato papino?
V:no, era solo preoccupato
D:menomale, comunque questo è il mio numero
V:lo avevo capito
D:allora sei anche intelligente
V:anche perché chi altro mi poteva scrivere a quest'ora?
D:non lo so, un'amica o forse uno spasimante
V:mi sono trasferita da poco, non conosco praticamente nessuno
D:a questo ci posso pensare io, ho un sacco di amici
V:ok, adesso devo chiamare mia madre, ci sentiamo dopo o domani
D:va bene

Valeria esce dalla chat e chiama la madre che le risponde con della musica di sottofondo, probabilmente era ad una festa o qualcosa del genere, nonostante questo la sua voce fa sorridere Valeria "ciao mamma, come va?"
"Bene tesoro, te con la scuola?"
"Mi sto integrando" fa una pausa di qualche secondo "mamma..?"
"Dimmi tesoro"
"Mi manchi"
"Tesoro dai, ti verrò a trovare, adesso però vai a dormire"
La ragazza, rimasta sconvolta dalla risposta della madre riesce a dire un misero "ok" per poi riattaccare e buttarsi sotto le coperte cercando di dormire.
La mattina dopo Valeria incontra Daniele sorridente come ogni mattina "ehi, come stai? "
Lei gli rivolge un sorriso un po' forzato "ehi, tutto bene, tu?"
Il ragazzo si accorge che negli occhi di Valeria c'è qualcosa che non va, allora le chiede "bene.. sicura che va tutto bene?"
"Si, tutto bene"
"Ok"
Il resto del viaggio lo fanno in silenzio, una volta scesi prima di separarsi Daniele le rivolge un'altra richiesta "vuoi che ti accompagni?"
"Se ti va"
"Si.. ma che hai oggi?"
Valeria continua ad evitare lo sguardo di Daniele "Niente, sono solo stanca"
"Non hai dormito?"
"Poco"
"Come mai?"
"Avevo un po' di pensieri per la testa"
"Ok.. ti va di fare forca?"
"Non lo so.. non ho mai fatto forca..."
"Potrebbe essere un modo per conoscerci meglio"
"E come facciamo con la giustificazione?"
"Ci penso io, sono abbastanza bravo"
"Mm... va bene"
"Dai allora vieni con me" Daniele prende Valeria per mano e si incamminano verso il centro dove fanno un giro per i negozi e parlano
"Tu vieni sempre qui quando fai forca?"
"Non sempre"
"E quando non vieni qui che fai?"
"Sto a casa, se ti va ti ci porto, tanto c'è solo mia nonna"
"Immagino che i tuoi siano a lavoro"
A quell'affermazione lo sguardo di Daniele si incupisce ma rimedia subito con un sorriso, anche se finto "S.. si, dai andiamo"
I ragazzi arrivano davanti a casa di Daniele ed entrano, lui rivolge uno sguardo a sua nonna "Nonna sono a casa, non sono andato a scuola, lei è Valeria"
La ragazza porge un sorriso alla signora "Salve signora"
"Ciao Valeria, benvenuta"
Daniele si intromette prima che lei possa dire altro "allora noi andiamo in camera"
"Va bene"
I ragazzi proseguono sul corridoio davanti a loro finché Daniele non si ferma davanti ad una porta, la apre e vi entra con un lieve sorriso "ecco questa è la mia reggia"
La ragazza rimane a bocca aperta e si guarda intorno "wow che bella stanza"
Lui accende un piccolo dispositivo sotto il televisore e porge un joystick alla ragazza "ti va di giocare?"
"Si dai" prende il joystick ed entrambi si siedono sul letto iniziando a giocare. Passano la mattinata a giocare e ridere, alla fine vince Daniele e si fa l'una. Valeria guarda l'orario "io mi sa che devo andare"
"Va bene, comunque te la cavi per essere una ragazza"
"Cosa vorresti dire scusa?!"
"Che le ragazze di solito sono molto scarse in questi giochi"
"Ti ricordo che hai vinto solo per pochi punti, quindi non te la tirare tanto"
"Sisi tranquilla, la prossima volta ti sotterro" ribatte lui con un sorriso ed entrambi si abbandonano ad una risata. Valeria prende le sue cose e Daniele la accompagna alla porta dove si salutano "grazie per la bella esperienza"
"Di niente, alla fine ci siamo divertiti"
"Va bene, allora vado, ci sentiamo dopo"
La ragazza esce e torna a casa propria dove pranza e si mette a studiare, chiude i libri solo dopo cena e le arriva un messaggio inaspettato, allora prende in mano il cellulare e si butta sul letto concentrandosi interamente sulla conversazione
D:ehi
V:ciao
D:come va?
V:ho finito da poco di studiare, tu?
D:io sono in balcone con una sigaretta accesa
Prima che iniziasse a digitare la risposta l'attenzione di Valeria viene catturata da un suono fin troppo familiare, decide di avvicinarsi alla porta e quello che inizialmente era un sospetto si trasforma in realtà, suo padre era a telefono con sua madre e stavano ancora litigando per quanto riguarda l'affido della figlia. I suoi occhi si riempiono di lacrime che iniziano ad uscire, il senso di colpa nasce dal suo cuore e si espande come un brivido su tutto il corpo, lei inizia a tremare e ascolta attentamente tutte le parole finché il padre, di colpo chiude la chiamata. Lei si affretta a mettersi sotto le coperte e cerca di allontanare i pensieri e cerca di dormire ma le lacrime continuano a rigarle il volto finché sfinita non si addormenta.
La mattina seguente Valeria si alza con il volto distrutto e la testa che le scoppia, non può saltare di nuovo la scuola, quindi con tanta forza di volontà si veste e si trucca, con il vago tentativo di nascondere le occhiaie e gli occhi gonfi. Fa colazione in silenzio e si dirige verso la fermata dell'autobus dove i suoi occhi incontrano quelli verdi di Daniele e lo abbraccia nella speranza di trovare un sostegno, lui, senza capire il vero motivo di quell'abbraccio ma vedendo il bisogno che ne aveva la ragazza, la accoglie e la stringe a sé senza dire niente. Quando arriva l'autobus l'abbraccio di scioglie, i due salgono e si siedono in un angolo, lui le guarda aspettando che lei prenda la parola, ma niente, il viaggio è silenzioso come il loro saluto una volta scesi dal veicolo. Il ragazzo passa la mattinata con quell'immagine stampata in testa e con il desiderio sfrenato di capire cosa fosse successo. La risposta a tutte le sue domande non tarda ad arrivare, all'uscita da scuola Valeria gli si avvicina e, senza dire niente, lo prende per mano, i due si allontanano e camminano verso la spiaggia. Una volta arrivati Daniele scoppia "Valeria mi spieghi cosa cazzo è successo?! Io sto diventando matto e tu non parli.. ti prego..."
La ragazza si siede sulla sabbia, il suo sguardo è rivolto verso il mare "è successo di nuovo.." queste parole sono seguite da una lunga pausa, ma poi Valeria riprende "io mi sono trasferita qui a seguito del divorzio dei miei genitori, mio padre mi ha portata con sé perché perché pensa che mamma abbia una cattiva influenza su di me e finirebbe per farmi male, di nuovo.. questa lontananza però non basta, loro continuano a parlare e a litigare ed è tutta solo colpa mia..." lo sguardo della ragazza si abbassa verso la sabbia e le lacrime le rigano il viso. Daniele stupito dal racconto decide di abbracciarla e stringerla con tutte le sue forze "Non è colpa tua"
La ragazza trova calore in quell'abbraccio e riesce a sorridere "grazie"
"Adesso basta lacrime, è il momento di andare a mangiare un bell'hamburger pieno di grasso con delle patatine fritte"
La ragazza lo guarda sorridendo e scuote la testa in segno di disapprovazione, lui la vede e le porge la mano "non accetto un no come risposta, tu vieni con me e basta"
"Va bene va bene"
I ragazzi prendono un autobus che li porta davanti all'entrata di un locale "Signorina, le do il benvenuto al Tempio dell'hamburger!"
La ragazza rimane a bocca aperta, Daniele allora la prende per mano ed entrano insieme prendendo posto ad un tavolo, ordinano da mangiare e, quando arriva il loro ordine, mangiano insieme tra le battute del ragazzo e le risate. "Allora ti piace?" chiede il ragazzo curioso con il boccone ancora in bocca, lei sorride alla domanda "Si è molto buono"
Sono contento perché è uno dei miei posti preferiti".
"Allora ci verremo spesso"
"Decisamente si"
I ragazzi finiscono di mangiare, pagano ed escono dal locale "adesso sarà il caso di tornare a casa?"
"Si, anche perché devo studiare"
"Va bene"
I due si dirigono alla fermata e, mentre aspettano l'autobus Daniele viene sorpreso da un altro abbraccio di Valeria, allora le mette le braccia intorno al corpo e le accarezza la schiena finché non sente un suono uscire dalla bocca della ragazza "ti voglio bene Dani" lui rabbrividisce a quelle parole che non sentiva pronunciare da tanto, forse troppo tempo, poi appoggia il mento sulla testa della ragazza e le accarezza i capelli "anch'io ti voglio bene"
I due salgono sull'autobus e tornano a casa, una volta scesi si salutano e ognuno torna a casa propria.
Nel pomeriggio Valeria si dedica allo studio e verso le 18 esce per la solita passeggiata ma quello che vede la sconvolge..

Io per te ci sarò sempre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora