CAPITOLO 20 : ECCO CHE É SUCCESSO

147 13 4
                                    

Asuna's pov
Sugou mi stava puntando la pistola contro per la seconda volta. Kirito aveva gli occhi chiusi, si trovava su un' enorme pozzanghera di sangue. Avevo paura, più per lui che per me. Ad un tratto sentì la porta aprirsi e una persona chiamò il mio nome. Riconobbi la voce ancor prima di voltarmi. Era sicuramente Eiji. Stavo per girarmi ma notai che Sugou stava premendo il grilletto. In pochi secondi mi stava scorrendo tutta la mia vita davanti. I pomeriggi passati a giocare con mio fratello maggiore mentre aspettavamo che i nostri genitori tornassero a casa, le sere con le amiche, SAO, Eiji, Kirito, Yui, tutti gli altri del party, il comandante Kayaba, ALO, Sugou ed Ordinal Scale. Ritornai alla realtà proprio nel momento in cui sentì lo sparo. Trovai Eiji davanti a me, mi aveva fatto da scudo. Istintivamente urlai molto forte. Le lacrime iniziarono a scendere, lo avevo persino rifiutato, provava ormai da anni dei sentimenti per me ed io neanche me ne ero accorta, lo avevo pure abbandonato. Nonostante ciò mi aveva protetta dal proiettile. Anche Kirito, lui si era preso un proiettile in entrambe le gambe solo perché voleva salvare me.
Io, che ad Aincrad ero la vicecomandante della gilda ritenuta la più forte, nella realtà non sono altro che una ragazza che non riesce nemmeno a proteggere se stessa e perciò si affida agli altri. Eiji stava perdendo conoscenza, io cercavo di tenerlo sveglio parlandogli. Per quanto riguarda Sugou, lui stava scappando, ma appena aperta la porta si ritrovò la polizia davanti. Perciò non gli é andata poi così bene.
«Signorina, qual'é il suo nome?» mi chiese un poliziotto.
«Mi chiamo Asuna».
«Bene, Asuna. Che ne dici di sederti e riposarti qui un attimo? Hai appena visto un pazzo sparare a dei tuoi cari, devi essere scossa.»
«No, la prego! Io sto bene! Piuttosto pensate a Kir-Kazuto e ad Eiji!»
«Non preoccuparti, li stanno portando in ambulanza con le barelle. Nel giro di pochi minuti saranno già all'ospedale» mi disse mettendomi una coperta sulle spalle.
In effetti, quella sera faceva abbastanza freddo.
«Dimmi Asuna, che relazione c'è tra te e quei 3 tipi?»
«Il ragazzo coi capelli neri che é stato sparato alle gambe é il mio fidanzato. Quello che é stato sparato al petto é il mio migliore amico. E quello che ha sparato invece...ecco..»
«Ti ha fatto qualcosa di molto spiacevole, vero ?» disse notando i segni della corda che mi legava le caviglie e i polsi.
«...»
«Mi basta vedere i tuoi polsi e le tue caviglie, in più quando sono entrato in casa ho visto sia il letto che “quel” liquido che c'era sopra...mi é bastato fare due più due..mi spiace »
«Vorrei solo non averlo mai incontrato»
«Tranquilla, se quando starai meglio verrai in centrale e ci racconterai tutto per bene, non credo che uscirà dal carcere molto presto».
Sorrisi.
Mi guardai attorno e notai che aveva appena parcheggiato una macchina che conoscevo bene. Si aprirono le portiere e ne uscirono mio fratello e Haru.
Mi corsero incontro ed io feci lo stesso, ci abbracciammo. «Mi siete mancati» dissi.
«Anche tu ci sei mancata, non sai quanto». Mi dissero con le lacrime agli occhi.
Dopo essermi assicurata che sia Kirito che Eiji fossero entrati in ambulanza senza problemi decisi di tornare a casa con mio nipote e mio fratello.
Ovviamente non prima di chiedere quali fossero le loro condizioni. Mi dissero che Kirito non avrebbe dovuto avere problemi, dopo avergli tolto i proiettili dalle gambe però sarebbe ovviamente dovuto stare a riposo e avrebbe dovuto fare la riabilitazione. Riguardo Eiji, bisognava solo sperare. Ma so che é un ragazzo forte e riuscirà a guarire. Domani li andrò a trovare entrambi, spero solo che andrà tutto bene.

La chiave del  cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora