Una settimana e mezza dopo, me stavo tranquilla nel Dormitorio a studiare, quando qualcuno bussò alla porta -È aperto- dissi senza neanche alzare lo sguardo -Oh, ma non mi dire, stai studiando!- esclamò divertito Albus -Sei venuto solo per disturbarmi, o avevi anche un fine più utile?- domandai irritata, un po' troppo acida. Al non sembrò troppo turbato, e con quel suo sorrisetto divertito si sedette su una poltroncina -Sono qui... per chiederti... ecco, ehm...- era così balbettante che mi rese ancora più nervosa -Mio Dio, non potresti arrivare al punto e basta?- sbottai -Sevorrestivenireconmealballo- sputò lui tutto d'un fiato. Io ero sbalordita. Il ballo d'inverno era un'ormai vecchia tradizione di Hogwarts (era stata applicata diciotto anni prima), che si teneva la sera prima del giorno in cui la maggior parte degli studenti sarebbe tornata a casa per Natale, di cui l'ingresso non era permesso ai ragazzini del primo e secondo anno. In ogni caso, io c'ero andata solo al terzo anno, e solo perché Scorp, che allora era il mio fidanzato (la mia unica relazione, avuta con uno dei miei migliori amici: era quasi imbarazzante baciarlo, eppure eravamo stati insieme per quasi due anni), aveva insistito finché io non avevo ceduto, e mi ero annoiata come non mai. Inoltre, avevo le mie opinioni contrarie -Prima che tu possa dire qualsiasi cosa, so cosa pensi a proposito, ma- si affrettò a dire lui, prima di essere bruscamente interrotto da me -No, Al. Evidentemente non l'hai capito. Te lo ripeto per la centosessantunesima volta: non solo penso che sia uno dei simboli degli aspetti negativi della globalizzazione, ma trovo che sia una stupida trovata commerciale della società che serve soltanto a far sentire inadeguati tutti i ragazzi e tutte le ragazze che non riescono a trovate da chi essere accompagnati, e aumentano l'ostilità tra le ragazze celebrando la bellezza e forma fisica "ideale", eleggendo una reginetta dal corpo perfetto, con il risultato di far compiangere decine di ragazze "imperfette" per la società.- recitai tutto d'un fiato. Al sospirò, guardandomi con un'espressione a metà tra l'esasperato e l'annoiato -Hai finito?- mi chiese, impaziente -Sì.- risposi io serafica, poggiando i piedi sulla scrivania -Bene, perché quando fai così sembri Karen di How i met you mother- a quel punto ero veramente offesa -Questo non è affatto vero! Io non sono minimamente somigliante a quella stronzetta saccente!- Albus alzò un sopracciglio -Davvero? Allora dimostramelo.- ormai eravamo entrambi in piedi, gli occhi fiammeggianti, i suoi beffardi -Come?- chiesi -Vieni con me al ballo.- il mio orgoglio e la mia vena da Herondale, che non mi faceva resistere a una sfida, presero il sopravvento -Ci sarò.- Al esplose in un sorriso di trionfo -Benissimo, allora.- fece per uscire, ma sulla soglia si bloccò e si voltò, il sorriso ancora dipinto in faccia -Non dimenticarti la partita di domani, Weasley. Riceverete una mazzata di quelle che neanche i Battitori bravi come te sanno dare. Vi umilieremo davanti a tutta Hogwarts.- io alzai un sopracciglio e incrociai le braccia al petto, in faccia un sorrisetto di sfida -Ah-ah, Potter, non credo proprio. Questa volta, almeno, cerca di non cadere dalla scopa, se ti è possibile.- lui alzò i palmi davanti a sé, e sorrise -Lo vedremo, Rose, lo vedremo. Ma le Serpi sanno essere velenose, sappilo.- detto questo, scomparve oltre la soglia, e io mo lasciai ricadere sulla poltrona. Avevo sul serio appena accettato di andare al Ballo di Natale con mio cugino? Scossi la testa, e ripresi a studiare, anche se la mia mente era altrove.
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*La mattina dopo*
Trangugiai la mia aranciata in un sol sorso, ma non servì a farmi star meglio. Mi ero svegliata bene, ma ora li sembrava di essere un po' debole, e la cosa, oltre che essere inspiegata, era di certo inappropriata, dato che era il giorno delle partita di Quidditch, cavolo!! Dalla mi mise una mano sulla spalla mentre mangiavo un muffin -Rose, tutto okay? Hai una pessima cera, senza offesa.- io sospirai -Sto bene.- risposi -Anzi, benissimo. Comunque, buona fortuna per la partita. Com'è che si dice? Che vinca il più figo?- domandai con un sorrisetto, la mano in avanti. Lei alzò gli occhi al cielo -So benissimo che lo sai come si dice, Rose. Ma comunque sì, che vinca il migliore!- mi strinse la mano e andò a sedersi tra i Serpeverde, che la accolsero battendo le mani sul tavolo. Vidi Al spostarsi per farle spazio, per poi voltarsi verso di me. Io gli feci il saluto militare e lui ricambiò, sorridendo beffardo. "Buona fortuna" dissi muovendo le labbra, senza emettere alcun suono. "Servirà a voi" rispose lui imitandomi, soffermandosi un po' a fissarmi. Che avesse notato anche lui il mio aspetto non proprio salutare? Prima che potesse chiedermi qualcosa al riguardo, mi girai e divorai con voracia il mio muffin al cioccolato.
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La partita andava avanti da almeno due ore e mezza, e la mia adrenalina saliva di minuto in minuto. Ogni volta che vedevo il Bolide avvicinarsi lo colpivo con forza, pensando a qualcosa che mi ispirasse a sfogarmi per colpire con violenza. La faccia di Richard/Matthew Finnigan, il dolore che provavo a causa del mio amore per Albus, la paura sempre per Al provata quando era stato avvelenato, semplicemente tutte le emozioni burrascose dentro di me mi spingevano a urtare con la mia mazza il Bolide con tutta la potenza della tempesta dentro il mio petto. Mi spostai velocemente verso Alicia Smith per evitare che un bel Bolide le rompesse i bei denti perfetti, e godetti nel sentire l'aria gelida sul mio viso che asciugava le gocce di sudore sulla fronte, il fischio della mazza che si spostava prima dello schiocco dello scontro tra Bolide e mazza, il sospiro di Alicia che aveva temuto per il suo visino. Jamie, dalla porta, dopo aver parato con grande abilità due colpi, fece una capriola con la scopa e alzò i pollici -Grandissima, Capitano Weasley!- esclamò mentre io gli battevo il cinque passandogli accanto con la scopa. Eravamo decisamente in vantaggio: venticinque a sedici, ma del boccino neanche l'ombra, a parte il sibilante fischio di quando ti passava accanto. Al e io ci incrociammo, passando l'uno accanto all'altra; lui fece un ghigno e ammiccò, invece io alzai gli occhi al cielo -Sembra quasi che tu ci stia provando con me, Potter.- dissi alzando un sorriso. Il suo sorriso vacillò per un secondo, poi mi rivolse un'ultima occhiata e sfrecciò via. Io pensai che volesse semplicemente andarsene, ma quando lo vidi allungare la mano e chiudere le lunghe dita sul Boccino mi ricredetti. Lo sollevò, e la folla esplose in un boato di grida e applausi. Io sorrisi, rassegnata, e feci per andare a complimentarmi, ma improvvisaente non riuscivo più a respirare. Pensai che fosse stato un Bolide a colpirmi a sorpresa, ma era impossibile, i Bolidi si disattivavano autonomamente a fine partita, cioè quando veniva afferrato il Boccino. Continuai ad ansimare cercando di respirare, ma non ci riuscivo, e mi sforzai di tenere saldo il manico della scopa, ma la mazza mi scivolò dalle dita, e io mi appoggiai con entrambe le mani al manico, la vista che si annebbiava piano piano, i polmoni vuoti, gli occhi che si chiudevano appena dopo aver visto Al che si girava verso di me sorridendo, per poi raggelarsi e spalancare gli occhi, nelle orecchie l'urlo lacerante di James che urlava il mio nome mentre cadevo dalla scopa e precipitavo, il mondo avviluppato dall'oscurità.
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Come due comete // Rosbus
RomanceRose non voleva crederci. Non poteva crederci. Era impossibile che lei, l'ironica, sarcastica, unica e irripetibile Rose Minerva Grace Weasley si fosse innamorata di Albus Severus Potter, suo cugino, suo confidente, suo amico. Anche per le sue migli...